Due iniziative per fare il punto sugli strumenti repressivi a carico dei movimenti

L'Europa degli stati d'eccezione e il diritto penale del nemico

Come leggere tra le righe della repressione la linea di trasformazione degli spazi pubblici in Europa

14 / 1 / 2016

La proclamazione dello stato d'emergenza in Francia e le indicazioni di Hollande sulla ripresa della riforma della carta costituzionale francese hanno riportato all'ordine del giorno della discussione la questione dell'agibilità politica dei movimenti sociali e delle pratiche di dissenso attivo. I venti reazionari d'oltralpe trovano in Italia una situazione già compiuta dal punto di vista degli strumenti giuridici repressivi: infatti, il vigente codice penale è il risultato del rimaneggiamento del Codice Rocco attraverso leggi speciali antiterrorismo (Reale), e del successivo allargamento della sfera degli atti interpretabili come terroristici, in particolare con le integrazioni all'articolo 270. Quest’attività legislativa si accorpa con l'uso da parte delle Procure di quei reati cosiddetti dormienti, in altre parole già contemplati nell'ordinamento penale ma mai contestati ad alcuno, "risvegliati" o magari applicati per la prima volta proprio a carico di qualche manifestante. Spicca la storia del reato di "devastazione e saccheggio", introdotto proprio da Rocco sotto il fascismo e pensato per essere applicato contro i protagonisti di eventuali tumulti tipici degli albori del ‘900 ma applicato per la prima volta nei procedimenti in seguito al G8 di Genova 2001, poi ripetuto laddove si sono trovate assieme intensità del conflitto e estensione della partecipazione alle giornate di lotta. Lotta che assume sempre più i tratti di un fenomeno continentale, come ci ricorda la vicenda dei cinque greci inquisiti per i fatti del primo maggio No Expo e per i quali è stata richiesta l'estradizione dalla Grecia.

Se terrorismo e devastazione e saccheggio rappresentano la punta dell'iceberg, l'elemento di sperimentazione giuridica più avanzato dei PM si da nelle accuse di resistenza a pubblico ufficiale, che può essere più o meno aggravata. Le immagini tragicomiche del presidio per i migranti a Brescia lo scorso inverno raccontano quanto questa fattispecie di reato sia anacronistico in iniziative di piazza, e quanto l'uso che la magistratura né fa abbia un sapore squisitamente repressivo con un retrogusto di vessazione. Il tentativo è quello di intimidire e zittire gli animatori delle piazze: se l'avvertimento non funziona, ci sono obblighi di dimora, fogli di via e tutto il repertorio delle misure cautelari discrezionali, dall'obbligo di firma alla detenzione preventiva in carcere.

Un capitolo a sè, tutto da approfondire, sono le "zone rosse", eredità anch'esse del G8 di Genova, di fatto aree rese inaccessibili manu militari per consentire ieri lo show delle svolte neoliberiste, oggi cantieri di ogni sorta. Le aree cantierabili secondo il decreto Sblocca Italia potranno essere dichiarate "d’interesse nazionale" e, di fatto, il modello di spossessamento del territorio messo a punto in Val Susa potrà essere replicato in tutta Italia.

Il diritto penale e forse ancora più l'uso che se ne fa nei tribunali si sta evolvendo distaccandosi dalla concezione classica che vede l'imputato innocente fino al più alto grado di giudizio e il condannato come un cittadino sanzionato: con una paurosa regressione, oggi l'indagato diviene immediatamente il nemico (dello Stato?). Vi è un nuovo modo di intendere le relazioni tra autorità statuale ed individui o gruppi e viene appunto etichettato come "diritto penae del nemico". Di fronte ad innovazioni così radicali anche l'esperienza e la cassetta degli attrezzi dei legali che difendono attivisti e militanti si trovano sprovviste di strumenti adeguati, e ben vengano le iniziative come il convegno europeo [http://goo.gl/tA5YOR] promossa dall'Osservatorio sulla Repressione oggi a Roma, che mette al centro la sostituzione dello Stato di diritto con lo stato d'Eccezione a livello europeo, e il convegno [http://goo.gl/W9F0pd] che l'Unione delle Camere Penali organizza a Bologna la settimana prossima proprio sul Diritto penale del Nemico.

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