Controllo sociale

Il ministro Maroni e la schedatura delle curve

24 / 9 / 2009

Lunedì 28 settembre il ministro dell'Interno arriverà all'Università di Bologna per presentare il suo ultimo progetto di controllo: la tessera del tifoso. Ecco cosa c'è dietro questo progetto.

Il prossimo lunedì arriverà a Bologna il Ministro degli Interni Roberto Maroni. In visita alla Facoltà di Giurispridenza, proprio nel giorno della matricola targato Unibo. Non verrà a parlare delle centinaia di persone morte in mare o deportate nei centri libici. Non a rendere conto delle politiche razziste e securitarie su cui ha imperniato il suo incarico di Ministro. Ma a raccontarci l'ultima trovata del governo in fatto di controllo sociale. Stavolta legato al mondo dello sport e alla tessera del tifoso. Per questo seminario, dell'Accademico Maroni, l'Università riconoscerà ben 8 crediti per il Dottorandi di legge. Che evidentemente vedranno riconosciute a livello accademinco le lezioni su come si infrangono le direttive internazionali e le leggi europee, come si delegittimi il diritto d'asilo, come si svuoti di contenuti il diritto alla cittadinanza dei migranti e infine come si possa controllare il territorio e soprattutto i veri cattivi: gli ultras.Abbiamo incontrato Carlo Balestri, della Uisp Emilia Romagna, tra gli organizzatori dei Mondiali Antirazzisti, che ci spiega cos'è la tessera del tifoso e che inquietanti ipotesi mette insieme.

Da dove è partito il progetto della tessera del tifoso?

È un progetto che parte da lontano, quando è stato costituito l’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, ed ha un’origine poliziesca, infatti è stato l’attuale questore di Firenze che  nel 2001, era a capo dell’Osservatorio, che ha inventato la tessera del tifoso. Un progetto che poi è stato definito  meglio in questi ultimi setto-otto anni.

Cos'è esattamente e come funzionerà?

La tessera del tifoso è una sorta di carta ricaricabile automatica che prevede che tutti i tifosi, in particolare quando vogliono andare in trasferta, ne debbano essere dotati. L'intenzione è dovrebbe essere quella di favorire il rapporto tra le società calcistiche e le tifoserie, ma nei fatti, da come è stata pensata e attuata in Italia, è prima di tutto un enorme schedario in cui verranno registrati tutti i tifosi in possesso della tessera.

E chi potrà avere questa tessera?

 Diciamo che il principio è quello di dividere, secondo i canoni comuni, il bene dal male. Alle persone che hanno subito una denuncia per reati da stadio, anche se l’hanno scontata, verrà negato l’accesso alla tessera. In tal modo chi è stato diffidato per una cosa fatta nel lontano passato, sarà costretto a stare fuori dallo stadio a vita.

Sembra un schedatura di massa...

Questa norma da una parte senz’altro attua in questo momento un certo tipo di controllo sociale, la schedatura di massa dei tifosi considerati come potenziali criminali e dall’altra parte agevola le società sportive più grosse che hanno un grande bacino di utenza e che potrebbe essere potenzialmente molto più ampio e quindi possono fidelizzare molti tifosi. È dunque un incrocio tra esigenze di controllo sociale, di allontanamento di certi soggetti dagli stadi e la possibilità di incrementare maggiormente il numero delle entrate da parte delle società calcistiche.

Il termine “fidelizzazione” fa pensare ad una banca più che a uno sport...

Proprio così, basti pensare ad iniziative di carattere parallelo come il merchandising oppure gli sponsor che avranno diritto di entrare nella privacy, riempiendo i possessori della tessera del tifoso di messaggi di carattere pubblicitario.

Sembra che si faccia sempre meno attenzione a quelli che dovrebbero essere i messaggi dello sport,   da una parte indirizzando tutto verso il mercato da una parte e dall’altra attuando una pratica di controllo.Ma cosa significa per le società di calcio?

Mentre le società maggiori trarranno molti vantaggi dalla tessera del tifoso, quelle minori non ne trarranno alcuno, anzi, avendo già un calo di spettatori, aggiungere tutta la burocrazia che comporta la tessera del tifoso sarebbe solo dannoso. Credo che in questo momento la cosa migliore da fare è sicuramente tenere alta la discussione sulla tessera del tifoso e fare in modo che sempre più personalità del mondo del calcio prendano posizione contro questo tipo di norma, come anche molte società sportive.

Spesso dentro la curva si sono messe a punto nuove tecniche di controllo. Secondo te questo è un risvolto che si può immaginare maggiormente esteso?

Alcune norme nate per lo stadio, come il divieto di accesso negli stadi, in alcuni casi sono poi state applicate in altri contesti: ad esempio per certe manifestazioni di carattere politico in piazza ed alcuni questori hanno provato ad usare questo elemento della diffida come mezzo per non far partecipare elementi ritenuti socialmente pericolosi. Credo che su questo sia necessario fare una riflessione più ampia. Il futuro della nostra società, piena di telecamere ovunque, è un futuro di controllo sociale.  Lo stadio è il settore più facile dove applicare il controllo, perchè gli ultras,  sono una categoria che storicamente non è mai stata difesa o dichiarata difendibile da nessuno e per questo è quindi  più facile far passare norme di controllo che poi potrebbero essere esportate in altri settori del sociale.

Intervista realizzata da Radio kairos Bologna

Intervista a Carlo Ballestri sulla tessera del Tifoso