L'Aquila - Al consiglio regionale la Ricostruzione è blindata

22 / 9 / 2010

Ancora una volta un’assise pubblica chiusa alla cittadinanza: al Consiglio Regionale straordinario convocato oggi alle 15 per discutere della ricostruzione post-terremoto dell’Abruzzo, sono state sbarrate le porte. E i cittadini ancora una volta si sono trovati un cordone di polizia, a dividerli dai loro rappresentanti eletti.

Quando finalmente siamo riusciti a entrare, la seduta di consiglio è stata prima sospesa e poi interrotta. Non era certo questo che volevamo: eravamo arrivati per entrare e ascoltare. Siamo stati costretti a forzare i blocchi della Polizia. Un simile ordine del giorno era tale da prevedere una grande partecipazione: come si può pensare di farlo a porte chiuse, o limitando a pochissime persone la libertà di partecipazione? Condanniamo pertanto il comportamento di quei consiglieri – e del Presidente Chiodi – che hanno abbandonato l’assise.

Ribadiamo tutta la nostra avversione alla logica del commissariamento: la ricostruzione non può essere gestita con le ordinanze e affidata a personaggi di dubbia competenza, che non godono di nessuna investitura democratica e che hanno già dimostrato in passato di non saper vigilare sulla correttezza della gestione dei fondi pubblici.

Il futuro del nostro territorio deve essere affidato alla certezza della legge e dell’arrivo dei fondi. Continueremo a sostenere l’importanza della partecipazione dei cittadini nel lungo processo di ricostruzione.

Chiediamo una chiara presa di posizione da parte di tutti i consiglieri regionali riguardo al Commissariamento e alla figura di Antonio Cicchetti. Chiediamo se intendono riappropriarsi della loro dignità di eletti perché solo a loro, per legge, spettano i compiti di vigilanza e indirizzo, poteri che non possono essere attribuiti dall’alto.

Rifiutiamo con sdegno l’accusa di  essere “un gruppo di violenti facinorosi”, formulata dal consigliere Pdl Riccardo Chiavaroli. “Una legittima espressione del pensiero e del dissenso”, come afferma Chiavaroli, era esattamente quello che intendevamo fare, quando abbiamo trovato la Polizia a sbarrarci la porta di un’assise pubblica. La stessa Polizia che troviamo ogni volta. Riteniamo che la vera violenza sia quella di sottrarre ai cittadini il loro futuro, di esautorare le istituzioni democratiche per attribuire i loro poteri a chi no ha nessun titolo per riceverli e  cercare di criminalizzare ogni forma di dissenso.

Domani alle 15.00 saremo di nuovo qui.

I Cittadini in assemblea dentro la sala del consiglio regionale

Tratto da:

L'Aquila Protesta Consiglio Regionale

L'Aquila Protesta Consiglio Regionale 2