La nuova crisi di rifiuti Campania. Per capire il fallimento e l’attuale situazione.

Fallimento e Castigo

di Antonio Musella

25 / 9 / 2010

Un casino ! Anche gli occhi di un attento osservatore di un’altra regione non potrebbero comprendere al meglio quello che sta esplodendo in Campania. In parte i dati oggettivi ci offrono una chiave di lettura chiara, ma dall’altro forze oscure si concentrano e si mettono in movimento. Solo la lettura approfondita di alcuni fatti puo’ darci ulteriori spiegazioni.

Per i più è “un casino” semplicemente perché il fatto non esiste. Nessun media nazionale riporta quello che sta avvenendo in Campania. Nonostante la città di Napoli abbia visto la ricomparsa dei cumuli di rifiuti dal centro alla periferia, nonostante intere comunità a Chiaiano e Terzigno stiano da diverse settimane riprendendo con grande vigore le mobilitazioni, i media main stream continuano ad ignorare sostanzialmente quello che sta avvenendo. Per qualcuno, come il primo ministro, questo colpo d’immagine potrebbe essere mortale, così come contribuì alla morte del precedente governo di centro sinistra. Infondo Silvio Berlusconi ha fondato il consenso al suo governo sulla “risoluzione” della crisi rifiuti in Campania e sulla gestione del post terremoto in Abruzzo. La seconda vicenda è stata travolta dagli scandali. La prima rischia di rivelarsi per quello che è sempre stata : un grande bleuff.

Ma andiamo con calma e proviamo schematicamente a riassumere la situazione per fornire a chi legge, soprattutto dall’esterno di questi territori, una quadro complessivo.

1. Il cane che si morde la coda.

Il decreto 90 del 2008, la famosa legge speciale sull’emergenza rifiuti a Napoli, dopo mesi di scontri violentissimi tra cittadini e polizia, dopo lo scoppio della vicenda di Chiaiano che si inserì proprio all’avvio dell’attuale legislatura, fornì uno schema, pedestre e incompatibile con l’ambiente e la salvaguardia della salute, rispetto allo smaltimento dei rifiuti.

Vennero aperte delle buche dove per legge ci potevano finire rifiuti di qualsiasi tipo: Ferrandelle (Ce), Svignano Irpino (Av), Serre (Sa), Chiaiano (Na), Terzigno (Na), Sant’Arcangelo Trimonte (Bn). Dal secondo semestre del 2008 alcune di queste buche hanno cominciato a ingoiare rifiuti. Parallelamente gli impianti di incenerimento, quelli che avvelenano di diossina aria e terra, che inquinano la catena alimentare e che aumentano il tasso di malattie tumorali, furono definiti nei siti di Acerra – che era già in costruzione – di Salerno e nel quartiere di Ponticelli alla periferia Est di Napoli. Solo nel marzo del 2009 l’inceneritore di Acerra è stato inaugurato. Da quel giorno non solo non è mai stato a pieno regime ma ha subito guasti continui, oltre ad aver sforato decine di volte i limiti di emissione della diossina nell’aria, fino ad arrivare alla conclusione di pochi giorni fa dei tecnici specializzati accorsi al capezzale dell’impianto di veleni : ci vogliono 10 milioni di euro per ripararlo, le pareti dei camini sono crepate !! Dalla sua inaugurazione è passato poco più di un anno. Impregilo, che l’ha costruito, ha incassato i suoi soldi e la A2A di Brescia che lo ha ultimato e ne cura il funzionamento ha preso il suo appalto.

Nel mentre che le buche si riempivano e l’inceneritore non funzionava, gli impianti ex Cdr sono diventati ora degli impianti STIR ovvero solo di tritovagliatura del rifiuto. In pratica nell’inceneritore si bruciano rifiuti che non potrebbero essere bruciati. Ma niente paura e’ tutto a norma di decreto in gestione emergenziale !! Una grazia sicura….

Le buche intanto si riempiono a velocità della luce, la raccolta differenziata stenta perché non esiste un investimento serio nella costruzione di una filiera del rifiuto virtuosa, passando dal 9% del 2008 al 17% (ma c’e’ chi contesta il dato) attuale. Nessun piano sul ciclo integrato dei rifiuti è stato messo in atto né dalla Protezione Civile, né dagli enti locali a cominciare dalla Regione Campania. In mezzo la procedura di blocco dei fondi europei (500 milioni) da parte della Commissione che ha detto a chiare lettere al governo italiano che è necessario cambiare strada sia rispetto alla logica dell’emergenza, fuori da ogni assetto democratico, sia sul piano rifiuti.
Arriviamo ad oggi.
I dati oggettivi ci dicono che Guido Bertolaso e Silvio Berlusconi hanno fallito ! Anche perché dal 2008 ad oggi il centrodestra ha conquistato le Province campane - tre su quattro - e la Regione Campania, avendo in questo modo una catena di governo istituzionale assolutamente omogenea. Non sono stati presi in considerazione i piani alternativi dei comitati civici che parlavano di norma quadro sulla riduzione dei rifiuti, norma quadro sulla raccolta differenziata porta a porta e trasformazione degli ex impianti di cdr in impianti di trattamento a freddo. Inoltre come detto sulla differenziata e la filiera virtuosa siamo in alto mare. Dopo due anni, pochi giorni fa è stato inaugurato il primo sito di compostaggio della Campania, a Salerno, fino ad ora l’umido veniva spedito in Sicilia. Hanno fallito perché l’emergenza sarebbe dietro l’angolo. Le buche, ovvero le discariche si stanno riempiendo, e nulla è stato fatto per evitare la necessità di aprire nuove discariche…un cane che si morde la coda.
Fermatevi !
Rileggete gli ultimi periodi…

“..l’emergenza sarebbe dietro l’angolo”…
Sarebbe”, perché l’autonomia delle attuali discariche dovrebbe essere calcolabile intorno ai 5 o 6 mesi. La discarica di Serre ha già chiuso da tempo ma restano attive Chiaiano, Savignano, Sant’Arcangelo e Terzigno.
Ma allora perché l’emergenza è qui ed ora ?

2.I poteri oscuri si mettono in movimento.

Il Comune di Napoli in questo momento ha la possibilità di scaricare in almeno due discariche, ovvero Chiaiano e Terzigno. Perché dunque Napoli sta rimanendo sepolta dai rifiuti ?

L’azienda municipalizzata del Comune di Napoli, la Asìa, cura la raccolta in una parte della città. Il resto del Comune, e gran parte dell’area metropolitana è servita da un’altra azienda la Enerambiente. Dopo la crisi del 2008 molte delle aziende che lavoravano in subappalto sono state eliminate dal servizio. È lì che si annida il businnes più importante dei poteri camorristici imprenditoriali. Il subappalto…

Enerambiente è giunta dunque in supporto di Asìa da un po’ di tempo.
Ma anche la Enerambiente va in subappalto e interessa altre ditte. La Enerambiente è una ditta veneta, ma a guidare il cantiere in Campania per l’azienda c’è Corrado Cigliano, suo fratello Dario è consigliere provinciale a Napoli del Pdl, suo padre Antonio invece ha esperienza di lungo corso[1].

Ex assessore alla nettezza urbana nel 1992 in quota Psi, fu travolto dallo scandalo di tangentopoli per una maxi tangente da 1 miliardo e 100 milioni delle vecchie lire relativa alla trasformazione della N.U. partenopea in azienda municipalizzata. Queste le accuse dei giudici che riguardarono oltre ad Antonio Cigliano, il gotha del Psi da Giulio Di Donato all’ex sindaco Nello Polese.

C’è da dire che Enerambiente ha vinto regolarmente la gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti e che nessuna inchiesta in questo momento riguarda l’azienda né i suoi titolari.

Succede che Enerambiente ha un contenzioso di alcuni milioni di euro con il Comune di Napoli. Per far fronte a questi crediti non riscossi ed alle difficoltà gestionali, Enerambiente ha ridotto i subappalti ed ha rinunciato alle assunzioni sostitutive per il personale ammalato. In pratica si è ridotto il personale che risulta insufficiente per la raccolta dei rifiuti. Alcune ditte che lavoravano in subappalto come la Davideco hanno licenziato i dipendenti. Succede, nella città dei mille misteri, che flotte di lavoratori si mettono in malattia, altri ancora, quelli delle ditte di subappalto entrano in sciopero per gli stipendi arretrati. Ma attenzione perché tutto non può essere letto solo come una vertenza sindacale che causa disagi. Se una nuova emergenza è alle porte i poteri criminali sono interessati ad entrare nella gestione. Quei bei finanziamenti a pioggia in procedura di emergenza che garantiscono profitti sicuri e subito. Succede infatti che la scorsa notte 50 persone incappucciate entrano nel parcheggio dei mezzi di Enerambiente e distruggono 46 camion !

Proprio così…armati di mazze di ferro e bastoni fanno irruzione nella sede dell’azienda e sfondano vetri, distruggono macchinari. In pratica se prima non c’era personale ora non ci sarebbero nemmeno più i mezzi !

La stessa notte, ieri notte, i cittadini di Terzigno che bloccavano gli autocompattatori all’ingresso della discarica vengono caricati e manganellati. Un repentino vertice tra il sindaco di Napoli, il prefetto Di Martino, il questore Santi Giuffrè ed il generale Morelli, vice di Bertolaso, decide che bisogna mandare comunque fuori a raccogliere i cumuli di rifiuti i mezzi danneggiati di Enerambiente e li fanno scortare dalle volanti della polizia.

L’altra notte Napoli ha visto scene surreali: autocompattatori distrutti, con i vetri bucati dai colpi di mazze, che giravano di notte per la città a raccogliere rifiuti con la scorta delle volanti.
Il giorno dopo alcuni rappresentanti dei lavoratori della Davideco che prende i subappalti di Enerambiente si sono scusati per il raid. Saranno stati davvero loro?

Nella discarica di Chiaiano sono entrati circa 200 autocompattatori in una sola notte !!
Superando ampiamente il limite di conferimento di 800 tonnellate al giorno di rifiuti.

L’emergenza è dietro l’angolo, ma per fare gli affari bisogna preparare il terreno, ed è evidente che una città piena di monnezza serve per velocizzare il tutto. Ma visto che esiste ancora un’autonomia di alcuni mesi, poteri oscuri si mettono in moto per anticipare l’emergenza.

3. Le ricette di sempre.

La scorsa settimana l’Assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano, professore di storia contemporanea all’Università di Salerno, ha illustrato sul Corriere del Mezzogiorno, le sue idee per il nuovo piano rifiuti. Allargare le discariche di Terzigno, Savignano e Sant’Arcangelo, chiudere definitivamente Chiaiano e Serre. In 48 mesi aprire gli inceneritori di Salerno e Napoli Est a Ponticelli ed avviare i lavori per quello di Giugliano (Na) dove si bruceranno le ecoballe. Romano conclude con una promessa : se entro un anno non siamo al 30% di differenziata mi dimetto!

Gli suggeriremmo di cominciare a scrivere la lettera di dimissioni…

In questo quadro ciò che emerge è l’aumento esponenziale dell’uso degli inceneritori, l’assenza di un piano di riduzione a monte dei rifiuti, e una vera strategia sulla differenziata. Come si dovrebbe raggiungere l’obiettivo del 30% ?

Lunedi’ 20 settembre, a Roma si sono incontrati Guido Bertolaso, il generale Morelli, i prefetti della Campania, l’assessore regionale Romano ed i presidenti delle quattro Province. Da quel vertice non è trapelato nulla se non una sibillina dichiarazione del presidente della Provincia di Napoli il deputato Luigi Cesaro – su cui c’e’ un mandato d’arresto della Procura di Napoli coperto da immunità parlamentare – “Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo trovato una soluzione” così ha sentenziato colui che il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca definì “Giggino la Polpetta”.

Ampliare alcune discariche darebbe un fiato troppo corto a chi non ha predisposto una strategia complessiva di gestione dei rifiuti che prevede il riciclo, il riuso e la riduzione degli stessi. Quindi l’ipotesi di aprire nel Parco Nazionale del Vesuvio una mega discarica a Cava Vitiello nel comune di Terzigno sembra prendere sempre più corpo. Un’altra discarica nel parco del Vesuvio dopo la discarica Sari che sta per esaurirsi ed ai cui cancelli in queste notti i cittadini stanno bloccando gli autocompattatori. Una sorta di fallimento bis !
La stessa strategia è stata usata nel 2008 con l’opposizione dei cittadini e dei movimenti. E visto che non ha funzionato la ripropongono tale e quale !

Sullo sfondo di tutto questo resta l’insopportabile cappa di silenzio mediatico che avvolge tutta la vicenda della nuova emergenza rifiuti in Campania. Le stesse testate del gruppo l’Espresso e della Rcs, Repubblica e Corriere che in Campania aprono da quasi due mesi le loro prime pagine con la nuova emergenza rifiuti, sulle edizioni nazionali oscurano completamente la vicenda. Per non parlare delle Tv, lontanissime da quello che sta accadendo in Campania. Accendere i riflettori sulla nuova emergenza rifiuti campana significherebbe dare un colpo terribile all’immagine di Silvio Berlusconi già troppo indaffarato a preparare il suo “attesissimo” discorso del 28 settembre sul programma di fine legislatura. Una nuova ondata mediatica come quella suscitata dalle inchieste sulla cricca sarebbero un colpo durissimo all’immagine ed alla credibilità del premier.
Dopo gli scontri di Terzigno piccoli box nelle prime pagine sono tornati. La cosa piu’ incredibile è che riprendono le antiche teorie di due anni fa. “Dietro gli scontri antidiscarica ci sono camorra e antagonisti” scrive su Repubblica la napoletana Conchita Sannino che a differenza di molti suoi colleghi del capoluogo campano risulta davvero vivere in un altro pianeta. Fatto sta che le solite teorie giornalistiche si accompagnano alle solite ricette governative.

Quelle del povero Guido. Ormai a Napoli Bertolaso non si fa proprio più vedere. Se ne sta a Roma lontano da telecamere e giornalisti. Ma anche lui ha cominciato ad ammettere il fallimento.

Dopo mesi in cui ha ripetuto che l’emergenza era finita – è stato votato anche il decreto 126 dello scorso febbraio denominato appunto “decreto di fine emergenza rifiuti in Campania” – stridendo con le dichiarazioni del governatore Caldoro e dei presidenti delle Province del Pdl che sostenevano che l’emergenza era tutt’altro che finita, ora Guido ammette che :“..c’e’ qualcosa che non va..”.

Ad onor del vero c’e’ da aggiungere che Bertolaso ha ragione quando definisce il problema dei cumuli dei rifiuti in strada un problema che riguarda la città di Napoli ed il meccanismo di raccolta.

C’e’ già da tempo però qualcosa che non va, ed è innanzitutto Guido Bertolaso che dovrebbe trovare la dignità per dimettersi immediatamente. C’è qualcosa che non va perché in due anni e mezzo nessuno si è preoccupato, a cominciare dagli amministratori del Pdl, di predisporre un piano vero di smaltimento dei rifiuti. C’è qualcosa che non va perché siamo certi che il raid della scorsa notte alla Enerambiente scomparirà tra pochissime ore dai media per lasciare spazio ad altro, in modo che nessuno ricordi un episodio che forse è la chiave di volta della lettura complessiva di ciò che accade.

Di puntate, c’e’ da giurarci, ne seguiranno delle altre.

Alla prossima.


[1] Da "Rifiuti, 200 tonnellate in strada" di Fabrizio Geremicca su Il Corriere del Mezzogiorno del 18 settembre 2010