«Libereremo Padova da ogni cultura omofoba e reazionaria!» Un migliaio di persone a fianco di Mattias e Marlon

Appuntamento per mercoledì 30 settembre per una grande assemblea pubblica in piazza.

24 / 9 / 2020

Se qualcuno pensava di far piombare Padova in una coltre di paura si sbagliava di grosso. La risposta all’appello lanciato da Mattias e Marlon, aggrediti poco meno di una settimana fa per essersi scambiati un bacio in piazza, è stata davvero grande; un migliaio di persone provenienti da tutto il Veneto si sono presentate in piazza delle Erbe, solidali con i due ragazzi, in un presidio che si è trasformato in corteo.

Padova

Ad aprire gli interventi proprio i ragazzi coinvolti nell’aggressione omofoba. I due hanno ribadito fin da subito che la manifestazione è stata voluta per andare oltre le narrazioni mediatiche e per dare vita in maniera stabile a quelle relazioni in grado di far sentire sicura una comunità. È necessario dare la possibilità a tutti e tutte di non essere lasciati soli, soprattutto in questo periodo di pandemia dove i legami sociali vengono messi a dura prova e dove episodi di odio e di intolleranza - figli di una cultura sessista, fascista e patriarcale - continuano a svilupparsi a livello globale.

«Lanciamo un appello a questa piazza per costruire spazi e momenti sicuri e che rivendichino la libertà di opporsi e impedire anche con i nostri corpi ogni espressione e manifestazione che promuova odio e discriminazione, perché troppo spesso ciò avviene anche con l’appoggio delle istituzioni» dicono i ragazzi in apertura. Un appello rilanciato e sostenuto dai tanti interventi che si sono susseguiti al microfono.

Diverse le persone che hanno preso parola, da attivisti e attiviste dei centri sociali, a Non una di Meno, arcigay, collettivi universitari, coordinamenti degli studenti medi e associazioni altre. Sono stati ribaditi concetti chiari e comuni per cui le strade sicure le fanno i corpi che le attraversano, che la lotta non è reale finché non è intersezionale.

«Quando sentiamo di episodi simili subito proviamo rabbia, un senso di profonda ingiustizia, una voglia di rivalsa. Quando questo capita ai tuoi compagni, a persone vicine a te nella vita di tutti i giorni, è come uno scossone, una sveglia» dice Lisa del centro sociale Pedro, che rilancia un nuovo appuntamento pubblico per mercoledì prossimo.

Una piazza con una fortissima componente giovanile, decisa a combattere con forza ogni forma di discriminazione. Non a caso uno degli slogan lanciati più frequentemente è stato “No Justice! No Peace!” che da mesi riecheggia nelle strade americane grazie al movimento Black Lives Matter, capace di denunciare la violenza patriarcale e capitalista in ogni sua forma.

Una piazza antifascista, transfemminista e meticcia capace di mettere in rete tutte le lotte, trovando un colpevole comune chiamato capitalismo, che si può abbattere scardinando tutte le sue forme e strumenti come il patriarcato o il razzismo o eteronormatività.

Destrutturazione dell’eteronormatività cis, ma anche denuncia ed attacco alle narrazioni tossiche mainstream degli episodi di violenza di genere o transbiomofobica, in cui chi subisce la violenza sembra esserne il colpevole ed il carnefice invece una soggetto in qualche modo giustificabile.

I vari interventi hanno poi messo in luce che Stato, leggi e divise non sono certo la soluzione più auspicabili a fermare odio ed intolleranza, essendo essi stessi parte del problema, dall’accesso differenziale ai diritti e servizi, alla messa sullo stesso piano “delinquenziale” della violenza di chi stupra, devasta e aggredisce con chi si autodifende, chi mette a disposizione il proprio corpo nelle piazze e nelle azioni di contestazione contro i soggetti che discriminano e sfruttano.

Dopo le numerose voci in piazze, il presidio si è trasformato in un corteo per le vie del centro storico.

“No Justice! No Peace!”, appunto, ha continuato a riecheggiare nelle strade di Padova, a ribadire ancora una volta che le battaglie per i diritti non possono essere sganciate da una rivendicazione universale di giustizia sociale.

Il corteo, inoltre, passando anche da via Oberdan, dove il 29 marzo 2019 la polizia caricò violentemente una manifestazione che stava cercando di impedire un presidio per l’abolizione della legge 194 rivendica a gran voce che «la violenza omofoba e sessista appartiene anche alle forze dell’ordine e agli apparati istituzionali ed è anche per questo che siamo in piazza oggi!»

La giornata di ieri non si conclude qui, gli attivisti e le attiviste danno appuntamento alla città di Padova per mercoledì 30 settembre per una grande assemblea pubblica che dia continuità al fermento emerso ieri sera.

Padova 23 settembre 2020 - Noi non ci stiamo più!

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