L'8 marzo sarà sciopero transfemminista globale!

6 / 3 / 2019

In tutto il mondo l’8 marzo ci sarà lo sciopero transfemminista. In Italia l’iniziativa è stata rilanciata da Non una di Meno (leggi l’appello completo), che nel suo appello invita a interrompere ogni attività lavorativa e di cura, formale o informale, gratuita o retribuita. «Portiamo lo sciopero sui posti di lavoro e nelle case, nelle scuole e nelle università, negli ospedali e nelle piazze. Incrociamo le braccia e rifiutiamo i ruoli e le gerarchie di genere. Fermiamo la produzione e la riproduzione della società. L’8 marzo noi scioperiamo!».

Non una di meno

Nel vademecum per lo sciopero, Non una di meno mette a disposizione tutte le informazioni utili per esercitare realmente un diritto garantito costituzionalmente. Non una di Meno ha chiesto a tutte le organizzazioni sindacali di convocare lo sciopero generale di 24 ore; a oggi  è stato proclamato da diversi sindacati di base. Si legge nel vademecum: «nelle 24 ore del giorno 8 marzo 2019, quindi, tutte le lavoratrici sia del pubblico impiego che del privato possono scioperare perché esiste la copertura sindacale generale. Il che significa che puoi scioperare anche se nel tuo luogo di lavoro non c’è un sindacato di quelli che hanno indetto lo sciopero e/o indipendentemente dal fatto che tu sia iscritta o meno a un sindacato (se vuoi saperne di più clicca qui)».

Lo sciopero dell’8 marzo è innanzitutto una risposta alla violenza strutturale che caratterizza le relazioni di genere e che colpisce le donne in ogni aspetto della vita: «in famiglia, sui posti di lavoro, per strada, negli ospedali, nelle scuole, dentro e fuori i confini. Femminicidi. Stupri. Insulti e molestie per strada e sui posti di lavoro. Violenza domestica. Discriminazione e violenza sulle donne disabili. Il permesso di soggiorno condizionato al matrimonio. Infiniti ostacoli per accedere all’aborto. Pratiche mediche e psichiatriche violente sui nostri corpi e sulle nostre vite».

L’8 marzo ha anche motivazioni politiche legate alla fase globale che stiamo vivendo, in particolare «contro l’ascesa delle destre reazionarie che stringono un patto patriarcale e razzista con il neoliberalismo. Chiamiamo chiunque rifiuti quest’alleanza a scioperare con noi l’8 marzo. Dal Brasile all’Ungheria, dall’Italia alla Polonia, le politiche contro donne, lesbiche, trans*, la difesa della famiglia e dell’ordine patriarcale, gli attacchi alla libertà di abortire vanno di pari passo con la guerra aperta contro persone migranti e rom. Patriarcato e razzismo sono armi di uno sfruttamento senza precedenti». In Italia lo sciopero è un arma contro «il disegno di legge Pillon su separazione e affido, che attacca le donne, strumentalizzando i figli» ma anche contro «la legge Salvini, che impedisce la libertà e l’autodeterminazione delle migranti e dei migranti, mentre legittima la violenza razzista». Per quest’ultima è stato lanciato un appello specifico che invita «tutte le realtà antirazziste, i singoli, le associazioni, le ONG, i movimenti che in questi mesi lottano quotidianamente contro la deriva xenofoba e razzista delle nostre città».

Nella giornata dell’8 marzo sono previsti cortei, picchetti e iniziative di vario tipo in molte città italiane. «Con lo sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo bloccheremo ogni ambito in cui si riproduce violenza economica, psicologica e fisica sulle donne. Contro la violenza patriarcale e razzista della società neoliberale, lo sciopero femminista è la risposta. Scioperiamo per inventare un tempo nuovo. Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!».