Sono accusati di violenza e di travisamento. Per aver lanciato bombe carta e sanpietrini contro gli agenti, per averne feriti sei, per essersi coperti il viso con sciarpe, passamontagna e maschere di cartone. Sono stati identificati de visu i primi, grazie ai filmati girati durante la manifestazione gli altri. Sono dai 10 ai 15 e sono stati denunciati dalla Digos all´autorità giudiziaria.
«Ma il numero dei denunciati potrebbe aumentare» afferma il
dirigente della Digos, Antonio Sbordone, che racconta, dal punto di
vista della questura, gli scontri dell´altro giorno, quando il
corteo che sfilava contro CasaPound ha impattato il cordone degli
agenti - che impediva ai manifestanti di giungere sino al convento
occupato di Materdei - e sono scoppiati i disordini.
«Un´azione non estemporanea, ma programmata. Basti pensare che
alcuni, per non essere riconoscibili, si sono cambiati d´abito
prima degli scontri - aggiunge Sbordone - Gli incidenti servivano a
dare risalto alla manifestazione». Uno spot, insomma. Uno spot che
ha fatto 6 feriti tra gli agenti. E altrettanti tra i manifestanti,
secondo quanto la "Rete napoletana contro neofascismo, razzismo e
sessismo" ha affermato ieri.
È l´altra campana: «Avevamo chiesto alla polizia che almeno
simbolicamente una delegazione di dieci persone potesse attaccare
un manifesto in ricordo di Maddalena Cerasuolo, partigiana
resistente del quartiere, in salita San Raffaele. Al rifiuto della
polizia la testa del corteo è avanzata con schermature solo
difensive». Ora la "Rete" chiede un incontro con il sindaco
Iervolino «per vedere se lei riesce a mettere un manifesto o una
targa» nel quartiere Materdei in memoria della Cerasuolo.
La Digos intanto mostra pietre, batterie, una carcassa di motorino,
usati contro gli agenti. La "Rete" replica: «Diffidiamo di questi
ritrovamenti». Resta l´allarme della questura: «In una città dove
le tensioni sociali sono già tante, il conflitto tra destra e
sinistra, che non si vedeva dagli anni '70, appesantisce il clima.
E non solo a Materdei, ma nelle scuole e nelle università». E
l´altro giorno a dar manforte ai 20 attivisti di CasaPound sono
giunte nell´ex convento almeno 30 persone, alcune da Roma.
«Chiederò lo sgombero della struttura, se non è possibile concordare un´uscita pacifica di CasaPound dal monastero di Materdei», afferma intanto Marcello D´Aponte, assessore al Patrimonio del Comune. E spiega: «L´occupazione è abusiva e va perseguita. Ma tutti i soggetti che operano fedeli ai valori della Costituzione possono legittimamente aspirare ad ottenere spazi dal Comune; lo statuto di Casapound o dell´associazione fondata dai suoi membri è fedele alla nostra Costituzione? Non ce lo hanno ancora presentato. Vedremo. Aspettiamo una loro richiesta formale. Al momento non ci sono i presupposti perché restino lì. Se il Comune aveva progetti su quella struttura? Non mi risulta» ammette D´Aponte.
02.10.2009