Firenze dice NO a Renzi ed al Pd, nonostante i divieti della Questura

La Questura di Firenze ha negato la possibilità di manifestare contro la “Leopolda per il SI”

4 / 11 / 2016

La Questura di Firenze ha negato la possibilità di manifestare, in qualsiasi forma, nel corso della “Leopolda per il SI”, la kermesse indetta da Renzi e da tempo indicata dai fautori del SI al referendum costituzionale come momento politico chiave della campagna elettorale. Già da diversi giorni la Questura sta creando un clima molto teso rispetto al corteo lanciato dal Comitato Firenze dice NO, come dimostra l’intervento della polizia che ha interrotto la conferenza stampa di lancio della mobilitazione, lo scorso 2 novembre (guarda il video). Il Comitato No Grandi Navi di Venezia, il Comitato No Dal Molin di Vicenza, la rete Trivelle Zero Marche e la rete di comitati campani Stop Biocidio, che insieme ad altre realtà territoriali di lotta hanno dato vita alla campagna nazionale “C’è chi dice NO”, che culminerà con il corteo romano del 27 novembre, domani saranno in piazza a Firenze, per praticare, nonostante i divieti, il diritto di dissentire pubblicamente rispetto a chi ha scelto di demolire la Costituzione, materiale e formale, del nostro Paese. Saranno presenti anche le realtà provenienti dalle aree colpite dai recenti eventi sismici, per rivendicare la manutenzione del territorio come scelta politica prioritaria e per rompere un modello di gestione basato sulle grandi opere.  La presenza dei movimenti sociali alla Leopolda per il SI rappresenta un passaggio importante della campagna per il NO sociale al referendum ed alle politiche governative attuate dal Partito democratico, che proseguirà con altre tappe di avvicinamento alla manifestazione del 27 novembre. Di seguito pubblichiamo il comunicato di Firenze dice NO, che spiega l’accaduto ed invita alla presenza in piazza San Marco alle ore 15.

Divieto completo a manifestare. E' questo quanto comunicato dalla Questura al comitato Firenze dice NO, a due giorni di distanza dalla manifestazione - annunciata da settimane – di sabato 5 novembre. Il motivo, si legge sul documento firmato dalla Questura, sarebbe la presenza alla stazione Leopolda di “massimi esponenti del Governo Italiano”. Una scelta di questo tipo non solo non ha precedenti, ma viola completamente il diritto costituzionale a manifestare. La responsabilità politica è tutta da attribuire alla prepotenza che contraddistingue da sempre il governo Renzi. Nel paese di Renzi, e ancora di più nella “sua” città, anche la libertà di espressione sembra valere solo per i suoi sostenitori. Come interpretare diversamente quanto accaduto mercoledì, quando la polizia è intervenuta per impedire una semplice conferenza stampa davanti ai cancelli della Leopolda?

Renzi parla di “Leopolda del popolo”, ma utilizza metodi dittatoriali per impedire al popolo del NO di manifestare liberamente. 
Tutto questo è inaccettabile. E per questo non rinunceremo sabato 5 novembre a manifestare le tante ragioni che compongono il nostro NO al governo e alla sua riforma costituzionale. Rinunciarvi vorrebbe dire ipotecare il diritto stesso a manifestare di noi cittadini. E invitiamo tutta la città ad esprimere la propria indignazione ed a scendere in piazza San Marco alle ore 15:00.

Alle ore 12:00 di oggi il comitato Firenze dice NO convoca una nuova CONFERENZA STAMPA ai cancelli della Leopolda. La “gente normale” di cui Renzi parla sono le famiglie vittime della crisi, gli studenti a cui crollano i soffitti della scuola (e che presto verranno mandati a lavorare gratis da McDonald's), gli inquilini sotto sfratto, i precari e i disoccupati di questo paese, chi è stufo di una politica asservita ai poteri forti. Le stesse persone che sabato scenderanno in piazza per portare le proprie ragioni alla Leopolda del Sì. Ragioni con cui Renzi deve confrontarsi. Perchè questo è il paese reale, che non si può nascondere né zittire.