Le verita' nascoste della fusione per incorporazione Acegas aps - Hera

8 / 10 / 2012



Nella seduta del consiglio comunale del 24 settembre 2012, si è scelto di calpestare il risultato del referendum del 2011 e di procedere sulla via di una privatizzazione strisciante dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali attraverso la vendita (detta fusione per incorporazione) di AcegasAps ad Hera, multiutility emiliano-romagnola.

Nella maggioranza hanno votato a favore dell'operazione i consiglieri PD, IDV, SEL mentre Daniela Ruffini del PRC- PDCI ha votato contro e il consigliere Pisani si è astenuto.

L'opposizione nel classico gioco delle parti con i 15 consiglieri presenti ha votato contro la fusione pur dichiarandosi ovviamente d’accordo con l’ottica delle aggregazioni e delle privatizzazioni.

La serata è stata caratterizzata fuori e dentro il Consiglio comunale dalla presenza di numerosi cittadine e cittadini, associazioni, comitati, centri sociali che hanno voluto far sentire la loro voce contestando con chiarezza la fusione che, per merito, forma e contenuti, è un'operazione volta a salvaguardare gli interessi spartitori di piccoli e grandi poteri ( ... di piccole grandi poltrone !!??) e a subordinare le scelte dalla politica agli interessi del mercato e della finanza.

Tutta l’operazione “fusione” è avvenuta in tempi strettissimi: dalla prima notizia apparsa sulla stampa cittadina nel giugno 2012, alla definitiva delibera consiliare sono trascorsi meno di tre mesi, al punto che anche la legittima richiesta di sospendere la votazione per informare e coinvolgere la cittadinanza attraverso un percorso di consultazione è stata incredibilmente respinta.

Tanta fretta è apparsa quanto meno sospetta e rafforza la nostra convinzione che quest’operazione sia parte di un disegno più generale di privatizzazione strisciante dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali nel nostro Paese, con tanti saluti alla straordinaria vittoria referendaria del 12 e 13 giugno 2011!!

Nell’assenza di un reale contraddittorio in città, intendiamo socializzare le note che seguono, come contributo per svelare le tante falsità, ambiguità, affermazioni truccate utilizzate dai suoi sostenitori per coprire le verità sottese a questa sciagurata operazione.

Ci hanno sommerso di numeri e dati ma quello che pensiamo interessi alla città sia cogliere realmente il senso di un'operazione che consegna i nostri servizi alle logiche nefaste del mercato e del profitto.

PRIMO

Affermano che la fusione Acegas Aps –Hera andava fatta subito e si è svolta con il massimo coinvolgimento possibile della città.

E’ FALSO!

Il calendario della fusione è stato dettato dai Consigli di amministrazione, non c'era nessun obbligo. Si è trattato di una scelta politica.

L'operazione si è svolta con metodo tutto verticista e chiuso nelle stanze dei poteri economici. Le migliaia di cittadini che pagano con le loro bollette sempre più care i servizi erogati (acqua e rifiuti in primis), non hanno avuto voce in capitolo e le informazioni parziali sull'operazione sono filtrate solo attraverso articoli di giornale, note stampa e lo svolgimento di commissioni consiliari.

La decisione definitiva si poteva posticipare per aprire, come da noi richiesto, un processo di informazione e consultazione reale della città. Ma alla nostra richiesta di sospensione dell’operazione ci è stato risposto: “non ci sono i tempi tecnici, ai primi di ottobre deve riunirsi l'assemblea degli azionisti di Hera, che vogliono una risposta subito … L’operazione deve concludersi entro gennaio 2013!”

Altro che garanzie di democrazia, altro che Comune più forte: già prima della fusione è HERA spa che detta il calendario, che fa precedere i propri tempi aziendali a quelli della democrazia. Il tutto perfettamente coerente con l’assunto dominante: i “mercati” dettano la linea politica ai governi esattamente come i Consigli di amministrazione decidono al posto dei Consigli comunali , chiamati poi a ratificare quelle scelte. Insomma, siamo già sotto ricatto!!

SECONDO

Per giustificare la fusione con Hera hanno sostenuto che l'indicazione viene dall'Europa e che l'operazione non va contro il risultato referendario.

E' FALSO!

Cominciamo col dire che l’abrogazione delle norme sottoposte a referendum nel giugno del 2011 ci consegna un quadro normativo chiaro.

Con l’abrogazione del “Decreto Ronchi” e sue successive modifiche, operata dal Primo quesito referendario riprende vigore la disciplina comunitaria in ordine alla gestione dei servizi pubblici locali, la quale prevede anche la gestione tramite enti di diritto pubblico. Dunque, è una falsità affermare che l’Europa ci impone un certo tipo di scelte.

Già il governo Berlusconi ad agosto 2011 aveva cercato di cancellare i referendum riproponendo sfacciatamente le norme abrogate. Lo stesso governo Monti ha continuato a non tener conto dei referendum. Su tutto questo è intervenuta in maniera chiara la Corte Costituzionale con la sentenza di 199/2012 ribadendo la validità del risultato referendario. Si tratta dunque di scelte politiche e non imposte a priori.

TERZO

Affermano che la gestione dei servizi fatta da Società per azioni con maggioranza pubblica difende l'acqua e i servizi dalla privatizzazione.

E' FALSO!

Noi parliamo di privatizzazione strisciante perchè già la gestione dei servizi locali tramite una Società per azioni, per di più quotata in borsa, come ACEGAS APS era in contrasto con l’esito referendario.

Ancor più l'incorporazione in HERA fa prevalere l'essenza stessa delle Società per azioni, che partecipate o meno dal “pubblico”, hanno un consiglio di amministrazione e degli azionisti da soddisfare mediante distribuzione di utili, cioè profitti.

Ed è proprio questa priorità che porta a spericolate operazione finanziarie e che viene anteposta a criteri gestionali quali l’equità del servizio, la minimizzazione dell'impatto ambientale, la riduzione degli sprechi di acqua, la riduzione della produzione di rifiuti, il rispetto del territorio e della salute delle cittadine e dei cittadini.

QUARTO

Affermano che non c'era alternativa alla fusione-incorporazione e che, in ogni caso, non ci sono i soldi per operare diversamente.

E' FALSO!

Per rispettare la volontà referendaria l’amministrazione patavina, come qualsiasi altra amministrazione, avrebbe dovuto avviare un percorso per fuoriuscire dalla logica delle società per azioni e costruire insieme alla cittadinanza, i comitati, le associazioni, il cammino per una reale di ripubblicizzazione sul modello dell’azienda speciale di diritto pubblico, che ha già trovato applicazione in Italia a Napoli e in Europa a Parigi, Berlino etc..

Ma attenzione, il “pubblico” a cui ci riferiamo non è certo quella consorteria di ladri e speculatori che le cronache giudiziarie quotidianamente denunciano. Pensiamo, invece, ad una gestione autenticamente democratica, trasparente, nella quale la cittadinanza - nelle sue multiformi articolazioni - partecipa e decide al pari degli altri. Aziende di diritto pubblico con lo scopo chiaro di gestire i servizi come beni comuni e non come merci da usare per far profitti.

Non ci sono i soldi per ripublicizzare?

E i miliardi di euro di liquidità della Cassa Depositi e Prestiti, tutti derivati da risparmi dei cittadini? Quale migliore occasione per investire un po' di quella montagna di soldi in attività utili alla collettività?

Certo, se si pensa che al centro del nostro orizzonte tutto debba essere asservito al mercato e alle logiche imposte dalla finanza, allora tanto vale dire che in presenza dei tagli ai comuni per fare cassa si possono vendere anche i monumenti cittadini e usare i servizi per fare profitti!!! Oppure si può pensare che l'acqua del sindaco possa essere, sempre per guadagnare, venduta in bottiglia ( .. di vetro però come richiesto nella “raccomandazione” chiesta dalla consigliera di Sel!).

QUINTO

Affermano che l'ingresso nell’operazione della Cassa Depositi e Prestiti rafforza la dimensione pubblica della nuova multiutility contro ogni ipotesi di privatizzazione dei servizi.

E’ FALSO!

Cos'è oggi la Cassa Depositi e Prestiti? Nata nel 1850 la sua funzione era quella di raccogliere il risparmio postale dei cittadini per utilizzarlo per il finanziamento a tassi agevolati degli investimenti degli enti locali: una tipica funzione pubblica.Nel 2003 viene trasformata in una Società per azioni con soci privati e il suo raggio d’azione si amplia fino ad intervenire in tutti i settori della politica economica del paese e sul mercato finanziario internazionale. Gli investimento hanno come scopo principale quello di produrre utili per gli azionisti. Sparisce quindi ogni finalità pubblica visto che il finanziamento degli investimenti degli enti locali non è più fatto a tassi agevolati, bensì a tassi di mercato, con l’effetto di spingere i comuni a cercare finanziamenti direttamente dalla banche.

La Cassa Depositi e Prestiti opera con diversi fondi. Uno di questi è il Fondo Strategico Italiano (FSI), che entrerà nella nuova Hera.

Il suo peso nella nuova Hera, con gli 80 milioni di euro, che porterà in dote, determinerà attraverso un'operazione di aumento di capitale una riformulazione delle percentuali assegnate a tutti i soci, compresi i comuni.

Per capirci nella nuova Hera il Fondo avrà circa il 6% e Padova ad esempio circa il 5%. Certo ci viene detto che l'insieme degli enti pubblici (in cui sono compresi i comuni ed anche il Fondo della Cassa Depositi e prestiti), presenti nella multiutylity, manterranno la maggioranza della società. Ma come si fa a fidarsi di queste rassicurazioni infilandoci in una società per azioni con così tante variabili ed interessi? Chi assicura che poi qualcuno non inizi a vendere le sue quote?

SESTO

Ci viene detto che per la gestione dei servizi è meglio essere, anche con una quota minore, in una società grande e capace di competere sul mercato.

E' FALSO!

Per prima cosa abbiamo tutti sotto gli occhi cosa comporti la competizione nei mercati: il caso Lehman Brothers dovrebbe aver insegnato qualcosa anche nella nostra città!

La nuova Hera si appresta a diventare la prima azienda in materia di gestione rifiuti, la seconda per gestione del servizio idrico, la ventesima azienda italiana per dipendenti (8.500). Alla luce di questi dati è evidente che per un'azienda di queste proporzioni il business è centrale e che la cura dei servizi, che dovrebbe avere una forte natura territoriale, passa in secondo piano. Al primo posto vengono operazioni di mercato, acquisizioni, espansioni anche per garantire gli interessi dei grandi gruppi privati presenti in forza nella società. Guardando infatti la situazione da un punto di vista delle strategie generali, l'interesse di Hera è finalizzato a favorire l’espansione della stessa nelle regioni del nord-est, iniziando dall’incorporazione di Acegas Aps, appunto.Questa operazione è parte di un disegno più ampio che vorrebbe arrivare a costituire un'unica, gigantesca multiutility per tutto il nord Italia.

Crediamo, invece, che da questa operazione rafforzato ne uscirà soltanto il debito:

ai circa 500 milioni di € già accumulati da Acegas Aps si sommeranno i 2 miliardi e 300 milioni che porterà in dote Hera. Totale del debito 2 miliardi e 800 milioni!!

E sappiamo come per risanare i debiti la logica destinata a prevalere sarà quella di pesare sugli utenti.

SETTIMO

Affermano che le tariffe non aumenteranno.

E' FALSO!

Già oggi le tariffe, determinate dagli enti competenti, non fanno che crescere.

Quelle del servizio idrico, poi, denunciano una situazione paradossale. L'abbiamo sperimentato con chiarezza durante la Campagna di obbedienza civile per far rispettare il secondo quesito referendario, volto a eliminare i profitti dall'acqua. Ricordiamo infatti che nelle nostre tariffe idriche continua ad essere prelevata illegittimamente la quota di remunerazione del capitale investito che per Padova è del 17%. In questa occasione abbiamo assistito ad un rimpallo di responsabilità tra Ato e gestore (Acegas Aps) con il comune di Padova, presente in tutte e due le strutture, che declinava ogni responsabilità. Il gioco delle tre carte per continuare a far pagare una quota illegittima della tariffa ai cittadini/utenti. In ogni caso sia le tariffe dell'acqua e dei rifiuti non fanno altro che aumentare costantemente, per cui dire che con la fusione si garantisce che questo non avverrà è quantomeno irrispettoso dell'intelligenza dei cittadini.

OTTAVO

Affermano che nella fusione con Hera si garantirà, grazie al protocollo fra sindaci di Padova e Trieste e i sindacati CGIL CISL UIL, la salvaguardia dei posti di lavoro e la qualità dei servizi.

E’ FALSO!

Intanto stiamo parlando di un protocollo tra sindaci e sindacati senza la firma dell'azienda che dunque non è tenuta a nessun vincolo.

Per la nuova Hera, come per qualsiasi grande azienda, al primo posto c'è la necessità di stare competitivamente nel mercato e di fare contenti gli azionisti. Anche le spese per il personale devono seguire la stessa logica. Per cui se vi saranno esuberi in base agli obiettivi aziendali, nessuno potrà impedire licenziamenti: né i sindacati, né tantomeno l'amministrazione comunale. Per i lavoratori non è difficile prevedere che si andrà ad una riorganizzazione del lavoro con logica verticale e non certo attenta alla territorialità. Il tutto non farà che mettere in secondo piano la qualità dei servizi erogati.

NONO

Affermano che si andrà ad un ridimensionamento degli stipendi dei manager, come hanno sostenuto di aver ottenuto attraverso delle “raccomandazioni” i consiglieri di Sel e Idv per dare il loro assenso alla fusione-incorporazione.

E' FALSO!

Occorre innanzitutto rilevare che le cosidette “raccomandazioni” in generale sono solo uno specchio per le allodole, totalmente prive di efficacia. Perché nelle Società per azioni il numero dei consiglieri di amministrazione, l’entità dei loro compensi etc. non sono certo materia di competenza dei consigli comunali!! La totale autonomia e segretezza dell'operato dei Consigli d'ammnistrazione in una Società per azioni fanno parte della loro stessa natura.

Ma di che posti stiamo parlando?

Un posto spetterà a Padova nel Consiglio d'amministrazione della nuova Hera.

Due posti spetteranno sempre a Padova nel Consiglio d'amministrazione di Acegas Aps, che non sparirà ma diventerà Società Operativa Territoriale del gruppo Hera e nel cui Cda Hera avrà 5 consiglieri.

Resta peraltro aperta tutta la questione degli stipendi dati ai dirigenti per le varie funzioni, che non rientrano neanche nelle “raccomandazioni”. Dirigenti che continueranno a percepire emolumenti di misura notevolmente superiore allo stipendio medio di un qualsiasi quadro aziendale. Insomma poltrone ed incarichi che solo ingenuità o malafede possono pensare non verranno distribuiti attraverso i soliti meccanismi clientelari e con stipendi in ogni caso ben consistenti.

DECIMO

Affermano per quanto riguarda i rifiuti che la scelta della fusione con Hera è compatibile con l'aumento della raccolta differenziata e non si andrà ad un rafforzamento dell'incenerimento.

E' FALSO!

Qui siamo veramente alla provocazione. Come si fa a sostenere che nel momento in cui i rifiuti saranno gestiti dalla nuova Hera che ha il suo core-business proprio nella costruzione e gestione degli inceneritori, la stessa azienda sceglierà di mettere in secondo piano l'incenerimento rispetto ad altre tecniche di smaltimento dei rifiuti?

Altro che raccolta differenziata, riciclo e riuso! Gli inceneritori dovranno funzionare a tutto spiano per fare profitti, comprese le 3 linee padovane. E per favore, non diciamo che a controllare la quantità e quello che si brucia sarà la regione o altri enti .. abbiamo già visto, come denunciato dai comitati dei cittadini, arrivare all'inceneritore di San Lazzaro anche rifiuti speciali da altre regioni . Il tutto senza che la regione veneto formalmente ne sapesse nulla. D'altronde se lo scopo dell'azienda, in questo caso la nuova Hera, è massimizzare i risultati funzionali degli impianti è chiaro che i rifiuti da incenerire devono costantemente arrivare . In questo contesto appaiono assolutamente ridicole le “raccomandazioni”, poste dai consiglieri comunali di IDV e SEL, che parlano della chiusura della prima linea come qualcosa da “attuare” nel 2025, quando saranno ammortizzati i costi dei mutui accesi.

Ma come? La chiusura della prima linea non era già stata promessa come qualcosa da fare subito, nella scorsa campagna elettorale del 2009?

Per cui dovremmo tenerci la prima, la seconda e anche la terza linea dell'inceneritore accettando che a Padova la salute dei cittadini passi in secondo piano insieme allo sviluppo di alternative di gestione dei rifiuti quali la differenziata, il riuso e il riciclo.

A cura del Comitato Provinciale Due Sì per l'acqua bene comune Padova

mail [email protected]

La mobilitazione contro la fusione Acegas Aps – Hera è sostenuta dal Forum Italino dei Movimenti per l'acqua

http://www.acquabenecomune.org/

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