Le Marche non staranno #maiconSalvini

In occasione del primo tour marchigiano di Salvini, le Marche antirazziste lo contestano in tre delle quattro tappe: Ancona, Porto Recanati e Macerata

27 / 4 / 2015

Oggi le Marche antirazziste e solidali hanno contestato il primo tour in regione di Matteo Salvini, per respingere le sue idee razziste e xenofobe, che non fanno che alimentare il clima di odio e la guerra tra poveri.

Questa mattina ad Ancona dalle ore 10 una composizione eterogenea di antifascisti e antirazzisti, italiani e stranieri, ha presidiato piazza Roma, dove era previsto l'arrivo di Salvini per le ore 12. Prima di lui sono arrivati quattro leghisti con un banchetto, a cui i manifestanti sono riusciti a portare via i manifesti. Mentre quattro camionette della celere si sono schierate in difesa della propaganda razzista, all'arrivo di Salvini è partito un fitto lancio di uova e fumogeni, che ha impedito il comizio, che si è difatti risolto in una conferenza stampa di cinque minuti. Tre cariche della polizia hanno tentato di disperdere i manifestanti, veri protagonisti della piazza, con cori e slogan a rivendicare tra l'altro un'Europa inclusiva e senza confini. Subito dopo il presidio si è spostato nel quartiere Piano, la zona di Ancona con il maggior numero di migranti e dove era prevista una visita di Salvini; qui la determinazione della piazza ha impedito anche solo che si affacciasse.

Alle 15 Salvini è arrivato all'Hotel House di Porto Recanati, anche lì atteso da una numerosa delegazione antirazzista e meticcia che lo ha immediatamente respinto. Nel palazzone del paese marchigiano sono confinate più di 3 mila persone (in un paese di circa 12 mila) di molte nazionalità differenti, in condizioni precarie. La soluzione di Salvini non è ovviamente quella di creare un'alternativa a chi non può permettersi altro alloggio, in un paesino in cui gli affitti sono molto elevati, essendo zona di turismo estivo, con case lasciate vuote per dieci mesi all'anno, ma prima di lui è arrivata la sua idea di demolire l'intero palazzo, come per i barconi nel Mediterraneo, la sua è la soluzione dell'odio verso il povero. I migranti lì residenti e i solidali allora hanno impedito il suo ingresso nel palazzo, incordonandosi nel viale di accesso, al grido di "fuori i razzisti dalle città".

Dopo il flop di Porto Recanati, Salvini si è mosso alla volta di Macerata, dove ad attenderlo c'era ancora una volta una piazza antirazzista e antifascista, contro pochi leghisti difesi dai manganelli dello Stato. Imponente e spropositato lo spiegamento delle forze dell'ordine a difesa della xenofobia e del razzismo di Salvini: senza alcuna motivazione la polizia ha caricato la piazza a freddo e con violenza, senza riuscire però a disperdere i manifestanti che anzi sono continuati ad arrivare, determinati a cacciare Salvini e la sua politica di odio e intolleranza. 

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