Parma, Comunicato dello spezzone studentesco antifascista

Mentre tagliano cultura e formazione danno soldi (tanti) all’ignoranza

Verso la manifestazione antifascista di sabato 21 novembre 2009

20 / 11 / 2009

Diciamolo chiaramente Casa Pound  non è la causa dell’intolleranza e del razzismo, e neanche del populismo in chiave neofascista che sta sviluppandosi a macchia d’olio nelle nostre città.

E’  più semplicemente la conseguenza dell’impoverimento culturale e sociale che da anni, molti di  più di quelli che ha l’organizzazione neofascista Casa Pound ,  si avverte nel nostro paese.

Un impoverimento che ha alle spalle un teorema ben chiaro: l’annientamento di ogni forma critica e l’asservimento di un intero paese a logiche di sudditanza. Cose che hanno poco a che vedere con la libertà, con l’espressione delle differenze che compongono le nostre città, con la potenza creativa del dissenso.

Questo è il nostro paese. Un paese che vive da anni di tagli alla cultura e alla formazione, che è costretto a sentire personaggi come Brunetta parlare di “culturame” riferendosi a coloro che sperimentano nuove forme di arte e che creano innovazione culturale.

Un paese nel quale ci tocca subire le leggi della ministra dell’ignoranza Gelmini che attua tagli indiscriminati alla formazione, rendendo scuole e università luoghi nei quali il servilismo e l’omologazione sono i caratteri principali. Trasformando il diritto al sapere in un desiderio irraggiungibile, sostituendo alla conoscenza l’ignoranza e  rendendola non una risorsa abbondante ma un bene scarso acquisibile solo cedendo la propria libertà e dimostrandosi meritevoli (con notevole capacità di genuflessione).

In questo contesto appare chiaro che Casa Pound è un prodotto, null’altro.

Un prodotto che assimila tutte le caratteristiche del teorema con cui vorrebbero governarci. La figura del “grande capo”( Iannone ) e dell’esercito ai suoi piedi, la linea da seguire senza elementi di critica.

Il tutto condito da slogan e comportamenti che solo apparentemente sembrano nuovi ma che invece nascondono l’incapacità di questo neofascismo di riciclarsi nel terzo millennio: il “né rossi né neri ma liberi pensieri”, il “siamo tutti contro la Gelmini”, l’incontro con la Concia del Pd per parlare di diritti degli omosessuali, la finta spinta innovatrice di Blocco Studentesco e il vecchio che ritorna (Adinolfi e terza posizione protagonisti dello stragismo nero degli anni ‘70), ma anche  la cacciata di una cronista de L’Unità da Casa Pound durante un dibattito con Dell’Utri, tipica dello squadrismo della peggior specie.

La pericolosità di Casa Pound si manifesta pienamente quando su di essa iniziano a piovere finanziamenti dal governo sottratti a tutte quelle associazioni che sui territori sviluppano progetti di integrazione sociale e di lotta all’intolleranza.

Questo è il modello inquietante che il governo e vari ministri stanno costruendo. Togliere terreno (quindi soldi) alle idee ed ai progetti che intendono trasformare in chiave aperta e solidale le nostre città. Basti pensare che il 18 agosto 2009 a Roma è stato approvato dal consiglio comunale, senza prendere in considerazione l’opposizione, una delibera che ha stanziato 1,5 milioni di euro per attività culturali, che sono finiti in gran parte nelle tasche di Iannone e Casa Pound. Per fare cosa? Per invitare Dell’Utri a rileggere i diari di Mussolini! E’ questa la cultura di cui il nostro paese ha bisogno?

Prima dell’estate il governo ha tagliato più del 40% il Fondo Unico per lo Spettacolo e migliaia di lavoratori soprattutto precari a causa di ciò hanno perso il lavoro senza poter usufruire di  nessun tipo di ammortizzatore sociale. E’ questo l’investimento che il governo intende fare sulla cultura?

Ciò nasconde secondo noi un disegno razionale. La crescita di Casa Pound e l’apertura di sedi in tutta Italia, danno la possibilità di dirottare soldi su tutto il terreno  nazionale ad un’organizzazione che sottrae fondi a chi già svolge lavoro sul territorio ma è scomodo al governo. Rischiamo di vedere tra pochi anni la costruzione di una rete di associazioni legate alla destra cosiddetta “sociale” e  all’associazionismo cattolico più conservatore e reazionario a cui saranno affidati progetti sociali, ben finanziati, nei quali il “disagio giovanile” verrà affrontato costruendo un rapporto basato sulla sudditanza e l’obbedienza.

Per bloccare questo disegno è necessario chiudere Casa Pound!

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Respingiamo Iannone e Casa Pound