La spiata

19 / 10 / 2010

Ho saputo che il finanziere arrestato a Pavia, spiava anche me.

Ovviamente la versione che va per la maggiore è quella che il sottoufficiale si introduceva illegalmente negli archivi del ministero delle tasse, cercando notizie succulente e scandalose sui vip. Nomi noti, scelti solo perché in “vista”. Guarda caso però, tutti non propriamente simpatici al Presidente del Consiglio, che è anche l'editore di Panorama che acquistava le notizie. E ci ricamava sopra. Dopo il caso Marcegalia – Giornale e quello della casa di Montecarlo, è ormai questione ordinaria imbattersi in un “procacciatore” di verità inconfessabili, vera merce pregiata per la provincialissima stampa italiana.

Ci sarebbe tanto da dire e da scrivere sul disvelamento delle caratteristiche dell'informazione nella società contemporanea, sul rapporto tra produzione di opinione e dispositivi di cattura del consenso o di demolizione dell'immagine. E' argomento assai interessante e il dibattito non produrrebbe nulla di polarizzato: l'antiberlusconismo “morale”, scatenato in questi anni a scapito di quello politico e sociale, ha aperto un'autostrada su cui oggi sfrecciano impazziti tutti quanti. Il malcostume dei dossier, da tendenza si è fatto mercato. Metteteci insieme la crisi, i problemi a pagare il mutuo della casa, l'idea fissa del “Win for Life” che ti aggredisce ad ogni bar edicola o tabaccheria che incontri, o quella del “si salvi chi può” dopo i discorsi di Tremonti e Marchionne, e vedrete quanti militi ignoti si trovano a giocarsi la carta dello 007 mercenario pronto a bussare ad ogni porta di direttore di magazine o telegiornale con qualche scoop in mano.

Secondo me sono centinaia, e per ognuno che viene pizzicato con le mani sulla marmellata, altri dieci stanno dalla mattina alla sera pensando a come fare il colpaccio. Come ogni nuovo lavoro, anche quello del dossieraggio si articola in una complessa specificazione merceologica: vi sono i membri dei servizi che vendono veline e tabulati telefonici, magari mettendo in piedi vere e proprie agenzie private che utilizzano il nulla osta di sicurezza di stato per tracciare le utenze di questo o di quello, poi scendendo di grado si trovano i velinari per i magazine, che si occupano di tasse, redditi, proprietà, o attività. Sempre più in basso, fino ad arrivare alle divise che hanno in mano il controllo del territorio, e dal servizio di pattuglia si imbattono su un incontro tra il politico con il trans e magari cocaina. Si girano video, si ricatta, e in qualche caso si accoppa chi è d'ostacolo.

Ma poi si può risalire la scala del prestigio e si raggiunge la cricca di deputati e senatori che insieme a imprenditori spiano il giudice o il concorrente, magari per accapparrarsi appalti milionari sull'eolico, sul terremoto o sul G8. Insomma, il finanziere di Pavia è nient'altro che uno dei tanti nuovi “lavoratori” dell'informazione, uno che ha tentato di arrotondare ( credo anche che ci sia riuscito ), un po' come quell'agente di scorta, che per avere uno scatto di carriera non esita a sparare ad aggressori immaginari. E' questo il paese in cui viviamo, e c'è anche da consolarsi: nella Russia di Putin i giornalisti scomodi vengono scannati sotto casa e i rivali in affari del Presidente internati in manicomio.

Ma forse sarebbe noioso limitarsi ad aggiungere parole ad una letteratura, quella sulla moderna conformazione dell'information society e sui suoi legami intimissimi con gli spasmi della politica o degli affari. Altro che facebook! Altro che Grande Fratello. Ritengo invece, da spiato, di poter condividere altre questioni. Che cosa avrà pensato, il finanziere di Pavia, quando ha dato un occhio alla mia denuncia dei redditi? Sarà riuscito a piazzarla, a farsela quotare da Panorama? Credo di no, perchè senza spiegazione adeguata quei conti in rosso non dicono molto. Casarini non ha nulla, non possiede case o terreni, ma questa che notizia è? Invece voglio provare a farla quotare io, la velina sul mio 740.

Caro finanziere di Pavia, finire l'anno con il conto in negativo, per una partita iva individuale, è quasi d'obbligo. Hai appena pagato l'ultimo trimestre di iva che ti ha dissanguato , e di evasione, su quella, non si può nemmeno parlare. I committenti per i quali sei riuscito a lavorare ti devono “scaricare” come un costo, quindi niente nero. Ma sarebbero da controllare i timbri sulla carta carburante per consumo di gasolio. Il Casarini ha diritto al 40% di rimborso, perchè l'auto la usa per lavorare, ma se il distributore ne ha messo qualcuno in più? Il Casarini, forse per riuscire a pagare l'Iva che si è speso nel corso dell'anno per vivere, ha dovuto contrarre un prestito personale. L'ha motivato con esigenze di “ristrutturazione”. Sarà vero? E l'Inps, quello della gestione separata che non gli garantirà mai una pensione, come ha fatto a versarlo?

Forse con un anticipo fatture che deve ancora emettere? E' arrivato a fine anno con quella dichiarazione dei redditi da terzo mondo ma in realtà ha vissuto, mangiato, bevuto, respirato. E ti ricordo che ha avuto tempo anche per protestare! Ti segnalo poi che il telefono è il vero scandalo: per legge scarica le bollette al 40% perché gli serve per l'attività lavorativa, ma quante chiamate avrà fatto per organizzare manifestazioni, occupazioni, e quant'altro?

Ce n'è abbastanza per dire che è un po' evasore. E quindi per riconoscere un minimo di compenso per il tuo lavoro, caro finanziere di Pavia. Ci ero rimasto malissimo a pensare che non valgo proprio nulla.

Tuo Luca