In Renania diversi attivisti bloccano gli escavatori di carbone

17 / 8 / 2015

Un ferragosto di fuoco in Germania.

Nei giorni di programmazione del KlimaCamp, tra i cui organizzatori figura anche il movimento Ende Gelände, diverse centinaia di attivisti provenienti da tutta Europa hanno proposto attività, incontri informativi e dibattiti intorno al tema dei cambiamenti climatici, uno dei pilastri su cui verterà la discussione, questo dicembre a Parigi, durante la conferenza del Cop21.

La mattina del 15 agosto migliaia di attivisti, organizzati in diversi finger e vestiti con le tute bianche, hanno invaso da più punti il sito di estrazione carbonifera nel Rhineland e bloccato due delle sette trivelle preposte all’attività.

L’RWE è l’azienda proprietaria di tutte le macchine che estraggono carbone ed è la società che continua a fare profitti su questo modello energetico inquinante; è giudicata una delle aziende che produce più anidride carbonica in Europa, portando negli ultimi anni a problemi di salute e al decesso – stima Greenpeace – all’incirca 900 persone che in Germania abitano nei pressi delle sue stazioni carbonifere.

Le reazioni della polizia sono state scomposte ed hanno cercato di reprimere l’iniziativa, ma alcuni finger sono riusciti ad aggirare e pressare alcuni cordoni accedendo all’area. Per quanto ci siano stati arresti e i giornalisti siano stati allontanati, la notizia dell’azione ha fatto il giro della Germania ed è apparsa sui maggiori quotidiani stranieri. Il messaggio chiaro dei manifestanti si è indirizzato non solo all’azienda che gestisce il sito di estrazione, ma anche ai governi che si troveranno impegnati durante il Cop: se il clima sta cambiando in negativo, non basta parlare del limite di temperatura globale che può essere sostenibile per la Terra. Per gli attivisti, si è già fuori tempo massimo ed è un problema più strutturale, cioè quello del modello di sviluppo basato sulla rendita capitalista e lo sfruttamento ambientale. Per questo motivo la solidarietà e la compartecipazione con i lavoratori deve essere necessaria, in quanto soltanto un altro tipo di prestazione – fuori dallo sfruttamento del pluslavoro, dal controllo disciplinare e dalla negazione dei diritti – e un’altra organizzazione, possono portare ad una produzione più giusta socialmente per tutti e ad impatto zero.

Traduciamo qui di seguito l’ultimo post del live blog che ha riportato minuto per minuto ciò che è avvenuto sabato.

Oggi è stato un grandissimo successo. 1500 persone che hanno preso parte all’azione è stato più del previsto.  Mille di queste sono riuscite ad entrare nella zona della miniera e hanno chiuso per tutto il giorno due trivelle. Ogni trivella è capace di estrarre quotidianamente 240000 tonnellate di carbone dal suolo, quindi la sua rilevanza non dovrebbe essere sottostimata.

Dovremmo comunque celebrare il fatto che così tante persone abbiano portato avanti un’iniziativa di questo tipo per la prima volta. La dimensione dell’azione di oggi mostra come le persone siano stanche di aspettare che i governi agiscano seriamente per prendere in considerazione la minaccia del cambiamento climatico. La gente è pronta a farsi avanti e compiere azione diretta.

Non siamo al corrente del numero esatto, ma molte persone sono ancora in stato di fermo e trattenute dalla polizia; ciononostante, la maggior parte degli attivisti ha fatto ritorno al campo e si sta godendo un ben meritato riposo. E’ stata una lunga giornata, anche per il live blogger che ha tenuto aggiornato il sito.

Prima di terminare il post, voglio ringraziare tutti quelli che hanno mandato un messaggio di supporto agli attivisti dell’azione di oggi. Abbiamo riportato a mano alcuni delle centinaia di messaggi che abbiamo ricevuto e li abbiamo appesi in una bacheca, in modo che facendo ritorno al campo, gli attivisti potessero vederli. Adesso che il sole sta tramontando, abbiamo iniziato ad accendere il proiettore per vedere tutti i messaggi.

Immagini dagli escavatori di carbone