Lo strano caso del prof no global

11 / 9 / 2015

Abbiamo lasciato che passasse un po’ di tempo prima di intervenire, nostro malgrado, sulla stupida quanto sterile polemica lanciata dalla destra cittadina con riguardo all’assegnazione a Nicola Mancini - il prof. No-global, sic! - di una cattedra al liceo scientifico di Senigallia.
Speravamo, infatti, che dopo il primo articolo di giornale comparso lunedì e il successivo straordinario coro di solidarietà ricevuto da Nicola, il tutto sarebbe rientrato. Constatiamo, invece, come in una maniera o nell’altra si sia trovato il modo di continuare a sprecare inchiostro e spazio nelle colonne della stampa locale, alimentando, oltre misura, l’indegna “macchina del fango” scientificamente ideata dal politico Liverani e compagnia, nonché in ultimo ripresa e sostenuta dal petulante Paradisi. Non è stata sufficiente neanche l’intervista rilasciata dal Dirigente Scolastico al Resto del Carlino, dove afferma chiaramente che la scuola non ha ricevuto nessuna telefonata da parte di nessun genitore, per mettere a tacere il “falso mediatico” che ormai da quattro giorni tiene banco in città.
Ci limitiamo, allora, a scrivere poche righe nel tentativo di fare chiarezza, ma, soprattutto, con l’intenzione di sottolineare alcuni atteggiamenti che ci sembrano sempre più rischiosi per tutti (non quindi solamente per i c.d. “No global”), oltre che drammaticamente ricorrenti.
Quello del camerata Liverani è un attacco strumentale e infondato al limite dell’infantilismo. Un comportamento che svela come ormai, con scoraggiante faciloneria, sempre più spesso si sorpassi il limite dell’ovvio per dar sfogo a rancori e calunnie che di “reale” hanno ben poco da giocarsi sul piano della verità e dell’interesse. Probabilmente, come diceva cinquanta anni fa Montale, “la bomba del pensiero è scoppiata e anche l’analfabeta ha il sospetto che la sua ignoranza valga la più scaltrita dottrina.”
Vorremmo per altro ricordare all’ex-candidato sindaco (sic!) che Nicola Mancini insegnerà nel pieno rispetto delle normative vigenti, nonché sulla base delle libertà e diritti costituzionalmente garantiti a tutti, e, come tutti, dopo anni di supplenze e lunghe graduatorie e, non come tutti, dopo aver conseguito due lauree magistrali (filosofia e lettere) e l’abilitazione SSIS alla cattedra A0-37 (storia e filosofia). 
Ma quello che, forse ancor più della polemica in sé, veramente ci preoccupa e riteniamo non sia più in alcun modo tollerabile, è l’utilizzo assolutamente irresponsabile dei mezzi di comunicazione - in particolar modo della carta stampata - cui quotidianamente si assiste, complici in primo luogo giornalisti prezzolati, perennemente al limite del rispetto delle più semplici regole deontologiche in materia. E’ un problema reale, che conosciamo bene in quanto da anni lo subiamo, ma che oramai sembra aver travalicato qualsiasi decenza pubblica. 
Il sensazionalismo sfrenato, la ricerca dello scoop a buon mercato anche quando questo non c’è, l’uso assolutamente strumentale e distorto di qualunque notizia e il disinteresse per un’attenta e scrupolosa, quanto necessaria, verifica delle fonti, costituiscono un serio vulnus nel dibattito politico-culturale e nelle relazioni cittadine e interne alla comunità locale, causa soprattutto la perenne diffusione di vere e proprie menzogne, non più tollerabile. 
In tal senso, pensiamo che non sia più possibile liquidare quello che oggi si presenta come un vero e proprio ostacolo al confronto democratico e al sacrosanto diritto ad una giusta ed equilibrata cronaca complessiva nel nostro territorio con il semplice utilizzo goliardico di epiteti e soprannomi da affibbiare a quel giornale piuttosto che ad un altro. 
E’ ora di rivendicare, nelle forme più intelligenti e costruttive possibili, ma anche manifestando la giusta indignazione, e a prescindere dai diversi riferimenti valoriali e indirizzi politici, un’informazione rispettosa e seria, in grado non solo di svolgere il suo ruolo d’interesse pubblico, grazie ad una corretta e sincera esposizione dei fatti in grado di contribuire fattivamente allo sviluppo del dibattito politico, ma anche di rispettare la dignità umana quanto le diverse storie e sensibilità personali, troppo spesso sacrificate sull’altare di un’informazione spazzatura.
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