Gradisca d'Isonzo (GO) - Visita del presidente della Commissione diritti umani al CIE

Utente: folletto
10 / 9 / 2013

Quest'oggi Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato, assieme ad altri senatori hanno visitato il CIE di Gradisca d'Isonzo (GO). Dopo tutti gli avvenimenti di questa calda estate in cui abbiamo visto i migrante presenti dentro il CIE innescare rivolte interne e passare notti sui tetti, dopo i continui atti di autolesionismo e il ricovero in coma di uno dei migranti lanciatosi dal tetto in un disperato tentativo di fuga, il senatore Manconi ha deciso di vedere con i suoi occhi la situazione delle strutture di Gradisca d'Isonzo.

Appena uscito dalla struttura il presidente della Commissione ha usato parole dure contro i CIE: “I CIE sono in tutta Italia un sistema gravemente deficitario, inutilmente dispendioso e soprattutto gravemente critico sotto il profilo della tutela dei diritti umani. Quello di Gradisca, con la visita di oggi, abbiamo constatato essere in condizioni più critiche di altri che abbiamo visitato. Certamente ci sono state qui delle rivolte che hanno prodotto dei danni e quindi la struttura interna è particolarmente sottoposta a notevoli contraddizioni e difficoltà però resta il fatto che noi abbiamo qui una “popolazione” piccola, si tratta di 44 persone che vivono peggio di come vivono i detenuti in un carcere, e questo è sotto il profilo del nostro ordinamento decisamente illegale. Noi come commissione stiamo discutendo dell'intero sistema dei Cie, pensiamo che si debba riformare da cima a fondo. Personalmente proporrò alla commissione di elaborare una mozione che chieda la chiusura di questo CIE perchè nelle condizioni attuali non è in grado di funzionare rispetto ai suoi scopi e perchè abbiamo visto violati i diritti umani delle persone che qui sono trattenute.”

Alla visita è seguita una conferenza stampa presso il Comune di Gradisca d'Isonzo assieme al sindaco che ha ribadito la sua contrarietà al CIE e le difficoltà che l'Amministrazione si trova ad affrontare essendo sia il CIE che il CARA due strutture ad alto impatto territoriale. Manconi ha ribadito che “in queste condizioni il CIE non può rimanere aperto, questa è per quanto mi riguarda la mia posizione personale perchè io sono presidente di una commissione del Senato che non ha assunto e non assumerà una posizione di questa natura come pronunciamento istituzionale ma credo di poter dire che tutte le persone, senatrici e senatori che oggi sono stati con me durante questa visita, condividano credo incondizionatamente questa affermazione: in queste condizioni e se permanessero queste condizioni il CIE va semplicemente chiuso. Manconi ha voluto poi distinguere le due strutture dicendo comunque che “la prossimità tra i due centri è già un elemento critico, la condizione praticamente di promiscuità è un limite che io ritengo addirittura grave ma in ogni caso il CARA pone altri problemi. La presenza di un CARA non passa inosservato, la presenza di un CARA non è indifferente rispetto ad un territorio, la presenza di un CARA può creare dei problemi ma sono problemi affrontabili e risolvibili.” Il senatore è tornato poi sulla questione del CIE, “istituto del quale io disapprovo proprio la stessa costituzione” e si è soffermato anche sull'atteggiamento delle autorità statuali locali  affermando che “la mia sensazione è di una grave, gravissima sottovalutazione da parte delle autorità statuali”. Riguardo alla situazione interna vissuta dai migranti Manconi ha detto chiaramente di aver visto “condizioni di vita che non sono degne di un paese civile, abbiamo visto persone chiuse in gabbia per ventiquattro ore e alle quali sono negate molto semplicemente le garanzie che il nostro ordinamento e il regolamento dei CIE prevede.” Il presidente della commissione si è soffermato anche sulle ribellioni avvenute negli ultimi mesi precisando che “le cosiddette rivolte che avvengono nel CIE e che sono avvenute anche di recente sono state momenti di grandissima tensione ma come mi è stato puntualmente confermato non ci sono state violenze nei confronti del personale, ci sono stati  molti episodi  di autolesionismo e molte conseguenze drammatiche, non dobbiamo mai dimenticare che mentre noi facciamo questi discorsi c'è una persona in coma”.

Infine per il senatore Manconi c'è un problema istituzionale, una “crisi” come l'ha definita dicendo “ una persona che muore o che sta in coma e che era all'interno di un centro dello Stato italiano destinato all'identificazione ed all'espulsione, non alla repressione, alla detenzione o tanto meno alla tortura, ogni volta che una persona come in questo caso è morto o si trova in coma è un grandissimo problema istituzionale”