Impressioni da Francoforte

di Paolo G.

24 / 5 / 2012


Luci, cemento, vetro. Ma anche una presenza impressionante di mezzi e uomini della Polizei. Giovedì 17 maggio percorriamo Francoforte: il dispositivo di controllo da parte delle forze dell’ordine impedisce qualsiasi assemblamento. Anche il giorno dopo, il 18 maggio, si ripete lo stesso meccanismo, impersonale e tecnico che contraddistingue non solo la politica dell’austerità ma la sua traduzione militare. La situazione è complessa, la sua lettura difficile. Bisogna, però, essere lucidi e partire da un dato: gli uffici della city finanziaria venerdì sono chiusi. Il blocco è riuscito, gli assediati hanno lasciato sul campo solo le transenne e la Polizei a presidiare le stanze vuote del comando.

Qui non si è venuti solo per il blocco, ma si vuole invadere la città per lanciare un percorso comune con tutte le realtà di movimento per un’Europa diversa. Pensano di oscurare il cielo con l’ombra di centinaia di camionette, nascondere alla vista dei turisti e dei manager e dei grigi impiegati gli attivisti venuti da ogni angolo d’Europa. Ma non ci riescono. Sabato 19 maggio c’è la manifestazione che conclude questa tre giorni. Una presenza oltre ogni aspettativa ha assediato le vie di questa città. Nella manifestazione c’è anche lo spezzone anti-capitalista con una grande presenza degli attivisti italiani. Dopo due giorni in cui hanno impedito qualsiasi aggregazione – ti fermano anche se in gruppo prendi il tram o la metro, finalmente ci vediamo tutti insieme e le nostre grida rimbombano in una città deserta, colpita, però, da un sole mediterraneo.

Per una settimana si è bloccata la città simbolo dell’austerità handgemacht in Germania. Per una settimana si è imposta la nostra presenza attraverso i nostri corpi e le nostre idee che per essere fermate non son bastati i poliziotti di mezza Germania. Per una settimana si è loro ricordato che i veri P.I.G.S. sono loro. Si ritorna con l’obiettivo di continuare la costruzione di un movimento europeo che possa riportare al centro della politica non gli interessi delle banche ma quelli di coloro che stanno subendo i tagli ai servizi, allo stato sociale ed ai propri diritti.


Alcuni pensavano che con i tecnici e l’austerità ogni opposizione fosse messa a tacere, ma a Francoforte si è dimostrato che non è stato così.

“È vivo o morto? – morto, ci disse uno, e mio padre ci rispose: - morto voi altri, pugno di cornuti sbirri, non io, - e ci sputò.”