Il centro Baobab non ha ancora trovato casa

16 / 12 / 2015

Dopo otto giorni dall’epilogo della triste vicenda del Baobab, che è stato chiuso terminando così il suo percorso, il problema di fatto non si è risolto: i migranti continuano ad arrivare in via Cupa, ma purtroppo ad accoglierli non vi è più la grossa struttura con letti comodi e pasti caldi. Resiste il presidio permanente dei volontari del Baobab e dei Medici per i Diritti umani, che però non riesce a far fronte da solo all’emergenza che gli si para davanti e l’unica cosa che ad ora possono fare è cercare di ricollocarli in altre strutture per garantirgli almeno un breve alloggio per la notte.

L’incontro di ieri - 15 dicembre - in Campidoglio avrebbe dovuto proporre un luogo idoneo in cui allestire una struttura dignitosa e adeguata per dare accoglienza e solidarietà ai migranti in transito nella capitale diretti in altri Paesi europei; un incontro che nel pratico non ha però trovato soluzione definitiva.

Si continua a tamponare l’emergenza, ma il rischio è che continuino ad arrivare persone e ci si trovi costretti a montare delle tende in strada visto le soluzioni finora messe sul tavolo sono e restano di natura temporanea e incerta, soprattutto nel momento in cui la maggior parte dei centri disponibili danno alloggio solo a donne e bambini. Inoltre l’incontro tra i volontari del Baobab e i commissari Tronca e Vaccaro non ha portato ad alcun accordo: infatti si è un incontro interlocutorio in cui sono emersi i numerosi vincoli burocratici nell’individuazione di una nuova sede.

I volontari del Baobab non mollano: continuano nell'opera di assistenza dei transitanti davanti alle porte sbarrate della struttura che, da maggio a novembre, ha dato rifugio a 35mila persone.

Il Campidoglio, dal canto suo, conferma la volontà di proseguire il dialogo e ribadisce "l'impegno quotidiano,  portato avanti con l'ausilio della Sala operativa sociale, finalizzato a garantire la necessaria assistenza e a trovare un'adeguata sistemazione a coloro che considerano via Cupa come proprio centro di riferimento". Lì  dove anche in questi giorni, con la struttura sbarrata, i cittadini hanno continuato a portare cibo e indumenti, la Roma solidale ha continuato a farsi avanti.