A fine dicembre lascerà la Protezione Civile ma Guido Bertolaso prepara un nuovo affare

Guido… verso casa

di Antonio Musella

27 / 11 / 2009

Lo ammetto: con Guido Bertolaso ho un conto aperto. Sarebbe inutile negarlo, e non c’e’ querela o azione repressiva che tenga. In pochi possono godere dello stesso potere che il capo della Protezione Civile (nonché commissario straordinario alle emergenze in : Campania, Abruzzo, Sicilia, al G8 e tanto altro) può esercitare senza dare conto a nessuno, se non al Presidente del Consiglio.
Per questo quando all’inizio del mese di novembre le agenzie batterono la decisione di Guido Bertolaso di avvalersi della legge antifannulloni ed andare in prepensionamento da capo della Protezione Civile, lo scenario che si prospettava lasciava il campo a numerosi interrogativi.
La possibilità di vederlo impegnato in prima persona in competizioni elettorali, magari come candidato governatore della Campania nel Pdl o come nuovo Ministro della Sanità, risultavano poco plausibili. Difficile immaginarsi uno degli uomini più potenti del paese che non ha mai dato conto a nessuno inserito in un contesto in cui dover ricercare gli equilibri tra partiti, fazioni, correnti, onorevoli e ministri.
Nessuno, allo stesso modo, ha mai potuto credere alle prime sue affermazioni, “sono un medico ritornerò a fare quello”, si… magari in Africa prospettando uno scenario tra squallore e mitomania del grande uomo potente che si spoglia e va ad aiutare i poveri.
Complicata sui tempi, invece, la possibilità di vederlo al fianco di Francesco Rutelli nella sua nuova formazione politica centrista. L’amico confratello Francesco, sparring partner di tanti affari, dal Giubileo all’emergenza rifiuti, uno che quando parla di Berlusconi dice che “le sole cose buone fatte dal suo governo sono state fatte da Bertolaso”. Troppo forte al momento il rapporto con il Cavaliere, troppo stretti i tempi per divincolarsi dalla figura di “signor Wolf “ (quello che risolve i problemi) del governo. Ma la sua uscita di scena in ogni caso lascerà dei vuoti difficili da riempire dal punto di vista amministrativo, grazie alla serie continua di intrecci tra la gestione delle emergenze e dei grandi eventi e la sua persona. Sarebbe come togliere Baresi dalla gloriosa difesa del Milan di Sacchi.

Negli stessi giorni in cui Bertolaso annunciava il suo addio, le agenzie battevano anche un’altra notizia, su cui tutti hanno prestato poca cura, a cominciare dai media main stream. Le agenzie in questione battevano le dichiarazioni del Ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito, “Sono al vaglio dell'ufficio legislativo del dipartimento della Protezione civile alcune misure atte a consolidare e migliorare le capacita' di risposta nella tutela delle primarie esigenze delle popolazioni colpite da disastri tali da richiedere la dichiarazione dello stato d'emergenza” – ed inoltre continuava il ministro del Pdl – “Non si puo' escludere che nell'intervento normativo in corso di 'confezionamento' ci possa essere anche spazio per l'inserimento di disposizioni aventi come oggetto il personale della Protezione civile o una nuova ristrutturazione dello stesso dipartimento". In particolare, "si sta valutando la procedura di reclutamento nei ruoli della pubblica amministrazione.”. 

Veniva annunciato così il DDL di riforma della Protezione Civile Nazionale. Contestualmente, il governo si impegnava a destinare alla Protezione Civile, 44 miliardi di euro come fondo speciale per il dissesto idrogeologico in Italia. 

Una riforma, quella della Protezione Civile, in grado di modificare l’intero assetto amministrativo della gestione delle emergenze, della gestione delle fasi post emergenziali in Abruzzo e Campania, di incidere particolarmente sugli equilibri regionali, e soprattutto di incidere sull’idea stessa di servizio pubblico.

Intanto affaristi e lobby delle multiutility si accordavano con il governo per la privatizzazione dell’acqua per legge, distruggendo in questo modo i fronti di resistenza costruiti nei comuni da comitati civici e cittadini in rivolta.

Ma cosa prevede la riforma della Protezione Civile ? 

Innanzitutto la Protezione Civile diventa una Società per Azioni, una Spa il cui maggiore azionista sarà la Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi direttamente il capo in persona. Al nuovo dipartimento verranno assegnati i compiti di centralizzazione della gestione di tutte le emergenze presenti sul territorio nazionale, in piena autonomia con la sola interfaccia della Presidenza del Consiglio dei Ministri,sminuendo notevolmente le competenze delle Regioni.

La nuova Protezione Civile Spa potrà godere di nuove assunzioni da ricercare nel personale interno e della pubblica amministrazione. In questo modo tutti i contratti a progetto dei dirigenti della pubblica amministrazione diventeranno a tempo indeterminato e saranno stabilizzati nel nuovo dipartimento. In questo modo un’associazione di volontariato, che può contare quasi sugli stessi finanziamenti della Polizia italiana, diventa una S.p.a. alle dirette dipendenze di Berlusconi, ma non solo, con la stabilizzazione dei dirigenti a tempo si sottrae la Protezione Civile dallo spoiling system. 

Proviamo ad essere piu’ dettagliati. 

Le aziende dello Stato, le partecipate e le controllate sono soggette ad un cambio di amministratori ad ogni cambio di governo. Il cosiddetto spoiling system. Cambia il colore del governo o i suoi uomini, cambiano i cda, gli amministratori delegati e cosi’ via. Per questo i dirigenti delle pubbliche amministrazioni, gran parte di loro, hanno dei contratti a progetto, che in caso di cambio di colore dei governi non vengono rinnovati. In questo modo la Protezione Civile diventa una Spa che in maniera permanente sarà guidata dagli uomini di Berlusconi e Bertolaso !

Una grande stabilizzazione di….precari ! 

Non solo dirigenti, ma anche gli altri livelli. I collaboratori a progetto saranno assunti a tempo determinato fino al primo concorso utile per l’immissione in ruolo dove avranno una riserva del 50% dei posti.

I soldi per finanziare questa “assunzione di massa” verranno presi dal decreto Abruzzo. I soldi dei terremotati andranno a costruire l’eredità di Guido Bertolaso. 

Ma non solo la costruzione di un enorme lobby c’e’ dietro la riforma della Protezione Civile. La fornitura di strumenti e servizi per le pubbliche amministrazioni vedrà un coinvolgimento diretto della nuova struttura. La struttura se ne occuperà insieme ad una nuova Spa costruita ad hoc ed alle dipendenze anch’essa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si occuperanno di gestire le forniture di strumenti per la gestione delle emergenze alle p.a.

Ma i campi di interesse della “nuova creatura”, si moltiplicano.

Il DDL infatti prevede da parte del Dipartimento l’acquisto dell’inceneritore di Acerra. Proprio così, il mostro dei veleni acquistato dal suo “padrino” Bertolaso. Il prezzo lo farà l’Enea e nelle more dell’acquisto da parte del dipartimento sarà gestito dal Asia l’azienda municipale del Comune di Napoli, con a capo Franco Fortini ex capo di Federambiente , la Confindustria dei rifiuti.

Resta ovviamente da definire in che modo si farà fronte ai tanti commissariati straordinari che Bertolaso presiede al momento. 

Per la Campania la gestione passerà dal 1 gennaio 2010 ai Presidenti delle Province che potranno, in attesa della messa a regime della gestione, avvalersi delle aziende pubbliche e private che fanno la raccolta. Aziende private, come le tante in Campania che lavorano nel settore rifiuti che sono in odore di camorra. Come la Eco 4 del clan Bidognetti ma espressione diretta del sottosegretario Nicola Cosentino.

I costi della nuova gestione del ciclo saranno pagati direttamente dai cittadini con nuovi aumenti della TARSU (tassa amministrativa sui rifiuti solidi urbani).

Nuovi aumenti.

Chi ha gestito i poteri commissariali per 15 anni lo ha fatto combinando un vero e proprio disastro ecologico e sanitario. Chi ha pagato, anche in termini di vite umane sono i cittadini campani, ed oggi sono loro a dover pagare con i propri soldi la cosiddetta nuova gestione…

Ma la Protezione Civile non andrà via del tutto. Sarà istituita una struttura che si chiamerà “Struttura Stralcio” che si occuperà di rifare i conti della passata emergenza rifiuti e liquidare tutti i creditori. La Struttura Stralcio, entro 30gg dalla riforma della Protezione Civile trasferirà gli impianti alle Provincie. Quali e quanti non si sa ancora.

Stralcio, si occuperà in ogni caso di fare il bello ed il cattivo tempo decidendo a chi pagare ed a chi no, le modalità, gli interessi ed i saldi. Insomma un bel pied a terre a Napoli che la nuova Protezione Civile manterrà senza dubbio per molto tempo ancora.
Per l’Abruzzo invece si manterrà la struttura commissariale, sarà Giovanni Chiodi, il presidente della Regione Abruzzo a prendere il posto di Bertolaso. Le nuove case con tanto di diretta televisiva sono state assegnate. Grandi successi e tappi di champagne che saltano. Peccato per le migliaia di cittadini che hanno le loro case ancora in piedi ma gravemente lesionate. Sono i danni di tipo A,B,C, case lesionate e proprietari che non vedono l’occhio di un quattrino dallo Stato. Procedure a rilento e nessuna garanzia per la loro ricostruzione. Ed è proprio da questa fenomenologia che muove una delle più grandi novità della riforma della Protezione Civile.
Verrà infatti istituita una nuova tassa sulla casa. Non una vera e propria tassa, ma un’assicurazione obbligatoria contro i disastri. In caso di terremoto, alluvione, frana, o altro prodotto di calamità solo chi avrà l’assicurazione vedrà la propria casa ricostruita, mentre chi non l’avrà verrà abbandonato a se stesso. Un’operazione finanziaria di enormi proporzioni, rispetto alla quale banche ed assicurazioni già di fregano le mani. Le tassa-assicurazione varierà a seconda delle zone in base alle loro predisposizione per eventi naturali. Immaginiamo che regioni come la Campania, la Calabria, il Friuli e l’Umbria pagheranno notevolmente di più rispetto a Lombardia o Piemonte, se vogliamo guardare il fattore della sismicità. Ciò che oggi è considerato un diritto, ovvero quello ad avere l’assistenza dello Stato per la ricostruzione della propria abitazione in caso di calamità dal 1 gennaio 2010 sarà intesa come un beneficio solo per coloro che potranno permettersi un’assicurazione. Facile pensare a questo punto che quando Berlusconi parla di taglio del Ici molto probabilmente non fa demagogia, ma completa un disegno articolato in cui le risorse vengono tolte dalle casse pubbliche per andare ad implementare quelle di banche ed assicurazioni, magari legate proprio a lui, e ciò che era un diritto ieri sarà a pagamento poi.

In Campania la crisi rifiuti devasta l’ambiente e corrode la salute ? Pagano i cittadini con l’aumento della Tarsu. I terremoti distruggono le case ? Pagano i cittadini con l’assicurazione obbligatoria. L’acqua è un bene comune accessibile a tutti? Bisognerà acquistarla dai privati.

E’ l’idea stessa di servizio pubblico che si trasforma radicalmente, proprio mentre dagli Stati Uniti la riforma della Sanità va nel senso diametralmente opposto.

Intanto la riforma della macchina di Bertolaso è motivo di tensioni all’interno degli assetti di governo in diverse regioni.

E’ il caso ad esempio della Regione Sardegna dove il governatore Ugo Cappellacci decide di lasciare la delega alla Protezione Civile di sua competenza ad un’assessore, visto il ridimensionamento del suo ruolo. Ed è lo stesso Bertolaso che invita l’esponente del Pdl a mantenere la delega. Così come avviene, ma a parti inverse anche nell’assemblea del Ars. In Regione Sicilia a lasciare la delega è l’assessore Armao, che lascia in polemica con Lombardo, sostenendo la necessità di una riforma profonda della Protezione Civile proprio nella direzione in cui si muove la legge. Piu’ centralizzazione, più attrezzature, più soldi in sostanza. Armao consegna anche a Lombardo un disegno di legge regionale di riforma della Protezione Civile che ricalca quello che il Ministro Vito ha annunciato.

In Umbria invece la Regione adotta una nuova riforma regionale su proposta dell’assessore Vincenzo Riommi, che in controtendenza con la legge che sarà approvata a breve prova a restituire un ruolo alle amministrazioni locali, già ampiamente tagliate fuori dalla gestione delle emergenze come i casi di Campania e Abruzzo hanno dimostrato.
Scossoni di assestamento per una riforma che senza dubbio modificherà e non poco anche gli assetti di potere.
Resta da capire che prenderà il posto di Capo della Protezione Civile al posto di Guido Bertolaso. Il signor Wolf, ha predisposto una macchina perfetta capace di avere garanzie economiche solidissime e capace di mantenere in piedi un sistema di potere in maniera permanente. A qualcuno toccherà prendere il posto di guida di una struttura che sarà interamente fatta di suoi uomini.
Tanti i nomi che si susseguono. Quello di Maurizio Scelli ad esempio, ex capo della Croce Rossa, abruzzese, e che provò con l’esperimento fallimentare di Onda Azzurra ad inserirsi nel quadro istituzionale che poi diede vita al Pdl. OppureNiccolò Pollari, già capo discusso del Sismi, ed al centro dell’inchiesta, che lo ha visto assolto, per il sequestro del imam Abou Omar da parte degli agenti della Cia a Milano.
In campo sembrano esserci i nomi anche di Mario Morcone dirigente del Viminale e di Franco Gabrielli prefetto dell’Aquila la cui collaborazione con Bertolaso è stata già testata in occasione del terremoto e del G8.
Sarà difficile leggere queste notizie su qualche quotidiano main stream prima che il DDL venga licenziato. Per scovare qualche informazione infatti bisogna trovare il solo organo di informazione che si è occupato della vicenda, Italia Oggi e la giornalista Alessandra Ricciardi, la sola che ha riportato alcune indiscrezioni sul segretissimo DDL di riforma della Protezione Civile.
Bertolaso ha messo le cose apposto. Le cose sue ovviamente. Si è garantito un sistema di potere a tempo indeterminato. Può andare a casa Guido, ma senza dubbio dovrà stare attento perché c’e’ sempre chi si ricorderà di lui, ovunque vada.