Gradisca - Liberato Singh. Uno dei migranti rinchiusi nel CIE dopo la lotta di Brescia

Ora può tornare a lottare con i suoi fratelli

25 / 1 / 2011

Per chi lavora o si interessa alle tematiche dell’immigrazione in Italia lavorare con i paradossi rappresenta un’abitudine quotidiana.

Succede così anche per la storia di Harjnder, giovane indiano proveniente dalla regione del Punjab e che si trova da diversi anni in Italia ed in particolare a Brescia nel settembre 2009.
Lui è clandestino, cioè non ha con se e nemmeno può richiedere un permesso di soggiorno in quanto è entrato in Italia povero, senza la possibilità di richiedere o acquistare un visto di ingresso nel mercato dei visti delle Ambasciate Italiane nel mondo.
Succede che un amico o un conoscente lo informano che proprio in quello stesso periodo, il Governo Italiano ha fatto uscire una nuova legge che si chiama "sanatoria", è lunga è complicata da spiegare ma basta rivolgersi ad un amico, amico di amici, che "tanto lui è italiano, le leggi le conosce e ci vuole dare una mano".

Pochi mesi dopo Harjnder si trova insieme a molti altri amici, connazzionali e sconosciuti sotto ad una gru nel centro della sua città, Brescia.
E successo che quello non era un vero amico, era un Italiano si ma forse le leggi non le conosceva bene o forse si e per questo ci ha fregato i soldi.
Fatto sta che adesso sono tanti sotto quella gru, italiani e stranieri, gli stranieri sono andati anche sopra la gru, sono li da giorni e non vogliono scendere.
Tanti sono li per lo stesso motivo di Harjnder, c’è chi è stato derubato dei risparmi di una vita da truffatori e chi si è fidato dello Stato che lo "ospita" che gli diceva paga, paga che poi vediamo, e alla fine, il permesso lo diamo solo a quelli che prima erano clandestini non a quelli che erano clandestini e si son fatti rintracciare.
Quindi se hai un espulsione la truffa è direttamente statale. Lo stesso stato che poi minaccia e picchia la gente sotto la gru.

Harjnder da truffato si ritrova arrestato, denunciato, espulso di nuovo, e poi trattenuto in attesa di essere rimpatriato.
A questo punto si trova solo e spaventato, unico indiano in mezzo a centinaia di persone, carcerato e lontano da casa, non sà dov’è, vede un sacco di tunisini, nigeriani e egiziani molto arrabbiati, che urlano, si tagliano, stanno male, tentano di scappare e ogni giorno la polizia entra, picchia e arresta. Si trova a centro di identificazione ed espulsione di Gradisca.

Harjnder però alla fine è un uomo fortunato.
Fortunato perchè dal posto dove arriva lui, a casa sua, c’è ad aspettarlo la morte.
Harjnder proviene da un piccolo e sperduto villaggio del profondo Punjab, non è l’India della new economy, non è l’India del miracolo economico, è un lembo di terra montagnoso al confine con il Pakistan dove si muore di dissenteria e il livello tecnologico e culturale è arretrato, praticamente medioevale.

Nell’India delle caste sociali rigide e dei matrimoni combinati, il giovane Harjnder sà perfettamente e può anche provare che se tornasse al suo villaggio ci sarebbe ad aspettarlo una faida politico-familiare ed una persecuzione pesante e concreta che tormenta il suo villaggio, la sua famiglia e che ucciderà lui in caso di suo rientro, tutto a causa di idee e comportamenti non tollerati da chi comanda.
Quindi non c’è solo la miseria o il desiderio di una vita migliore nel "progetto migratorio" di Harjnder, quanto invece un esigenza di poter vivere libero, senza tormenti e senza il rischio di venir picchiato, arrestato ed ucciso per le sue idee o i suoi comportamenti.

Harjnder quindi non può essere libero se viene rimpatriato e chiede asilo politico e protezione umanitaria al Governo Italiano .
La domanda viene scartata rapidamente dalla Commissione Asilo di Gorizia il 24 dicembre 2010,e viene proposto ricorso al Tribunale.
Il Tribunale accetta il ricorso e fissa l’udienza di discussione. Harjnder è libero, dovrà tornare per l’udienza, dovra ritorna ancora, ed aspettare. Ma intanto Harjnder può tornare dai suoi amici e dai suoi compagni di lotta, se vuole può anche tornare sotto quella gru per veder riconosciuto un suo sacrosanto diritto, Ma intanto Harjnder torna a casa. A Brescia!

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