Francia: la lotta contro il cantiere di notre-dame-des-landes continua

26 / 11 / 2012

Il loro arrivo era previsto. La resistenza all'occupazione militare del bosco anche.

Quello che invece non ci si aspettava, venerdi e sabato scorso, era la concomitanza dell'annunciato dialogo e l'assalto con lacrimogeni lanciati all'interno delle case dove gli attivisti stavano vegliando sui luoghi destinati al secondo aeroporto di Nantes. L'azione di 500 poliziotti è servita ancora una volta ad aprire la via ai bulldozer usati per distruggere i presidi costruiti e poi ricostruiti. Già domenica l'insieme dei comitati che contrastano il cantiere dell'aeroporto di Notre-Dame-des-Landes, ha dato appuntamento per proteggere le capanne rioccupando la zona protetta.

Una settimana di mobilitazione annunciata per ricostruire grazie al sostegno degli innumerevoli collettivi ambientalisti francesi. La partecipazione si concretizza con appoggio alimentare e materiale, provvigione di utensili e legno, cibo e la disponibilità a sopperire alle necessità prime.

Questo per dire che alla "commissione" di mediazione non ci si crede poi molto visto i violenti tentativi, falliti, di "asporto" della contestazione, citando il ministro dell'interno Valls che considera gli attivisti un'"escrescenza" malata. Dopo aver parlato di "forza del diritto" Hollande è costretto a ritardare il cantiere con una sospensione di sei mesi dei lavori previsti ad inizio gennaio 2013. Lo scopo è quello di far digerire agli scettici ministri di EELV, Europe Ecologie - Les Verts, il progetto di un secondo aeroporto già valutato inutile e dispendioso, ma soprattutto contrario alla salvaguardia ambientale ed a quella economica che riguarda le attività agricole della zona confiscata per dare inizio al cantiere.

Gli oppositori all'aeroporto di Notre-Dame-des-Landes temono che nei fatti questa auto-proclamata commissione per il dialogo si traduca in propaganda del progetto, come una sorta di megafono "per informare sui lavori in corso e il loro impatto sulla biodiversità" come sostiene la stessa porta-voce del governo.

Dopo quattro giorni di scontri e forte tensione politica, la prima richiesta dei comitati all'annuncio delle commissione è quella di allontanare le forze dell'ordine se si vuole un dialogo.

Il prefetto della regione continua ad annunciare la distruzione di tutti i presidi da quando è cominciata l'operazione "César" di evacuazione forzata degli occupanti. Intanto sabato, a Nantes, 8000 manifestanti degli 81 comitati locali hanno affrontato gli idranti dei CRS, il corpo speciale della gendarmeria repubblicana e bloccato gli accessi e i ponti tra Nantes e Saint Nazaire. E nel bosco affumicato dai lacrimogeni, altri manifestanti accorsi dalle borgate circostanti hanno protetto gli insediamenti sotto il tiro delle granate assordanti.

Da domenica mattina appello a un "pic-nic" per togliere i detriti e ripulire la Châtagneraie, un luogo simbolo della lotta perché costruito collettivamente e ora protetto da un cordone di decine di trattori. L'avviso a chi coglie l'invito è di portare pale, picconi, seghe da legno e ferro, martelli, chiodi, trapani, cavi elettrici, prese e luci, c'è bisogno di vetri e vetrai, guanti da lavoro... In attesa di una risposta alla seconda richiesta: che il confronto riguardi la costruzione dell'aeroporto e non l'impatto ecologico che avrebbe l'aeroporto, come vorrebbe il governo.