Leggere il presente alla luce del futuro

Ha ancora senso parlare (solo) di austerità?

Occorre passare dalla resistenza all'alternativa e individuare se e come i movimenti possano conquistare autonomia e liberarsi dalle relazione di potere della modernità. (A.N.)

Utente: gianmarco
12 / 1 / 2014

Sospesi tra un ciclo di politica economica ed un'opportunità anticiclica

Ma siamo così certi che l'austerity sia e sarà per sempre l'architrave della politica economica continentale? Siamo così certi che il Far East ed i cosiddetti Paesi Emergenti -ampiamente emersi a dire il vero, anche da un punto di vista della maturità e dall'ampiezza della lotta di classe- siano e saranno l'eldorado della valorizzazione di capitale?

Io non credo.

Credo invece che il presente ed il divenire prossimo dell'UE siano sospesi tra la pesantissima eredità delle scelte dei policy makers continentali, il cui board è stato finora la Troika, e che sono state -e sono tuttora!- inchiavardate sulla rigidità dei vincoli di bilancio, sul pagamento dei debiti sovrani, sul blocco degli investimenti e spesa pubblica ed invece una nuova generale -e mica sotteranea!- tensione al cambio di rotta richiesto da altri policy makers, indirettamente rappresentati anche nella stessa Troika, spesso non continentali, ed anche dagli animal spirits dei flussi finanziari globali che, costituzionalmente rispondono solo a sé stessi, ma che hanno sempre una visione politica ben precisa sul futuro e sono, in fondo, animali politici1.

Perché l'austerity “e' finita” e dobbiamo attrezzarci ad una nuova fase con una nuova politica economica che prevederà la competitività e non più l'austerità come orizzonte generale in UE?

Per tanti motivi, ovviamente. Tra i molti citiamo anche la spinta che tutt@ noi abbiamo dato al cambio di rotta, ma anche le tante frizioni che sono arrivate a fare vacilizzare la stessa idea di UE; un altro misuratore fondamentale è che la produttività economica dell'austerity non si è data, ma si è risolta nel solo drenaggio di risorse private e pubbliche favorendo una gigantesca appropriazione di ricchezza sociale -già esistente!-, la cui polarizzazione è riconosciuta anche da autori mainstream come Rampini (si veda l'ultimo lavoro appena pubblicato), ma anche da interi elenchi di macroeconomisti, spesso Nobel price winners (Sen, Fitoussi, Yellen, Rossi, Krugman, Ostrom, ..).

La disuguaglianza sociale è ormai la più comune keyword della sociologia e dell'economia per descrivere il risultato sui redditi dopo 5 anni di austerity in UE e, personalmente, sono stupito dalla sua assenza nel lessico di movimenti.

Molti elementi testimoniano che the wind is going to change; decisivi sono la nuova forma di governo tedesca ed il programma pluriennale ad alto impatto su forma salario, relazioni industriali ed economia, la pace siglata tra tedeschi ed gli atlantisti della BCE (Draghi, the Sach's boy, su tutti) che da sempre hanno avuto mal di pancia solo a sentir nominare il binomio austerità&stagnazione e, ultimo, ma non per ultimo, la maggiore capitalizzazione borsistica dei titoli europei (700mld€ nel solo ultimo mese).

Questo ultimo dato cosa significa? Che i capitali speculativi sono stati spostati dai c.d. Paesi Emergenti e ricollocati nella Vecchia Europa, e perchè? Perchè scommettono su una maggiore redditività delle imprese quotate.

Oggi vi è moltissima liquidità in UE, sia per le iniezioni degli istituti preposti a regolare la densità di moneta, sia perchè hedge e players privati hanno fatto retromarcia, delusi dalle proiezioni dei BRICS -vedasi la nota- e questo denaro è in attesa di impiego e valorizzazione proprio qua intorno a noi.

Ora, vi sono due modi per far fruttare questo denaro: o con la rendita o sfruttando il lavoro vivo. La rendita fondiaria sembra avere poco spazio, almeno in assenza di politiche anticicliche; quella finanziaria ha drenato decine di miliardi sui mercati secondari dei bond nazionali, ma come sappiamo tutti gli spreads sono in decrescita ovunque e con proiezioni negative.

E non soprende dunque che in Bologna, uno dei territori più sindacalizzati d'Europa, nascano nuovi impianti industriali di Audi e Philips Morris: il capitale ha (di nuovo) tanto bisogno di lavoro vivo da sfruttare!

Come tendenza, non ha più grip la critica dell'austerity e bisogna spostarsi verso i claims di reddito, ma, anche, di impiego differente, originale ed autonomo del denaro disponibile.

Sono i movimenti sociali l'opzione decisiva, senza il conflitto sociale non vi è sviluppo, né dei cicli economici, né delle istituzionalità ovvero della democrazia.

Se si vuole fare la Nostra Nuova Europa e' fuori fase il lamento per ciò che è stato della sua politica economica dal 2009 ad oggi: si tratta di adottare la mentalità che ebbero i Neri degli slums di Los Angeles nel 1992 dopo i riots.

Essi risposero alla proposta di investimenti pubblici messi sul piatto come risarcimento pubblico alle loro lotte dicendo al Sindaco ed al Governatore della California: dateci la vostra liquidità e sparite, noi faremo quei progetti di valore che solo noi possiamo immaginare e realizzare.

Avanti. Andare avanti non significa stare fermi.

1Si pensi che ogni valutazione di investimento si fa con due modelli di analisi di contesto a priori, il primo dei quali si chiama P(olitical)E(conomical)S(ocial)T(echnological)L(egal) che fotografa appunto la situazione complessiva ad oggi e la proietta evolutivamente nel tempo dell'investimento; il secondo è lo S(trenghts)W(eakness)O(ppurtunities)T(hreats) che riassume la scommessa di investimento.