Questa sera il Festival NoDalMolin ha segnato l'arrivo sul territorio
vicentino delle Pussy Riot. Prima dell'esibizione dei ritrovati Derozer,
alcune attiviste del gruppo "We Want Sex" sono salite sul palco con gli
inconfondibili balaclava colorati per manifestare la loro solidarietà e
il loro sostegno alle tre manifestanti e musiciste del famoso gruppo
russo condannate a 2 anni di carcere lo scorso 17 agosto 2012 per
"teppismo motivato da odio religioso", sanzione seguita da numerose
critiche.
Non si tratta di un movimento confinato al paese
controllato da Vladimir Putin; la mobilitazione che si sta propagando in
tutta Europa, e non solo, è un chiaro segno della voglia di reagire dei
cittadini di fronte alla continua negazione di libertà fondamentali
come quelle sessuale e di espressione, nonché di affrontare un
capitalismo che ormai non ha più nulla in comune con la democrazia.
Come
hanno affermato le giovani donne vicentine, " le Pussy Riot vogliono la
libertà da una società patriarcale e fortemente militarizzata, dal
capitalismo, dalla religione, dalla morale convenzionale, della
disuguaglianza". Tutto questo trova un terreno fin troppo fertile in
Russia; anche Vicenza, purtroppo, non è esente dal problema della
militarizzazione, sempre più presente in questo territorio. Dopo la
costruzione della base Dal Molin, è di oggi, infatti, la notizia che
presto un nuovo polo statunitense per l'addestramento militare sarà
istituito nella Site Pluto di Longare.
Il Festival, così come le
Pussy Riot, dimostra come sia possibile trovare importanti alternative
in questo periodo di crisi che da troppo tempo viene preso come
giustificazione a ingiustizie ed episodi di repressione a danni di
cittadini costretti all'ignoranza e non consapevoli.
Le Pussy Riot al Festival NoDalMolin
26 / 8 / 2012