Genova 2001 non è finita. 20-21 luglio @ ZAM 3.0

tratto da www.milanoinmovimento.com

Utente: Cegna
18 / 7 / 2013

Dibattito pubblico, a ZAM 3.0 domenica 21 luglio alle 18.00

Genova non è finita con la fine dei processi e non può finire poiché ci sono 10 compagn@ condannat@, alcuni dei quali sono in carcere.

Non possiamo fare finta di niente e non ricordare, ma non possiamo nemmeno fermarci allo shock repressivo.

Energie, sogni, intuizioni e molte altre cose attraversavano l'Italia e il mondo intero, prima, durante e dopo i giorni dell'opposizione al e ai G8 nel capoluogo ligure.

Un vento dal basso che era esploso mediaticamente a Seattle nel Novembre del 1999 e avrebbe continuato a battere fino al 15 Febbraio del 2003. Ovviamente le date non sono assolute ma rappresentano per noi il primo e l'ultimo momento di mobilitazione di quel filone di movimento.

Certamente in 12 anni il mondo è cambiato, il capitalismo si è trasformato e ora, tramite la finanziarizzazione e la logica dello stato d'eccezione permanente, determina e sovradetermina le vite di tutti noi. La crisi delle democrazie e della teoria della rappresentanza era già in corso, lo sfruttamento dei territori, delle materie prime e delle persone all'ordine del giorno. E' proprio in quel 2001 che si inizia a imporre la parola precarietà (la prima Mayday), ed è sempre in quell'anno che l'Argentina si sveglia con una crisi terrificante che ha portato governi illegittimi a ritrattare il debito con il FMI. Il prodromo della crisi globale era lì, davanti a tutte e tutti. La crisi argentina è stata una delle cause della transazione del capitalismo verso la finanziarizzazione, assieme al fallimento della guerra come strumento d'uscita dalla recessione?

Abbiamo letto, scritto e parlato tanto di queste cose, però letture, chiacchiere e parole scritte non hanno fermato il dilagare a livello globale di questi fenomeni a favore di una globalizzazione dei diritti che con forza chiedevamo.

E' stata solo la spietata repressione di Genova a fermare quella forza?
E' stata l'incapacità di “aggiustare il tiro” dopo la caduta delle Torri Gemelle e l'inizio della Guerra Globale al Terrorismo?

E' passato più di un decennio dal Luglio del 2001 e forse è ora di iniziare a capire in cosa ci eravamo sbagliati e su cosa avevamo ragione, provare a fare i conti con quella storia oltre l'atto repressivo e violento dello Stato, capire gli errori, riprendere i punti di forza. Non avevamo previsto tutto, e non avevamo ragione su tutto.

Molto probabilmente il mondo oggi sarebbe diverso se non si fosse persa la battaglia di quella fase storica, perchè è indubbio che di sconfitta parliamo, con tanto di ostaggi presi dai nemici.

Una sconfitta iniziata il 20 e 21 Luglio però non consumata in quelle due giornate.

Chiudere una storia significa saperci fare i conti. Fino ad oggi lo si è fatto poco, troppo poco, anche perchè avevamo la spada di Damocle dei processi in corso. E' il momento di chiuderla, partendo da quel che ci spinse ad andare a Seattle, a Davos, a Genova e a opporci alla teoria della Guerra Globale Permanente.

Oggi viviamo schiacciati dalla crisi, o meglio dalla logica della crisi, un sistema subdolo che gioca con la psicologia delle persone: quando sai di essere in difficoltà sei pronto ad accettare quello che solitamente non accetteresti.

Agitare la crisi significa imporre un immaginario fatto di autoprivazioni e rinunce. Siamo sicuri di essere veramente ancora in crisi economica globale?

Poniamo la questione (forse in maniera impropria e ingenua).
Non diamo risposte, non ci interessa farlo ora.
Ci interessa aprire un dibattito capace di chiudere veramente e realmente la fase “Genova” e magari darci una nuova chiave di lettura ampia, spendibile e decodificabile.

Ci manca da troppi anni.

 

Noi proviamo a mettere a disposizione di tutti un dibattito pubblico,

a ZAM 3.0 domenica 21 luglio alle 18.00. Lo manderemo in streaming su www.milanoinmovimento.com.

 

Qui di seguito la sinossi di ciò di cui vorremmo iniziare a discutere:

Genova 2001- Avevamo ragione?

Quante sono le strade che sono nate a Genova, nel 2001?
Quante lotte, quanti ideali, quanti successi ed errori hanno attraversato la vita del movimento italiano e mondiale, dalle giornate di Luglio di 12 anni fa?

Il movimento che si formò in risposta al summit mondiale non fu un fenomeno isolato, era un insieme eterogeneo di tanti spiriti, era l'erede delle giornate di Seattle, era il prodotto dei progetti nati a Porto Alegre, era un movimento globale volto all'azione locale, che possedeva parole d'ordine e idee precise sul significato dei diritti umani nell'epoca della globalizzazione economica, era un movimento che sperimentava forme di comunicazione alternativa e moderna e che sosteneva l'uso cosciente di internet e dei mezzi di comunicazione per generare e diffondere pensiero critico, mettere in comune le esperienze e le difficoltà dei popoli.

Era un movimento che aveva intuito le distruttive evoluzioni del capitalismo?
Aveva compreso il ruolo subalterno delle democrazie locali (e dei loro attori) rispetto alle istituzioni trans-nazionali non elettive?
Era un movimento che si scontrava con un mondo in cui la potenza economica statunitense non era ancora circondata dall'asse delle economie emergenti del Brics e che non aveva ancora vissuto il crollo delle Torri Gemelle.

Vogliamo discutere di questo: del rapporto e della relazione esistente tra il pensiero politico del movimento, e le sue letture prospettiche.

Vogliamo discutere dell'evoluzione del movimento che si presentò a Genova, numeroso e radicale, e la realtà dell'oggi.

Vogliamo discutere di quale eredità quel movimento ha contribuito a creare, cosa ritroviamo nelle nostre lotte quotidiane, cosa è indiscutibilmente cambiato dalle giornate di Genova, in poi.

Ricordando Carlo Giuliani.

Specialmente dedicato a Don Andrea Gallo.

 

 

Il ricavato della due giorni sosterrà le spese legali  dei 10 compagn@ di Genova, di 130mila e quelle di Z.A.M.