Madrid - In piazza di nuovo la marea viola per l'aborto libero

Continuano le mobilitazioni contro la legge Gallardon

8 / 2 / 2014

Una nuova manifestazione questa mattina della "marea viola" a Madrid per il ritiro della "Ley de Gallardón" e le dimissioni del governo, dopo l'iniziativa di una settimana fa del  "El Tren de la libertad" e la "Marcha fino al Congresso di sabato scorso" .

Con lo slogan "Diritto di decidere" e "Aborto libero" alcune migliaia di persone si sono ritrovate daSan Bernardo per arrivare fino a Plaza de Callao.

Al corteo convocato dal gruppo Movimento Feminista di Madrid hanno partecipato collettivi del  15-M, la CGT, Izquierda Unida,  ed altri spezzoni come ad esempio i lavoratori della fabbrica Coca-Cola di Fuenlabrada que la empresa quiere cerrar che l'impresa vuole chiudere.

Lungo il corteo è stato anche ricordato con alcuni cartelli l'ipocrisia della difesa della "vita", che viene usata a sostegno della legge anti-aborto, quando ai confini della Spagna, proprio pochi giorni fa, sono morti 14 migranti subsahariani, colpiti dalla Guardia Civil a Ceuta.

Al termine del corteo la musica dell'Orchestra e del Coro M15 hanno accompagnato la lettura di un manifesto a favore dell'aborto libero nel quale si chiede il ritiro della Legge Gallardon che viene definita "un attentato contro i diritti, l'autonomia e la libertà delle donne". Si chiede inoltre che venga riconosciuto il diritto a decidere senza nessun esclusione da parte delle donne.

La manifestazione è passata davanti al Ministero di Giustizia dove sono state richieste le dimissioni di Ruiz-Gallardon.

"Questa Legge sull'aborto ci porta al franchismo, od ancora peggio" dichiara una manifestante al Publico.es. Nell'articolo il quotidiano riporta anche le dichiarazioni di alcuni collettivi femministi che hanno convocato la manifestazione e che denunciano come "con questa legge il 97% delle donne che oggi abortiscono in Spagna sarebbero costrette a farlo in maniera illegale".

“La manifestazione di oggi fa parte di tutte le azioni che si stanno facendo per fermare questo maledetto progetto di legge che considera le donne come minori d'età." ha dichiarato a El Pais Empar Pineda, definitiva una delle voci storiche del movimento femminista.

“Richiedere il diritto all'aborto libero significa che non si può forzare una donna a proseguire con una gravidanza non desiderata e mettere in discussione la sua decisione di interromperla. Il diritto a decidere si basa sul riconoscimento delle donne come soggetti moralmente autonomi per decidere sulla nostra vita, i nostri corpi e la maternità" queste le dichiarazioni che riporta El Pais lette a conclusione della marcia.

La mobilitazione viene rilanciata per le prossime settimane in particolare domenica 2 marzo con un presidio al Ministero.

Al centro della campagna  "Gallardón nos pone rudas", lanciata in questi giorni, c'è proprio la denuncia di come la nuova legge vorrebbe costringere le donne a tornare al passato ed a usare i metodi dell'aborto clandestino.

La pesantissima scelta spagnola di attaccare il diritto delle donne a decidere sul proprio corpo è stata al centro delle iniziative del 1 febbraio in diversi paesi europei.

La decisione del governo spagnolo, si inserisce negli equilibri tra forze partitiche nel paese iberico, ma è certo che all'interno di una Europa dei diritti non ci può certo essere spazio per una normativa che attacca la libertà sul proprio corpo, riportando indietro le lancette della storia.