direttamente da Atene

Grecia - E tu, che vita vuoi?

OXI vince con il 61,3% il referendum sul futuro della Grecia e dell'Europa. Un risultato storico.

6 / 7 / 2015

Non è facile restituire un momento storico. Al di là dell'analisi politica, che certo deve giungere per tenere assieme la complessità, le contraddizioni, le sfumature della portata di un evento, quello che ci interessa fare qui è restituire una fotografia. Forse qualche brillante ideologo storcerà il naso, ma è ciò che ci sentiamo di fare adesso a poche ore dalla straordinaria vittoria del no. Le emozioni e l'entusiasmo della piazza, la spontaneità dei cortei partiti da Exarchia e da Panepistimio, non sono un'appendice al dato politico: ne fanno parte fine in fondo.

Già dalle sette di mattina, anche nei seggi più piccolo del quartiere dei movimenti ateniesi, milioni di persone si sono recate alle urne per mettere una croce su di un foglio. Il quorum non era un traguardo da raggiungere, era scontato. Quando su di un foglio puoi decidere il tuo futuro, è difficile non raccogliere la sfida. Così come è impensabile boicottare le urne per esprimere il doppio no, come i comunisti del KKE. I votanti dell'oxi sorridono e dicono orgogliosamente la loro scelta referendaria; il sì, almeno nei seggi di exarchia, rimane muto, quasi introvabile. 

La sede centrale di Syriza nel pomeriggio è un fremito, tutti sono titubanti, per quanto continuino ad avere quella speranza che il popolo greco - memore delle lotte passare e delle scelte elettorali presenti - alla fine non si faccia intimorire dal sì dei media, di Merkel, Schäuble, Juncker e Tusk. Le ragioni del no sono chiare 

Durante lo spoglio lo Steki, il centro sociale di Diktio, e l'antistante bar combinano un ambiente fatto di compagnersmo e tensione. Ad ogni risultato dei primi exit poll che esce c'è un'occasione per gridare gioia e stappare un'altra birra. 

Alle otto e mezza circa non c'è più televisione che tiene. Tutti in piazza, corteo spontaneo verso Syntagma. Come fare a perdersi un momento del genere? Come non tornare in piazza per una vera e propria espressione di popolo, una volta appurato che l'oxi passerà? Questa è la risposta migliore della cittadinanza (e non solo) greca: saper sempre ritrovare le sue origini ed il suo luogo. I posti anche simbolici da cui si è formata per opporsi all'austerità. Ed è infatti contro di questa che si è votato, ieri. Lo spezzone degli internazionali è stato accolto e ben voluto; la considerazione dello spazio europeo, nella sua interezza, su delle nuove basi è maggioritaria. Lo sanno bene gli italiani che sono stati accolti da bella ciao. Ma anche i tedeschi della delegazione di Blockupy, ben visibili con lo striscione oxi. 

Certo, non mancano le contraddizioni, con la presenza di Anel, i nazionalisti, in piazza e di Beppe Grillo, prontamente cacciato dagli attivisti romani di Dinamopress appena riconosciuto. Ma la gran parte delle piazza aveva una cosa in mente: dalla Grecia per cambiare l'Europa. E ieri non solo i greci hanno fatto fuori Samaras, che ha consegnato le sue dimissioni: hanno anche fatto tremare tutti, dal governo spagnolo che convoca un gabinetto di emergenza, al board della BCE di stamattina fino al Consiglio europeo di martedì. I greci e le greche hanno vinto la paura, hanno preferito un'incertezza forse catastrofica piuttosto che la passione triste. Si riconosce dalle facce e dai sorrisi di ieri sera, dagli sguardi di complicità che scambiano con noi internazionali. 

Il referendum ha segnato di nuovo un posizionamento della società greca; un posizionamento di classe e parziale, nel senso che non ha voluto un carattere generico, perché si è fatto su vertenze concrete e sapeva bene di difendere l'interesse comune piuttosto che il proprio privato. È una volontà che si è formata nelle rotture soggettive e che si è materializzata grazie a Syriza da una parte, dall'altra nelle reti dei collettivi e dei centri sociali che hanno animato dal basso la campagna. È dai movimenti, da quello che diranno da oggi, che si capirà l'intero potenziale della vittoria di domenica, soprattutto rispetto al negoziato che potrà essere intavolato con le istituzioni europee.

La breccia aperta dalla vittoria di quel 61% di oxi interroga tutti noi europei. Ci siamo mai risposto alla domanda - o meglio, ci hanno mai dato la possibilità: ' che vita vuoi scegliere?' Domenica 5 luglio, prima vittoria del fronte contro l'austerità e il ricatto del debito in Europa, in Grecia c'è stata questa occasione. Facciamo in modo che ci sia dappertutto. 

5 luglio - Piazza Syntagma