Margherita Hack: «Sconcertante l'arresto di Tornatore»

19 / 12 / 2009

L'astrofisica interviene a favore dello scienziato italiano Luca Tornatore, arrestato a Copenhagen. La Scuola superiore di studi avanzati di Trieste chiede al governo e al ministro Frattini di fare pressione sulle autorità danesi per chiedere il rilascio del ricercatore.

«Non capisco come possa essere successo: ricorda il G8 di Genova». Le parole sono dell’astronoma Margherita Hack, che ieri è intervenuta sul caso del collega dell’Università di Trieste, Luca Tornatore, arrestato lunedì scorso a Copenhagen senza essere processato. «È una cosa sconcertante – continua la Hack -. Il fatto ricorda le manifestazioni di Genova del 2001, solo pensavo che a Copenhagen ci fosse più rispetto per la democrazia di quanto ce ne sia oggi in Italia. Sono rientrata a Trieste l’altra sera, mi hanno chiamato e ho subito aderito all’appello». L’astronoma si riferisce alla petizione che circola in rete da quando il mondo scientifico ha appreso la notizia del procedimento di custodia cautelare inflitto all’astrofisico italiano. «So che Luca Tornatore – conclude la Hack – opera al dipartimento di fisica dell’Università di Trieste: è un bravo ricercatore». Oltre ad essere un astrofisico, Luca Tornatore è un attivista con la colpa di aver messo la sua conoscenza al servizio del movimento che si è incontrato nella capitale danese in concomitanza del vertice sul clima organizzato dall’Onu. «Per questo motivo è stato arrestato», spiegano i ricercatori.

Dopo che la notizia è circolata, comunità scientifica e reti di movimento sono in subbuglio. Oggi anche il direttore della Sissa (Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste), Stefano Fantoni, che è anche membro della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, ha scritto al ministro degli esteri, Franco Frattini e all’ambasciatore danese, Gunnar Otmann: «Desidero segnalare – scrive Fantoni – la solidarietà che la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzata di Trieste manifesta nei confronti del ricercatore Luca Tornatore. La notizia sta destando una preoccupata attenzione tra la nostra comunità scientifica presso la quale Luca Tornatore ha svolto attività di ricerca, dal 2005 al 2007, come esperto di cosmologia numerica. I docenti, i ricercatori e gli studenti della Sissa, che hanno avuto modo di conoscerlo, testimoniano stima e rispetto per un serio ricercatore che sa coniugare l’impegno scientifico con quello civile. Vogliate farvi tramite con le autorità danesi competenti per informarle del nostro stupore e della nostra preoccupazione».

Lettere e appelli non si contano più. Sul web ne sono girati due: il primo, dopo aver raggiunto 340 firme di scienziati nel giro di 24 ore, è già stato completato. Ieri a Trieste i ricercatori e gli attivisti della Venezia Giulia l’hanno consegnata a al console danese, mentre a Venezia si inscenava un presidio di solidarietà, sempre sotto il consolato della Danimarca. In rete corre anche un altro appello che, oltre a Margherità Hack, la prima firmataria, raccoglie i sostenitori anche al di fuori del mondo accademico. Quattro le interpellanze parlamentari: due hanno la firma dei deputati del Pd, Delia Murer e Alessandro Maran, le altre due, volute dai deputati danesi, sono state inviate al parlamento della Danimarca e all’europarlamento. Altre lettere di pressione al ministero degli esteri: prima il rettore dell’Università di Trieste, Francesco Peroni, poi la Provincia di Trieste.

Intanto l’avvocato danese Merethe Stagetorn, che sta raccogliendo gli atti per presentare ricorso, ha fatto sapere che il processo dovrà svolgersi entro il 12 gennaio: se ciò non avvenisse, l’udienza potrebbe essere rimandata di un altro mese. «Le accuse contro di Luca sono così pesanti da aver sortìto l’effetto contrario – spiega Federica Vedova, la compagna di Tornatore -. Talmente poco neutre da costringere a schierarsi anche il mondo accademico e le persone meno abituate a riflettere sui diritti dell’uomo: tutto ciò mi dà la forza di resistere in questa situazione così paradossale».