Macerata - Studenti e precari bloccano il consiglio di amministrazione dell'Università

Contro l'aumento delle tasse universitarie, "noi la vostra crisi non la paghiamo!"

23 / 7 / 2011

Venerdì 22 luglio era convocato per le dieci il consiglio di amministrazione dell'università di Macerata, che aveva all'ordine del giorno una votazione sulla modifica dei criteri di contribuzione a carico degli studenti.

Nello specifico l’aumento approvato nel senato di martedì scorso va dalle 30 euro della fascia di contribuzione più bassa alle oltre 400 di quella più alta, con un particolare aggravio a carico delle fasce intermedie alle quali appartiene la maggior parte della popolazione universitaria. Ancora più grave, la scelta di introdurre una mora che va dal 10 al 20% per gli iscritti oltre il primo anno fuori corso, che penalizza in particolar modo gli studenti lavoratori.

Nella notte sui muri delle sedi universitarie erano già comparsi manifesti di subvertising della campagna promozionale dell'Università di Macerata.

In mattinata nonostante la scelta strategica di approvare l'aumento delle tasse a fine luglio, quando a lezioni ed esami terminati, la maggior parte degli iscritti non frequenta più le sedi dell'università, una trentina di studenti si è concentrata davanti alla sala del consiglio, impedendone lo svolgimento.

Chiedevano ad un rettore alquanto irritato dalla loro presenza, di non aumentare le tasse o perlomeno di rinviare il consiglio all'inizio dell'anno accademico, garantendo una maggiore trasparenza e permettendo la partecipazione di tutti gli studenti, spiegando pubblicamente le ragioni di questa grave decisione.

Ragioni che non è neanche riuscito a spiegare ai presenti, ai quali ha solo intimato di andarsene, sottraendosi con arroganza al confronto: tutti i membri del consiglio hanno preferito defilarsi, abbandonando l'anticamera della sala consiliare.

"E' inaccettabile che in questo periodo di crisi si continui a far pagare a studenti e precari le conseguenze di una politica di tagli e diminuzione dell'offerta formativa.

Contro le imposizioni delle scelte prese dall'alto sopra le teste di chi vive realmente l'università, il Movimento Studenti continuerà a battersi per il diritto allo studio e per difendere il sapere come bene comune."