Manifestazione con i sindaci della Val Susa

28 / 7 / 2013

Una ventina di sindaci della val Susa che sono contro la realizzazione dell'opera ha guidato un corteo di oltre 2 mila persone da Giaglione a Chiomonte, dove si trova il cantiere della Tav, solo così i manifestanti sono riusciti a raggiungere il confini della zona rossa senza ingaggiare una battaglia campale con le forze a presidio del cantiere.

La rabbia e la determinazione a rispondere con la lotta contro la repressione e i rastrellamenti che hanno seguito la manifestazione notturna di alcuni giorni fa si è fatta sentire. Molti gli slogan tra gli alberi ma atmosfera tranquilla nonostante il blocco di polizia che ha interdetto ancora prima della zona rossa del cantiere il passaggio per una starda della valle, costringendo il corteo a guadare il torrente Clarea. Su quel passaggio le forze dell'ordine sono uscite dal cantiere in divisa anti-sommossa e hanno formato un doppio cordone di sicurezza all'altezza del sentiero in mezzo ai boschi che da Giaglione arriva a Chiomonte.

Successivamente, a manifestazione conclusa, in una improvvisata conferenza stampa, i venti sindaci della val Susa, che sono contrari alla Tav, hanno dichiarato che  richiedono un incontro con i presidenti delle Camere, Laura Boldini e Pietro Grasso. Perché ritengono che quello della Tav sia ''un problema nazionale, un problema di libertà di cui devono occuparsi le massime cariche dello Stato''. Lo ha riferito a nome dei sindaci della valle il sindaco di Sant'Ambrogio, Dario Fracchia, che partecipa a Chiomonte alla manifestazione no Tav organizzata oggi davanti al cantiere. ''Chiediamo un tavolo sulla Tav in base al quale stabilire quali siano le priorità - ha detto - La gestione attuale sembra quasi sia una questione di ordine pubblico, quando non è affatto così. Questo è uno spreco di denaro che potrebbe essere impiegato molto meglio. E' come se l'Italia, in braghe di tela come è, volesse comprarsi lo smoking. E' proprio assurdo''

Le iniziativa e la lotta continuano.