E' partito nel pomeriggio il corteo promosso dai comitati aquilani e abruzzesi, e che ha raggiunto nonostante il divieto della mattinata la Villa Comunale che segna l'inizio del Centro storico cittadino.
Aperto dalle "Last Ladies" delle tendopoli, ormai a metà tra C.I.E. e campi profughi in cui i diritti civili sono sospesi, il corteo ha saputo esprimere allo stesso tempo ironia e determinazione nel reclamare i diritti delle popolazioni locali: lo spezzone d'apertura portava in mano i vassoi vuoti, a segnalare la volontà dei terremotati di "non essere più imboccati da Governo e Protezione Civile".
Alcuni slogan scanditi dai partecipanti: "Questa è la nostra città, siamo stanchi dei vostri galà!", "Michelle,Carla, venite nelle tende, le donne abruzzesi vi aspettano in mutande!"
Il corteo ha quindi lambito un centro storico completamente blindato e chiuso ai residenti che non possono entrare nemmeno per recuperare effetti personali, mentre è stato trasformato in un palcoscenico globale da Berlusconi e gli altri "grandi" per ribadire l'artifico dell'impossibile gestione della crisi globale.
Durante il passaggio di fronte alla tendopoli di Collemaggio, un episodio inquietante: al grido di "Uscite, uscite!" i manifestanti hanno invitato gli abitanti ad unirsi alla manifestazione, ma un cordone di celere si è rapidamente schierato di fronte all'ingresso impedendo ogni comunicazione: un altro segnale della ormai abituale militarizzazione totale del territorio aquilano, a cui si somma la violenza della "Zona Rossa" dovuta alla presenza del vertice.
Il corteo è ora fermo di fronte alla Villa Comunale, e continua a reclamare il diritto per gli abruzzesi di prendere in mano in autonomia il processo di ricostruzione, contro la truffa del piano C.A.S.E. proposto da Berlusconi.
Le dirette continuano per tutto il pomeriggio su Sherwood Network, ascoltabile in streaming dal box in Home Page!