Ed il Manifesto dei lavoratori autonomi va anche in scena!

Il Manifesto delle partite Iva

11 / 1 / 2011


Il documento si articola in tre parti. La prima dedicata a definire “chi sono” questi lavoratori, la seconda a evidenziare l’inadeguatezza dell’attuale sistema di Welfare italiano, la terza a tracciare le linee del programma politico e a promuovere un nuovo sistema di rappresentanza e coalizione.

Come tutti sanno, i nuovi processi produttivi richiedono a ogni livello flessibilità, capacità inventiva, abilità relazionali e di autoformazione continua, oltre a conoscenze specifiche e in continua evoluzione: un insieme di necessità alle quali rispondono oggi in gran parte proprio i lavoratori professionali autonomi.

Le aziende industriali e di servizi per questo fanno largo uso di collaboratori esterni, negli ambiti del lavoro cognitivo, del sapere specialistico o della creatività, dell'innovazione e delle nuove tecnologie. Sono figure diverse, legate da condizioni di lavoro simili, prive dei diritti riservati alla maggioranza dei lavoratori italiani. Il “Manifesto dei lavoratori autonomi” è rivolto a loro, perché prendano coscienza del ruolo fondamentale svolto nella società e italiana, spesso colpevolmente ignorato dal legislatore e dalla politica, e possano unirsi in una nuova coalizione.

Il “Manifesto dei lavoratori autonomi” di seconda generazione spiega con chiarezza come questo tipo di lavoratori sia oggi alla base della produzione moderna: senza il lavoro cognitivo e indipendente, senza creatività e consulenza professionale non c'è progresso in questo Paese. Tuttavia a loro non sono riservate tutele né protezione sociale, e si trovano oggi ad affrontare grandi difficoltà aggravate dalla crisi corrente, che sta distruggendo le catene di produzione di valore.

 Il Manifesto denuncia apertamente la latitanza della classe politica italiana, finora incapace di pensare a un sistema universale di tutele e di diritti realmente inclusivo che favorisca la mobilità, l’equità e la giustizia.

Il documento formula proposte per un rilancio del lavoro indipendente, che passi attraverso la revisione di Fisco e Previdenza e affronti coraggiosamente la definizione di nuovi diritti universali e dei servizi di supporto, come la formazione continua. Il Manifesto vuole essere la base per ripensare e dare vita a un nuovo sistema di rappresentanza sociale attraverso cui le proposte possano essere realizzate.

 Che cos'è il Lavoro Autonomo di Seconda Generazione?

Sempre più presente in tutto il mondo avanzato a partire dagli anni '70, il lavoro autonomo di seconda generazione è quello dei freelance delle nuove e nuovissime professioni intellettuali e creative: una vasta e differenziata categoria di lavoratori presente in tutte le industrie e nei servizi, e in particolare in Italia nei settori di punta come il Design, la Moda, l'Informatica, la Formazione, nelle Industrie Culturali, nella Comunicazione, nelle Pubbliche Relazioni, nello Spettacolo, nella Televisione, nell'editoria digitale e nel mondo Web. I traduttori, i ricercatori, i consulenti aziendali, gli esperti di marketing, i project manager e decine di altre figure professionali indispensabili per le aziende di oggi sono tutti lavoratori autonomi di seconda generazione. Si tratta di lavoratori le cui competenze non sono contenibili nei limiti della ristretta gamma delle antiche professioni intellettuali, per il semplice fatto che si sono formate a partire da tecnologie e conoscenze sviluppate in tempi recenti o in contesti internazionali.

Spinti dalla loro condizione e spesso motivati a tenere il passo con l'evoluzione scientifica e culturale, i lavoratori autonomi di seconda generazione costituiscono una categoria dinamica ad alto tasso di innovazione.

Le loro competenze costituiscono il capitale culturale che permette l'esistenza di settori trainanti dell'economia del Made in Italy. I lavoratori autonomi di seconda generazione, con il lorosaper concepire, progettare, comunicare forniscono alle imprese italiane le competenze senza le quali non è possibile oggi competere nel mercato globale.

Con le loro reti di relazioni articolano i distretti industriali e i territori, le grandi città e le regioni, ma non sono né artigiani né piccoli imprenditori anche se hanno la partita IVA. Per lavorare non dispongono di organizzazione aziendale, capitali o dipendenti, non sono a loro volta dipendenti di nessuna azienda, neppure formalmente, ma sono professionisti fuori da ordini professionali, iscritti per legge alla Gestione Separata INPS.

Vengonospesso accusati da fonti non competenti di evasione fiscale quando in realtà, lavorando per aziende private o enti pubblici, posso essere pagati soltanto a condizione di emettere regolari fatture.

Il “Manifesto dei lavoratori autonomi di seconda generazione” è scaricabile in formato PDF dalsito www.actainrete.it

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