Magistrali, punizioni sbagliate

di 45 insegnanti dell'istituto scolastico

19 / 4 / 2010

La vicenda dell’occupazione delle magistrali e del conferimento di svariati giorni di sospensione ai numerosi studenti implicati – il numero di giorni complessivi di sospensione comminati è senza precedenti nell’Italia repubblicana –, oltre a segnalare le contraddizioni di una riforma scolastica, quella Gelmini, che disinveste, licenzia e chiude invece di investire, assumere ed aprire la scuola pubblica alle necessità formative permanenti del territorio, propone a noi educatori anche una seria riflessione sull’idea di scuola che queste sanzioni veicolano. Sul Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto Matilde di Canossa si legge che: “L’identità educativa dell’Istituto si fonda sulla centralità dello studente”. Tra le finalità dell’Istituto è compresa anche quella di “contribuire alla crescita personale degli studenti” attraverso “un processo di orientamento che valorizza e chiarifica specifiche scelte ed inclinazioni, aiutando ad elaborare le proprie scelte valoriali e a proiettarle nel futuro attraverso strumenti di analisi e di giudizio critico”. A fronte di quanto accaduto e di là da qualsiasi valutazione sull’iniziativa degli studenti, da educatori non possiamo non porci alcune domande. Siamo sicuri che le sospensioni comminate abbiano un’effettiva valenza educativa che vada nella direzione espressa dal Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto? I provvedimenti sanzionatori che sono stati presi non sembrano avere piuttosto, un intento repressivo finalizzato a sconsigliare qualsiasi presa di posizione critica, di qualunque tipo, rispetto a ciò che accade nella scuola? Noi pensiamo non si possa rimanere insensibili di fronte a iniziative punitive di queste dimensioni. Pensiamo che esse, invece di favorire “la maturazione di soggetti consapevoli della loro autonomia e del loro situarsi in una pluralità di rapporti naturali ed umani”, come recitano le indicazioni didattiche più avanzate, intacchino i ristretti margini residui attorno a cui gli studenti, con tutti i loro limiti ed ingenuità, tentano di formarsi una coscienza critica e sociale. Crediamo inoltre che il ruolo di noi educatori sia di accompagnare gli studenti nel loro percorso di crescita cercando di fornire gli strumenti più adatti per favorirlo, non quello di condannare e reprimere. Gli studenti abituati a ragionare in maniera critica ed antidogmatica possono causare problemi, pensiamo tuttavia che lo sviluppo di fattori di autonomia di giudizio nelle giovani generazioni possa consegnarci futuri cittadini consapevoli ed avveduti.

Silvia Mastronardi - insegnante
Fausto Boni - insegnante
Fabio Cicero - insegnante
Barbara Bertani - insegnante
Federica Bagni - insegnante
Annalisa Govi - insegnante
Giuseppa Vizzini - insegnante
Giovanna Panigadi - insegnante
Ettore Bianchini - insegnante
Paola Mistrali - insegnante
Lisa Mammarella - insegnante
Maurizio Vergallo - insegnante
Antonio Potì - insegnante
Giorgio Boccolari - bibliotecario
Giuseppe Terranova - insegnante
Paola Mastronardi - insegnante
Stefano Raiola - insegnante
Enrico Mansutti - educatore
Giovanna Grillo- insegnante
Nunzia Varvazzo, insegnante
Lucia Pergreffi - insegnante
Antonietta Rubbo, assistente amministrativo
Marco Moschetti - insegnante
Gerardo Gherardini, assistente amministrativo
Lucia Gozza - insegnante
Elisa Zampolini, educatrice
Giorgio Carratta - insegnante
Marco Cosentina - insegnante
Donatella Caruso, insegnante
Cesare Grazioli - insegnante
Mario Atanasio, insegnante
Silvia Veroni, insegnante
Margherita Chiarenza, insegnante
Teresa Lo Presti, educatrice
Maria Capparelli, insegnante
Gianluca Pietri - insegnante
Gigliola Venturini, insegnante

Roberto Galantini - insegnante
Sergio Leone - insegnante
Franco Coppoli - insegnante
Lorenza Franzoni - insegnante
Massimo Ambrogi, educatore
Flora Esposito, insegnante
Orazio Sturniolo, insegnante

Giovanna Cagliari - insegnante

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