da Sportallarovescia.it

La provocazione di Roma 2024

La candidatura della capitale italiana, dopo lo scandalo sul mercato degli appalti mafiosi, alle Olimpiadi del 2024 evidenzia le contraddizioni della gestione dello sport italiano e dei grandi eventi.

19 / 12 / 2014

Tra le carte dell'inchiesta su “Mafia Capitale”, c'è una telefonata tra Roberto Vigilanti, titolare della “Us Boreale Srl”, e Antonio Tempestilli, dirigente ed ex-calciatore della Roma, in cui si parla di come estromettere la Uisp dal parco di Tor di Quinto. Su quest'area la “Us Boreale Srl”, in stretto contatto - secondo l'inchiesta della magistratura - con Carminati, ha costruito un asilo nido e un ristorante a due piani. La Uisp avrebbe dovuto occuparsi di alcune attività legate ai campi di beach volley, al rimessaggio di barche, ai corsi di canoa, solo che queste strutture, obbligatorie nel progetto, non sono mai state costruite, tranne degli spogliatoi.

Questa storia mette in evidenza la problematica legata alla gestione e all'utilizzo dell'impiantistica sportiva in Italia. Le strutture sono troppo volte fatiscenti e soprattutto nelle città non sono sufficienti per dare spazio a tutti. In altri casi gli impianti ci sono, ma sono utilizzati a fini privati da chi ottiene la gestione. L'assegnazione molto spesso segue dei criteri clientelari o di convenienza politica. Manca un sistema di controllo efficace, che eviti le infiltrazioni mafiose o una gestione rivolta solo ai profitti.

In questo contesto lanciare la candidatura della città di Roma per le Olimpiadi del 2024 è una provocazione.

E' una provocazione, perché dobbiamo ancora finire di pagare i mondiali di Italia 90, infatti nel bilancio di previsione 2014 di Palazzo Chigi, fra le voci passive ci sono ancora 61milioni e 200 mila euro per i mutui aperti nel 1987. Alcune opere, come lo Stadio Delle Alpi di Torino, non sono più utilizzate, altre, rimanendo nella città di Roma, non hanno mai iniziato a funzionare, come ad esempio la stazione dei treni occupata da Casa Pound “Area 19”.

E' una provocazione, perchè è ancora viva la memoria degli scandali legati ai mondiali di nuoto di Roma del 2009: la città dello Sport a Tor Vergata, costata 200 milioni di euro, è rimasta incompiuta. Progettata da Calatrava, la società incaricata di eseguire il progetto è la “Vianini Lavori”, del Gruppo Caltagirone, e la gestione dei fondi è affidata alla Protezione Civile, diretta allora da Guido Bertolaso che a sua volta affida l’amministrazione dei capitali ad Angelo Balducci. Entrambi sono stati poi rinviati a giudizio all’interno dell’inchiesta sugli appalti del G8 e alcuni “Grandi Eventi”. Sempre per i Mondiali di nuoto, sono stati spesi 26 milioni di euro per il Polo natatorio di Ostia, mai utilizzato, perchè le piscine olimpioniche sono state costruite un metro e mezzo più lunghe della misura standard di 50 metri.

I grandi eventi sportivi hanno perso quella valenza simbolica positiva, come ha ad esempio rappresentato la vittoria a piedi nudi dell'etiope Abebe Bikila della maratona a Roma 1960. Ora sono diventati una manifestazione di potere politico ed economico, un'occasione di speculazione, corruzione e spreco di fondi pubblici. E' sotto l'occhio di tutti quanto hanno inciso i costi folli per la realizzazione delle Olimpiadi ad Atene nel 2004 nella drammatica crisi economica del paese ellenico degli ultimi anni o quanti morti sul lavoro sta facendo la costruzione degli stadi per il mondiale del Qatar nel 2022.

Se vogliamo portare dei benefici reali e soprattutto duraturi nel tempo per lo sport in Italia, i 6 miliardi, che Renzi e Malagò vorrebbero spendere per Roma 2024, dovrebbero essere investiti per un intervento radicale di ristrutturazione degli impianti fatiscenti e la creazione di strutture, che devono essere utilizzate dalle numerosissime associazioni sportive del territorio. Queste rappresentano la salvezza e la ricchezza dello sport italiano per il loro lavoro quotidiano rivolto alla promozione della pratica sportiva. Si tratta di un mondo in difficoltà, anche per gli elevati costi da sostenere per utilizzare le strutture sportive.

Investire sullo sport di base porta benefici a tutta la società, i grandi eventi sportivi invece solo per i pochi soliti noti. Proprio come ci dicevano le manifestazioni di protesta in tutto il Brasile durante la Confederations Cup del 2013 e i mondiali dell'estate scorsa.