Lavoro, razzismo, diritti, cittadinanza. Seminario di Uninomade sulle migrazioni

Tutti i materiali della giornata del 13 febbraio 2010 al TPO di Bologna

16 / 2 / 2010

Il 13 febbraio del 2010, lo stesso giorno degli eventi di via Padova a Milano, si è tenuto a Bologna un importante appuntamento di Uninomade, organizzato insieme al Progetto Melting Pot, che ha affrontato proprio il tema complesso e attualissimo delle migrazioni contemporanee. Docenti, ricercatori, attivisti, giornalisti, hanno dato vita a un dibattito ricco di suggestioni e teso a reperire nuove chiavi interpretative, cercando di superare con coraggio i vecchi schemi e le tentazioni ideologiche che hanno a volte caratterizzato anche gli approcci più onesti rispetto a questo tema. Le relazioni introduttive sono state organizzate attorno a quattro fondamentali categorie: la cittadinanza, i diritti, il razzismo (e l’antirazzismo), e il lavoro. Filo conduttore di gran parte degli interventi si è rivelata la riflessione sul "diritto di restare": un diritto che, se esercitato "in movimento", possiede la forza dirompente di scardinare le vecchie categorie della nazione, del territorio e della cittadinanza, e diventa strumento attraverso il quale analizzare la crisi contemporanea.

Qui di seguito riportiamo testi e audio dell’intero seminario:

-  Diritti, cittadinanza, lavoro e antirazzismo. Relazione introduttiva
di Sandro Mezzadra

Per quel che riguarda Uninomade, questo è un primo tentativo di organizzare un momento di riflessione e di approfondimento immediatamente a ridosso di eventi politicamente salienti.
Fino ad oggi Uninomade si è caratterizzata per l’organizzazione di seminari attorno a grandi temi teorici: la democrazia, il “comune”, c’è stata una serie di incontri proprio attorno al tema del comune che fanno riferimento evidentemente a un percorso di ricerca di medio periodo che ha le sue esigenze e soprattutto i suoi tempi. Ma fin dall’inizio abbiamo avvertito la necessità di affiancare a questo percorso di periodo medio lungo momenti di approfondimento e riflessione a ridosso di eventi su questioni politicamente urgenti, di attualità.

Discutiamo di migrazioni quest’oggi circa un mese dopo i fatti di Rosarno, la rivolta dei migranti a Rosarno e il tentativo di pogrom che è seguito, e a poco meno di due settimane dal primo marzo, dalla giornata senza di noi che molte e molti dei presenti stanno contribuendo a costruire dentro un percorso di ricerca di nuove forme di azione politica e nell’ultima parte del seminario di oggi vorremmo anche confrontarci sulle idee e sulle proposte che attorno al primo marzo stanno circolando.. (continua)

---------------------------------------------------------------------------

-  Movimenti e lotte
di Nicola Grigion

Io proverò a proporre alcuni temi, qualche suggestione e probabilmente anche una serie di interrogativi che per forza di cose non potranno che rimanere aperti, facendo ovviamente tesoro di quell’enorme patrimonio di analisi teorica e di esperienza politica che molti compagne e compagni ci hanno regalato in questi anni, ma con lo sforzo di provare insieme ad afferrare ciò che oggi ancora ci sfugge. Lo farò a partire dalla mie esperienza di lavoro in Melting Pot, un osservatorio privilegiato, cercando di non soffermarmi troppo sulla singola esperienza, la singola storia, la singola parzialità, perchè credo che in questo momento più che in altri abbiamo bisogno di fermarci a ragionare insieme con uno sguardo ampio, non per trovare sicurezze, ma per farci insieme le molte domande che la composizione sociale odierna non ci aiuta a risolvere ed a cui solo attraverso il pensiero globale, uno sguardo complessivo, possiamo provare a dare risposta. Il punto non è solo quello di chiederci quale sarà il destino delle lotte dei migranti, ma quello di interrogarci su come possiamo posizionarci noi dentro a questo terreno che interroga tutta la società....(continua)

---------------------------------------------------------------------------

-  La dimensione europea delle migrazioni e delle politiche migratorie
di Vassilis Tsianos
(tradotto da Sandro Mezzadra)

Voglio prima di tutto ringraziare voi che i compagni e le compagne che mi hanno invitato a questo seminario. Cercherò di essere il più possibile breve, limitandomi a trattare due punti e a sollevare alla fine una domanda che vorrei discutere con voi. La prima tesi che vorrei condividere con voi è che il regime di controllo dei confini in Europa su cui insieme ad altri ho lavorato molto non è da intendersi come qualcosa che funziona secondo un modello Top-down, come se ci fosse la Commissione in alto che dà le sue indicazioni che discendono linearmente verso il basso fino a colpire i migranti. Anche se la Commissione europea negli ultimi tre anni ha investito ben due miliardi di euro per la militarizzazione dei confini esterni, le agenzie europee come Frontex, ma anche le agenzie nazionali che si occupano di controllo dei confini non possono vantare dei successi straordinari. per quel che riguarda Frontex, ad esempio, negli ultimi quattro anni, il numero di migranti clandestinizzati che sono stati fermati ed espulsi nel corso di operazioni gestite dall’Agenzia europea di controlllo dei confini è di 1.800 persone, un numero veramente straordinario per un’agenzia che ha avuto finanziamenti molto consistenti. Questo non significa che il controllo delle migrazioni in Europa non funzioni....(continua)

----------------------------------------------------------------------------

-  Confinamenti, sconfinamenti, diritti
di Alessandra Sciurba

Confinamenti, sconfinamenti, diritti: questi tre termini che delimitano delle tematiche immense, possono sembrare a prima vista slegati tra loro, mentre mantengono invece un nesso inscindibile che è proprio quello che vorrei cercare oggi di indagare.
Iniziamo dalla fine, ossia dall’ultima di queste tre parole: i diritti.
Chiedo scusa se vi tedio con un breve excursus storico su cosa sono i diritti umani, spero che possa essere in qualche modo utile. I diritti, intesi in senso soggettivo, sono quegli attributi di una persona comunemente definiti come delle “pretese legittime”, ovvero legittimate da una regola o accordo precedente.
Esistono moltissime classificazioni dei diritti, che li analizzano di volta in volta in quanto libertà negative o pretese positive, diritti di prima generazione o di seconda e terza generazione; diritti privati o diritti pubblici.
Io oggi parlo di quella particolare categoria di diritti pubblici soggettivi che sono i diritti umani, ovvero quei diritti definiti come universali, inalienabili, inviolabili, e che si vorrebbero attribuiti all’uomo in quanto tale, indipendentemente da qualunque statuto giuridico aggiuntivo o da qualunque luogo del mondo in si ritrovi a vivere...(continua)

----------------------------------------------------------------------------

-  Lavoro e cittadinanza migrante
di Sandro Chignola

Quello che mi si chiede è un intervento difficile. Difficile perché costretto ad una strana operazione sul piano temporale. Da un lato, esso deve riprendere il filo di una discussione interrotta. Quasi come se, cioè, non avessimo negli anni accumulato una serie di riflessioni, elaborazioni, sperimentazioni politiche decisive sul terreno delle migrazioni e delle trasformazioni della cittadinanza. Dall’altro, perché mi obbliga ad espormi sul terreno della crisi e sull’effetto che essa potrebbe indurre in rapporto ai flussi migratori, senza tuttavia che la crisi abbia ancora sedimentato passaggi definitivi.
Più di una volta ci siamo detti che cartografare i processi e le tendenze è un’operazione difficile. E che ancora più difficile è lavorare su quadri in movimento, in rapidissima trasformazione, come quelli della cittadinanza.
Se è vero che all’origine della sociologia c’è il dagherrotipo, la fotografia, è una fotografia davvero difficile da mettere a fuoco, quella che cerca di catturare la mobilità sfuggente, rapidissima, del migrante...(continua)

----------------------------------------------------------------------------

-  Metamorfosi del razzismo
di Anna Curcio

Per discutere le metamorfosi del razzismo, vorrei partire dal rapporto sottile e al contempo problematico che corre tra razza e razzismo. Si tratta di un rapporto in cui il razzismo si darebbe come comportamento, come condotta o atteggiamento (discriminatorio) rispetto alla razza. Tuttavia, se il termine razzismo é di uso comune, il termine razza no. Ci hanno insegnato che le razze non esistono. E quando scriviamo la parola razza stiamo ben attenti a virgolettarla. Alberto Burgio, nel suo contributo al recente Rapporto sul razzismo in Italia (edito da Grazia Naletto, manifestolibri, 2009) afferma che non si dovrebbe mai parlare di razza come di una realtà. La razza, insomma tanto nel linguaggio scientifico quanto nell’uso comune, é una sorta di tabù...(continua)

----------------------------------------------------------------------------

-  Migrazioni e cartografia della crisi. Introduzine al dibattito
di Federico Rahola

Non so se sono la persona più adatta perché difetto in sistematicità e capacitò espositiva chiara, lineare e puntiforme di cui invece hanno dato prova gli interventi che mi hanno preceduto. Sto cercando di individuare dei fili comuni degli interventi di oggi e mi veniva in mente un saggio di Said di una quindicina di anni fa che si chiama Travelling theory, in cui Said cercava di far vedere come le teorie spostandosi e viaggiando di luogo in luogo quasi per impollinazione si arricchissero, si riarticolassero, si ridefinissero. Dicio questo perché esiste secondo me la necessità, che trapela più o meno da tutte le relaizoni che abbiamo sentito, non solo di uno sforzo da parte nostra di traduzione e di riarticolazione, ma anche di una pratica continua di traduzione e di riarticolazione che contraddistingue quello che si può definire il protagonismo migrante. Invece di parlare di travelling theory potremmo parlare di travelling labour, ovvero di cosa si porta dietro quando viaggia il lavoro vivo, cosa riarticola, cosa ridefinisce, cosa inventa nel movimento e nello spostamento il lavoro migrante....(continua)

Playlist