Inferno Corelli

Breve cronistoria della rivolta

18 / 8 / 2009

Nella notte di giovedì 13 agosto al CIE (Centro di Identificazione e Espulsione, i vecchi CPT) di Via Corelli a Milano è scoppiata l’ennesima rivolta. Non si è trattato di una rivolta isolata.

A Ponte Galeria (Roma), Torino e a Gradisca, manifestazioni erano in corso per protestare contro l’entrata in vigore del Pacchetto Sicurezza lo scorso 8 agosto. Uno sciopero della fame era già in atto a Milano da 4 giorni. Al CIE di Via Corelli, la rivolta è scoppiata in entrambe le sezioni, maschile e femminile, dopo che erano stati portati a Milano in mattinata 30 dei migranti che nei giorni scorsi a Gradisca (Gorizia) avevano animato una protesta analoga a quella di Corelli contro il pacchetto di sicurezza.

Alla situazione di sovraffollamento e al perdurare di condizioni igienico-sanitarie sempre più precarie si è aggiunta nel pomeriggio la comunicazione che per circa 15 migranti la loro permanenza nel CIE sarebbe stata prolungata oltre i 2 mesi per effetto del nuovo pacchetto sicurezza, che innalza il limite di permanenza a 180 giorni. Nella mattinata di venerdì 14 agosto, è intervenuta in forza la polizia e i carabinieri in assetto anti-sommossa. Dopo la scorribanda e i pestaggi generalizzati, almeno quattro persone sono finite in ospedale con fratture agli arti.

Lunedì 17 agosto si sono svolte le udienze di convalida per i 14 immigrati arrestati dopo la rivolta di giovedì. Il tribunale ha fissato per il 21 agosto il processo per quattro nigeriane, una cittadina del Gambia, quattro marocchini, tre algerini, un ivoriano e un portoghese. Sono accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e incendio doloso. I migranti denunciano invece violenze da parte delle forze dell’ordine, che secondo le testimonianze dei reclusi avrebbero percosso anche le donne per reprimere la rivolta. Accuse che sono state riferite da molti degli immigrati in aula, durante l’udienza di convalida per direttissima dei fermi. All’arrivo in tribunale gli stranieri sono stati accolti dagli applausi dei manifestanti dei centri sociali.

La rivolta, secondo l’avvocato Mauro Straini, «è una conseguenza della scelta del legislatore di aumentare il termine massimo di detenzione». Ad oggi, dopo i danneggiamenti, la capienza di Corelli si è ridotta dagli iniziali 132 posti a 76, di cui 20 destinati alle donne. I 48 migranti (tutti uomini) sono stati trasferiti nei giorni scorsi verso i centri di identificazione di Bari e Brindisi. La seduta del 21 agosto prossimo riveste particolare importanza perché è l’occasione di denunciare non solo il “solito” comportamento repressivo e brutale delle forze dell’ordine, ma anche e soprattutto il costante e continuo peggioramento delle condizioni di questi lager veri e propri, peggioramento inumanamente e scientemente perseguito con l’entrata in vigore del Pacchetto Sicurezza.

Venerdì 21 agosto dalle ore 9, presso il Tribunale di Milano, si svolgeranno le udienze per direttissima dei 14 detenuti (9 uomini e 5 donne, per lo più giovanissime). E’ importante che ci sia la presenza più ampia possibile, unica possibilità di dare sostegno ai detenuti e, allo stesso tempo, di permettere che nel processo stesso emergano le ragioni inalienabili di questa ennesima ribellione.