Femen è pornografia. Facebook chiude gli account del collettivo femminista, mentre in Belgio le attiviste vengono malmenmate durante un'azione contro il Primo Ministro tunisino

25 / 6 / 2013


Le Femen fanno ancora discutere di sè.

Ancora al centro della polemica il gruppo Femen.

Questa volta per la decisione di Facebook di cancellare la principale pagina del gruppo. Per FB l'elemento scatenante della decisione sono le fotografie delle attiviste a seno nudo come azione di protesta.

Ecco le motivazioni tratte dall'articolo del Corriere della Sera : «Abbiamo una politica molto chiara sulle immagini di nudo – ha spiegato Linda Griffin, una manager di Facebook, al KyivPost – e gli amministratori della pagina in questione hanno ricevuto diversi avvisi sul fatto che i contenuti della loro pagina violavano le nostre regole».

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Ovviamente immediatamente le attiviste di Femen hanno risposto: “Zuckerberg, le Femen non sono pornografia”, ricordando che il loro profilo è seguito da oltre 170 mila utenti, che ora sono privati della possibilità di accedere alle informazioni del gruppo. 

Alexandra Shevchenko, definita una delle portavoce del gruppo ha dichiarato che  dietro il provvedimento  ci sarebbero «assurde accuse di pubblicazione di materiale pornografico e di promozione della prostituzione».

FB si difende dicendo che già in altri casi ha bloccato i profili che usano immagini del corpo femminile.

Difficile non vedere dietro alla mossa un tentativo di censura o meglio di proteggersi dai tanti nemici che le Femen stanno raccogliendo con le loro azioni di protesta.

Proprio oggi il gruppo Femen ha bloccato la macchina del Primo Ministro tunisino in visita in Belgio. E' una delle attiviste è stata malmenata da un uomo presumibilmente della guardia ministeriale.

ARTICOLO SULL'INIZIATIVA IN BELGIO DAL SITO FEMEN

Dopo che l'attivista è stata malmenata nel comunicato che racconta l'episodio si dice "Larayedh l'Unione Europea non è la Tunisia, non è consentito picchiare le donne e pagherete per lavostra violenza."

Sulla vicenda dell'oscuramento della pagina FaceBook sull'Huffington Post è apparso un comunicato delle Femen che denuncia come Facebook  abbia bloccato la pagina principale di Femen. Il comunicato continua dicendo che "lo stesso era accaduto per la nostra filiale Femen francese. In totale, queste pagine sono state apprezzate da circa 170.000 persone. Le pagine di Femen sono state  una delle più grandi comunità di donne su Facebook ed è stata la principale fonte di notizie sulle attività del movimento. La ragione formale per la chiusura delle piattaforme è assurda - ci accusano di diffondere la pornografia e promuovere la prostituzione.

Questa scelta è la continuazione via internet della guerra condotta contro le Femen da una miriade di diversi gruppi: i nazisti, le dittature europee e quelle post-sovietiche, fino ai fondamentalisti islamici."

Nel comunicato le attiviste riportano come la loro pagina su Facebook sia state una delle principali piattaforme di informazione per la campagna per la liberazione dei prigionieri politici, in particolare gli attivisti nelle prigioni tunisine e concludono lanciando un appello contro la chiusura delle pagine di Facebook: "abbiamo chiesto loro di invertire la loro decisione al più presto possibile per restituire alla rivoluzione delle donne un portavoce fondamentale ! Zuckerberg! Femen non è pornografia!"

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