Roma: occupato il Ministero della pubblica istruzione

L'insostenibile riforma dell'università

Il comunicato letto dagli studenti durante la conferenza stampa

3 / 11 / 2009

Oggi siamo qui per prender parola a dispetto di chi credeva che gli studenti e i precari sarebbero rimasti nel silenzio o si sarebbero ritirati in disparte. Noi della Sapienza, invece, abbiamo deciso di non renderci disponibili a sopportare questa nuova, insostenibile riforma dell'università, proposta pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri.

Il disegno di legge sulla governance e sul reclutamento colpisce direttamente il corpo vivo dell'università, gli studenti, i ricercatori, i dottorandi e dismette definitivamente l'università pubblica, così come l'abbiamo conosciuta. Un'università che non vogliamo difendere così com'è, ma che vogliamo continuare ad arricchire con la nostra capacità di trasformazione quotidiana.


Sul lato della governance, attraverso questa legge viene stabilito l'ingresso nei consigli di amministrazione dei privati e ridotto drasticamente il numero delle facoltà e di conseguenza delle rappresentanze studentesche, con l'obiettivo di costituire dei poli di specializzazione scientifica, a cui non corrisponde però alcun progetto dal punto di vista della mobilità reale degli studenti, che per noi significa trasporti, casa e servizi.

La retorica del merito e del debito diventa il discorso dominante attraverso cui viene riorientato il sistema formativo, dalla didattica alla ricerca, e che ha come dura ricaduta materiale la massiccia introduzione del prestito d'onore, ovvero dell'indebitamento individuale per sostenere i costi dello studio. Noi crediamo che il debito, in quanto condizionamento sulle scelte rispetto alla formazione e alla vita, non sia affatto un premio, ma una punizione generalizzata, da respingere immediatamente. Il governo vorrebbe introdurre un modello di cui abbiamo già sperimentato il drammatico fallimento, avendo acceso la miccia della crisi globale.

Sul lato del reclutamento, invece, il Ministro Gelmini immagina di sopprimere definitivamente la figura del ricercatore a vita, per sostituirla con quella del ricercatore a contratto, che dopo sei anni potrebbe, forse, essere assunto, tramite dei concorsi, la cui condotta feudale resta uguale a quella che fin'ora abbiamo conosciuto. Una riforma quindi che cambia tutto per lasciare tutto immutato: dalla precarizzazione selvaggia della ricerca, alla dequalificazione completa della didattica, dalla permanenza dei meccanismi baronali alla totale carenza di mezzi adeguati per l'innovazione.

Crediamo che una riforma immaginata a misura dei tagli, anzi come una loro diretta conseguenza e razionalizzazione, sia insensata e pericolosa. Il governo pretenderebbe scaricare così i costi della crisi sulle spalle degli studenti e delle loro famiglie, per tentare di coprire l'assoluta assenza di politiche sociali ed economiche all'altezza delle urgenze del presente. Senza soldi, senza finanziamenti all'università e con scarse prospettive per la ricerca, nessuna riforma è possibile!!

Noi studenti e precari che rendiamo possibile l'esistenza dell'università non siamo stati consultati da nessuno! La Gelmini continua, da più di un anno, ad ignorare le esigenze reali del mondo della formazione, un comportamento davvero immeritevole per un Ministro!


LA GELMINI NON CI MERITA!

Studenti e precari della Sapienza

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