Gradisca d'Isonzo (GO) - Anche la Regione FVG vuole chiudere il CIE

Una mozione presentata da Pd, Sel e Cittadini impegna la Regione guidata da Serracchiani a chiedere la chiusura della struttura.

Utente: folletto
2 / 10 / 2013

Ieri il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha votato una mozione presentata da Pd, Sel e Cittadini che chiede la chiusura immediata del CIE di Gradisca d’Isonzo qualora persistessero le condizioni  di vita disumane all’interno della struttura.
Da ormai innumerevoli mesi è risaputo che la situazione all’interno del CIE di Gradisca è lesiva di qualsiasi diritto, dai divieti in barba allo stesso regolamento interno come la sottrazione dei cellulari ai migranti, restituiti solo dopo le rivolte di questa estate, alla chiusura degli spazi comuni come la mensa e le aree all’aperto come il piccolissimo campo da calcio. Da mesi i migranti imprigionati nella struttura possono solo uscire nelle gabbie a cielo aperto collegate ad ogni stanza, e neppure tutti in contemporanea ma a scaglioni per evitare che i migranti di stanze diverse possano parlare fra di loro. Una situazione disumana a cui si aggiunge la mancanza di una lavanderia funzionante e le risapute difficoltà nel farsi visitare da un medico che comunque l’ente gestore dovrebbe mettere a disposizione. Una situazione molto tesa dove quasi quotidianamente ci sono atti di autolesionismo e che viene “gestita” attraverso l’uso smisurato di psicofarmaci.
La mozione passata nonostante le urla dell’opposizione impegna la Regione ad agire nei confronti  della Prefettura di Gorizia, dell’Ufficio Immigrazione, della Questura e dell’ente gestore del Cie. Secondo la mozione la Regione dovrà garantire la libera comunicazione dei migranti verso l’esterno e dovrà garantire il libero accesso dei consiglieri in qualsiasi momento, cosa che invece fino ad oggi è vincolata al via libera da parte della Prefettura.  Nel frattempo la presidente della Regione Serracchiani ha inviato una lettera al Viminale per chiedere la revisione della legge Bossi-Fini  soprattutto sul reato di immigrazione clandestina.
Quindi un altro tassello si aggiunze al quadro di chi negli ultimi mesi chiede l’immediata chiusura del CIE di Gradisca d’Isonzo, nei mesi scorsi perfino dall’Azienda Sanitaria era arrivato un grido di allarme che sottolineava la difficoltà del gestire i tanti casi di autolesionismo. Perfino diversi sindacati di polizia hanno smesso di chiedere “rinforzi” e sono passati all’idea che la cosa migliore sarebbe la chiusura definitiva della struttura e la visita di poche settimane fa del senatore Luigi Manconi (Presidente della Commissione diritti umani del Senato) aveva confermato, se mai servisse, che le condizioni per i migranti dentro al CIE di Gradisca sono disumane. Naturalmente in questi mesi non sono mancate le prese di posizione di tutti  gli enti locali, dal Comune alla Provincia, ora anche la Regione ha espresso chiaramente la necessità di chiudere quella che è una delle peggiori strutture all’interno del sistema dei CIE in Italia.