Nicola Caforio
(NTNN) - Migliaia di chilometri in mare, una tratta infinita che si conclude in un Cie (centro di identificazione ed espulsione) in un'isola: Lampedusa. E' questa la storia degli oltre seimila migranti che da settimane vivono in condizioni al limite della sopravvivenza e le cui storie si sono intrecciate con quelle di chi su quell'isola ci abita: i cittadini di Lampedusa. In questi giorni gli abitanti hanno fatto varie azioni di protesta: hanno bloccato il porto, hanno minacciato lo sciopero generale e hanno occupato il comune. I giornali parlano di rabbia contro i migranti, ma i lampedusani non ci stanno e dicono: “Siamo ostaggi della Lega Nord”.
“Se non ci fossero i
cittadini di Lampedusa non so cosa sarebbe successo qui”, ha detto a
NTNN Luca Bertolino, portavoce dell'associazione Welcome. “Non c'è
nessuna rivolta contro i migranti. Oggi un ragazzo arrivato con un
barcone è entrato in un bar per chiedere un po' d'acqua, il barista gli
ha regalato la bottiglia”.
La situazione si è calmata nelle ultime ore?
"Si, oggi è andata meglio rispetto a ieri. Il governo ha promesso che
domani arriveranno le navi necessarie a trasportare i migranti verso
altre destinazioni e i processi di identificazione avvengono più
velocemente. Ma non so cosa potrà accadere nel momento in cui l'impegno
non venisse mantenuto. Gli abitanti hanno già minacciato uno sciopero
generale di tutte le attività se entro domani le persone nel Cie non
saranno trasferite".
Qual'è il vostro ruolo a Lampedusa?
"Abbiamo cominciato con una campagna in Grecia alcuni mesi fa. Seguiamo
i migranti, monitoriamo le condizioni in cui vivono e tentiamo di
aiutarli. Ora molti di loro saranno trasferiti in altri Cie. Alcuni sono
già stati spostati a Manduria, in provincia di Taranto, altri saranno
mandati a Pisa e in altre tendopoli. In questo momento la confusione è
totale e nulla appare chiaro. Il nostro compito è anche quello di
spiegare che la situazione è ben diversa da come viene descritta. I
media parlano di rivolte anti-immigrati, ma non c'è nulla di vero".
Si prevedono altri sbarchi nelle prossime ore?
"Le condizioni del mare nelle ultime ore sono peggiorate. Probabilmente
oggi non ci sarà nessuno sbarco. Intanto però stanno cominciando ad
arrivare barconi dalla Libia con la gente che scappa dalla guerra.
Stanotte ne sono arrivati due e sono stati portati prima a Linosa e poi a
Lampedusa".
Cosa chiedono i migranti?
"Molti di loro vogliono andare via dall'Italia. Attualmente parecchi
migranti sono stati bloccati a Ventimiglia, al confine con la Francia.
Dopo aver ricevuto il foglio di via dal governo italiano hanno tentato
di raggiungere altri Stati, ma sono stati respinti e quasi certamente
saranno costretti a divenire clandestini appena scaduta la validità del
loro documento. D'altronde non si capisce a che serva tenerli qui per
tanto tempo. Secondo la legge dovrebbero essere processati per il reato
di clandestinità, ma è evidente che non è possibile farlo. E allora
perchè costringerli a vivere in queste condizioni".
Secondo voi quale dovrebbe essere il ruolo dell'Unione Europea?
"E' evidente che in questa situazione c'è una responsabilità europea.
Dovrebbero essere modificate le leggi comunitarie sul diritto d'asilo,
tenere conto dei gravi conflitti in corso nel Mediterraneo. Per esempio
andrebbe modificato il vincolo che impone che un diritto d'asilo
concesso in un Paese europeo non sia riconosciuto anche all'interno
degli altri Stati membri".
Da lì che idea vi siete fatti? La questione a Lampedusa è un problema reale o costruito?
"E' evidente che la questione qui sull'isola è stata creata ad hoc. A
Lampedusa non ci sono sbarchi, ma solo recuperi. I barconi non hanno
nessuna intenzione di attraccare su questo porto, sono recuperati e
portati qui. Dove poi i migranti sono trattenuti nel Cie. Si è voluto
utilizzare quest'isola come un monito per tutti coloro che dalle coste
del Nord Africa intendono raggiungere l'Italia. I cittadini non ce
l'hanno in alcun modo con coloro che, mossi dalla disperazione, cercano
una vita diversa, e hanno dimostrato un grande spirito di accoglienza,
aiutandoli in tutti i modi possibili. Sono giorni che ripetono di
sentirsi ostaggi della Lega Nord e dell'atteggiamento del governo, che
ha deciso di scaricare sull'isola tutti i suoi problemi. I lampedusani
si rendono conto della situazione che queste persone sono costrette a
subire. Ci sono solo tre bagni chimici per oltre seimila migranti e il
cibo scarseggia. La situazione è ormai al collasso e senza l'aiuto dei
lampedusani non so cosa sarebbe potuto accadere". (NTNN).