La salute mentale è un lusso

Alla fine del 2021 il parlamento italiano ha bocciato l'emendamento del “Bonus Salute Mentale”

17 / 1 / 2022

Il 24 Dicembre 2021 il parlamento italiano ha bocciato l'emendamento del “Bonus Salute Mentale”. Durante questi due anni di pandemia ed emergenza sanitaria le istituzioni non hanno fatto quasi nulla in merito, ma la situazione è ancora più complessa: la crisi non ha fatto che aggravare un sistema già fragile e poco considerato.

Una doverosa, nota e triste premessa: l'assistenza psicologia nel settore pubblico in Italia è quasi del tutto inesistente. A fronte de 130 mila psicologə che lavorano nel nostro paese, solamente il 5% della categoria lavora in strutture pubbliche. Naturalmente questa situazione è dovuta al non-investimento dei fondi nel settore pubblico con formazioni specifiche, aumento delle assunzioni, ricerca, nel quale questo tipo di professione -oberata di lavoro- si ritrova a far fronte solamente a situazioni emergenziali più severe, critiche e croniche.

In Italia, la spesa regionale destinata alla salute mentale è inferiore al 10% della spesa per questo tipo di servizi nei paesi ad alto reddito: si parla infatti del 3,5% della spesa totale destinata alla salute, inferiore comunque al 5% che i presidenti delle regioni si erano impegnati a indirizzare a questi servizi ormai più di vent'anni fa, quando di emergenza sanitaria ancora non si parlava. Non si investe sulla salute mentale, non si investe nelle scuole e sulla figura dellə psicologə di base, non si investe nei reparti ospedalieri, nei consultori, nei centri antiviolenza e in generale laddove lə psicologə è utile a monitorare, sostenere, ascoltare e contenere il disagio psichico, lavorando non solo sulla cura, ma anche sulla prevenzione.

Questa situazione di partenza implica che chi ha bisogno di cure è costrettə a rivolgersi a uno studio privato in modo -anche economicamente- autonomo.

L’epidemia di SARS-COVID19 esplosa nel 2020 ha peggiorato e slatentizzato situazioni già precariamente complesse nella salute mentale: secondo una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica The Lancet nel settembre 2021, durante la pandemia i casi di depressione sono aumentati del 28% e di ansia del 26%. Secondo i risultati della ricerca, ad essere più colpite sono state le donne, a causa del forte aumento dei casi di violenza domestica e della precarietà sociale e lavorativa, e i/le/lə giovanə, sempre probabilmente per la precarietà lavorativa e l'annullamento della sfera della socialità. Tendenzialmente, inoltre, chi era già in una situazione di difficoltà non ha fatto che peggiorare.

In generale tuttə ci siamo ritrovatə ad affrontare una situazione completamente nuova e in diverse fasi: dall’allarme, incertezza e preoccupazione iniziali causate dalla confusione e dalla paura che creano fisiologicamente le situazioni ignote, siamo passati all'isolamento, allo stravolgere i nostri ritmi e le nostre abitudini, ad annullare il contatto con l’altrə. Ci siamo confrontatə con tematiche complesse come la morte, a perdere o modificare il lavoro e ad assumere nuove consapevolezze sulle nostre vite già sufficientemente precarie. Le parole “contenimento” e “protezione” hanno assunto significati semantici ed emotivi differenti e il nostro controllo è sempre stato alto per la paura del contagio, causando stati costanti di iperattivazione mentale, contornati da un bombardamento mediatico spesso non chiaro e fuorviante. Insomma: volenti o nolenti le conseguenze hanno pesato anche su chi, di base, non aveva una situazione psicologica fragile.

Il nodo della questione è questo: non è possibile separare gli aspetti della salute da quelli sociali. E tanto meno quelli della salute -chiamiamola fisica- da quella mentale.

Userò per spiegare il concetto, per praticità e conoscenza, il modello teorico della psicologia funzionale. Il è un complesso organismo di sistemi integrati e interconnessi tra loro: neurologico, neurovegetativo, emotivo, endocrino, immunitario, sensoriale, motorio. Tutti questi sistemi interagiscono tra di loro in continue risposte correlate e imprescindibili.

Sono numerosi gli studi che riguardano l’influenza delle conseguenze di stress e ansia sul sistema immunitario: l’aumento dei primi causa crolli e abbassamento del secondo. È quindi immediato e intuitivo pensare che una situazione come quella che ci siamo ritrovatə ad affrontare in questi anni di pandemia, che ha aumentato l’attivazione mentale e le preoccupazioni in modo più o meno esponenziale, non possa non aver conseguentemente influenzato anche tutti i nostri sistemi, predisponendoci nel paradosso ad essere più vulnerabili anche a malesseri “fisici”.

Inoltre l’organismo umano è parte di un organismo più ampio, gruppale, poi sociale, con cui interagisce, scambia e necessariamente, come ogni organismo, ne subisce le influenze e influenza a sua volta il macro che lo contiene. Il problema di natura psichica del singolo è inequivocabilmente un problema di natura sociale.

Questa premessa è necessaria per porre l’accento sull’assurdità di non considerare gli aspetti della salute- se ancora dobbiamo specificare una separazione- mentale, nel superamento di una situazione di emergenza come quella in atto. Gli aiuti, i sussidi, le risorse andrebbero distribuite intelligentemente tra i settori e il non-investimento diventerà un costo ancora più elevato in futuro, in termini di risorse economiche e di salute stessa.

Durante la crisi sanitaria le richieste di aiuto sono aumentate del 39%. Un terzo delle persone che vorrebbero iniziare un percorso terapeutico non lo ha ancora mai fatto perché non ha le risorse economiche per farlo. Più del 20% delle persone che erano in un percorso psicologico lo hanno dovuto abbandonare per colpa di questa crisi. A fronte della denuncia di questi dati da parte dell'Ordine Nazionale degli Psicologi, un gruppo di senatrici ha presentato una proposta alla legge di bilancio che prevedeva 50 milioni di euro da destinarsi ad un Fondo salute mentale che avrebbe aiutato le persone che non possono permettersi una terapia psicologica.

Questo bonus era stato pensato diviso in due sussidi: un bonus “avviamento”, che avrebbe permesso ai cittadini maggiorenni di accedere ad un contributo forfettario senza limiti di reddito per iniziare un percorso, e un bonus “sostegno”, in base al reddito, per il supporto ad esso. Di per sé, era già escludente: basta pensare che i dati riportano un aumento della richiesta di aiuto tra i/le giovanissimə, quindi di certo non maggiorenni, e la cittadinanza è un ostacolo per moltə. Comunque il 24 Dicembre 2021 il parlamento ha bocciato questo emendamento, che non sarebbe stato sufficiente, ma certamente -anche simbolicamente- necessario. Per usare le parole di critica del Presidente dell’ordine nazionale degli psicologi David Lazzari “La psiche non si vede e non si tocca, perciò niente “bonus””.

All’alba del compimento del secondo anno immersi nel caos della pandemia, mentre vengono annullati i pochi, irrisori, ma necessari fondi che sarebbero stati destinati a sostenere le spese di natura psicologica, spuntano bonus terme, facciate, mobili e zanzariere come schiaffi di realtà di fronte all’ennesimo esempio di una politica che tutela l’economia e non la persona e che scivolano, ancora una volta, nel paradosso di un sistema che ci ammala e non ci cura. La salute è un bene di lusso e per ora rimane tale.

In questo scenario cupo, tuttavia, qualcosa di buono c'è: la consapevolezza e il movimento attivo della maggior parte dei e delle professionistə che in questi giorni si stanno mobilitando portando alla ribalta quanto accaduto, i dati preoccupanti e le necessità sia della tutela di questo lavoro che della tutela della popolazione.

È stata immediatamente lanciata una petizione online per il bonus psicologico che riprende l’emendamento bocciato nella legge di bilancio e che, nel giro di pochi giorni, ha già quasi raggiunto le 250mila firme.

Inoltre, in questo difficile periodo, di fronte a queste carenze strutturali e in mancanza di specifiche risorse, decine di realtà hanno aperto sportelli di aiuto e consulenza gratuita o a prezzi sostenibili, basati soprattutto sul lavoro volontario di psicologhe e psicologi. Il centro popolare di psicologia clinica Limen e la Casa delle Donne Lucha y Siesta di Roma hanno avviato il progetto “psicoterapia sospesa”, per sostenere economicamente i percorsi di sostegno di donne e minori sopravvissuti alla violenza che non hanno la possibilità di pagarli autonomamente.

Conoscere a fondo e criticare il sistema nel quale si è inseriti e si opera è l'unico modo per poterlo migliorare, e fare rete, smuovere e costruire insieme dal basso l'unico modo attualmente per poterlo superare.

Fonti:

“L'essenziale”, 8/01/2022, articolo di Annalisa Camilli “Il male di cui non ci si prende cura”

“Il corpo in psicoterapia oggi”, Rispoli Luciano, 2016

https://www.psy.it/bonus-psicologico – Sito Consiglio Nazionale Ordine Psicologi