Falconara_Marche_Pianeta Terra (forse...) Oggi è successo qualcosa di particolare, di politicamente inedito, che forse desterà imbarazzi, che sicuramente spiazza gli allineamenti conseguiti della rappresentanza e dei decisori della politica e del potere.

Falkatraz Rinnovabile

Il PEAR: un regalo alle megacentrali e al rigassificatore API

9 / 3 / 2011

Una serie di associazioni, movimenti e partiti (d'opposizione in Città, al governo in Regione) hanno assunto una posizione congiunta dopo le dichiarazioni dell'Amministrazione regionale del Presidente Spacca sulle possibili modifiche al PEAR. Un regalo alle megacentrali e al rigassificatore API, sostenuti dall'amministrazione di destra del Comune di Falconara.

Abbiamo assistito alla messa in discussione del Piano Energetico Ambientale Regionale, ad opera della quinta colonna della destra nell'amministrazione di centro sinistra del Governatore regionale Spacca, impersonata da Dino Latini, manco a dirlo consigliere regionale dell'API di Rutelli, prodigatosi nel richiedere di derogare al PEAR consentendo alla costruzione di due megacentrali turbogas nelle Marche e nelle aree a rischio di degrado industriale (una è Falconara, ovviamente, l'altra?); travisando un simile progetto nelle vesti di una riconversione che guarda alle energie rinnovabili (non ci risulta che un rigassificatore off-shore e due megacentrali elettriche di 600 megawatt possano essere confuse con qualcosa di annoverabile con l'eolico, le biomasse o il fotovoltaico...mah?); millantando che un simile progetto potesse fungere da deterrente occupazionale contro la crisi che fortemente irrompe anche nel tessuto produttivo marchigiano (dimenticando tutte le statistiche ufficiali che testimoniano come a fronte di un megawatt di energia rinnovabile si producano dagli otto ai dieci posti di lavoro, cioè gli stessi utili a gestire una megacentrale o un rigassificatore, con buona pace degli attuali occupati della raffineria API e del suo indotto).

Abbiamo assistito agli echi allarmisti del Governatore Spacca e della sua amministrazione (rieletta anche sulla base di un fermo no alle megacentrali elettriche, a Falconara come a Corinaldo, come ai rigassificatori governativi, in luogo di una decisa scommessa sulla green economy), tutti intenti nel menzionare le falle del PEAR, quasi che ad applicarlo dal 2005 ad oggi non dovessero essere proprio loro, e ad avallare il rischio di finire nelle liste governative del nucleare, salvo l'accettazione delle deroghe in favore dei petrolieri.

Abbiamo dovuto assistere anche ad inedite forme di sindacalismo aziendale e padronale, che hanno confuso il No di Mirafiori e la rinnovata, e riconquistata, con la lotta, centralità del lavoro, con l'acritica adesione agli interessi e piani industriali dell'API. Posizioni così monolitiche e unidirezionali, che sull'altare dell'unità sindacale hanno sacrificato ogni voce di dissenso, fino al farsesco sostegno alle posizioni del sindaco falconarese del PDL Brandoni, noto paladino degli interessi degli operai e dei precari, come negli anni abbiamo potuto sperimentare direttamente...Per forza di cose, di fronte ad uno scenario così sparigliato, era necessario adeguarsi a questa follia, coniugando moderazione e radicalismo, difesa delle scelte passate (il PEAR del 1995 fu il frutto di quel fragile equilibrio tra la sinistra di governo di allora e le tensioni dei movimenti ecologisti e noglobal marchigiani) e adesione agli sviluppi produttivi del presente e del domani, dettati sia dai nuovi mercati aperti dall'economia diffusa della green economy, che dalle direttive europee che guardano al 2020 e alle contingenze globali del disastro climatico. Per forza di cose, di fronte all'incipiente crisi energetica e petrolifera, complici i baciamani di Gheddafi come i decreti ammazza rinnovabili oggi pare tanto in auge, senza dimenticare i fautori del ritorno al nucleare, degno corollario della politica megalomane delle Grandi Opere che nessuno ancora ha visto, alcune espressioni di un territorio che produce la gran maggioranza di benzina e oli combustibili del Centro Italia e circa l'80% del fabbisogno energetico della Regione Marche, promettono di resistere a questo ennesimo connubio tra interessi vecchi quanto forti, di una politica come di una economia, fondate sull'immobilismo, la rendita, la conservazione degli interessi di pochi a danno dei beni comuni.E nella resistenza, nascono quelle convergenze inedite, localizzate e contingenti, che rifuggono dagli schieramenti imposti e riescono nell'impresa di mescolare e rimettere in moto forze, pensieri, pratiche, che corrono sotterranee, che irrompono, e che promettono di manifestarsi. Perchè la crisi è opportunità anche di grandi cambiamenti, imprevedibili e imprevisti, tanto per i poteri istituiti e sempre più traballanti, quanto per noi.

Il comunicato completo:

Si chiama PEAR e non PEAF (Piano Energetico Ambientale Falconara)!

Rilanciando la seconda fase:

elettricità non sprecata, da fonti rinnovabili e ulteriori posti di lavoro.

I firmatari del presente documento, intendono difendere congiuntamente e con determinazione il Piano Energetico Ambientale Regionale per le seguenti motivazioni:

il PEAR, per ciò che attiene alla produzione elettrica da fotovoltaico, è stato non solo rispettato ma addirittura surclassato. Nel sito del GSE (Gestore del Servizio Elettrico italiano) si può leggere il valore della potenza degli impianti fotovoltaici che hanno avuto la fine dei lavori entro il 31.12.2010. Questi impianti in attesa di allaccio, hanno un valore almeno di 255MW ( http://www.gse.it/GSE%20Informa/Documents/Impiati-che-hanno-comunicato-la-fine-lavori.pdf ). A questi si deve aggiungere il valore degli impianti in esercizio al 31.12.2010, che assomma ad almeno 149MW (http://www.gse.it/GSE%20Informa/Documents/Impianti-in-esercizio-al-31-dicembre-2010.pdf).

 Il totale in potenza fotovoltaica installata nelle Marche al 31.12 è pertanto di almeno 404MW (si parla di "almeno" perché i gestori di rete hanno 60gg di tempo per comunicare gli allacci al GSE), queste cifre fanno parlare alcuni addetti di 600MW installati alla fine del 2011!

Considerando che gli aggiornamenti al 28.02.2011 indicano che la potenza in esercizio è già salita a 206 MW, di cui 80MW nella sola provincia di Ancona, è verosimile che tra produzione in esercizio e allacci in attesa, nella sola provincia di Ancona a fine 2011 si arriverà almeno ad un valore di 150 MW.

Questo per dire che il trend degli ultimi 12-24 mesi è sorprendente e certamente superiore alle attese. Ciò ha significato che 8 aziende marchigiane leader nel campo delle rinnovabili in soli 5 anni hanno creato oltre 500 nuovi occupati giovani, qualificati e stabili passando dai 673 addetti del 2005 a 1.223 del 2010 (indagine Legambiente Marche presentata a Monterubbiano al seminario Symbola, luglio 2010), ma teniamo a dire che questo successo è frutto del preponderante impegno degli imprenditori e che il dato salirebbe di molto se si conteggiassero anche gli occupati delle piccole aziende.

 Dopo appena sei anni dal suo varo, oggi va spinta l’altra parte della programmazione del PEAR, quella che è rimasta al palo, risparmio energetico e lo sviluppo delle altre fonti rinnovabili per la produzione di elettricità, la Regione Marche si attivi concretamente, ad esempio promulgando un piano capace di dare un indirizzo ben preciso alla nuova edilizia, civile e commerciale.

Riportiamo inoltre l’attenzione a ciò che è previsto nella convenzione sottoscritta tra la Regione Marche e Terna circa il recupero di 160 MWe attraverso l’ammodernamento della linea elettrica nelle Marche (elettrodotto Fano-Teramo). Attualmente quell’elettricità viene dispersa perché la rete di distribuzione oggi non è nelle condizioni di sostenere già l’attuale produzione.

Ricordiamo inoltre che nelle Marche a fronte di una richiesta complessiva di impianti eolici per 600MW, allo stato attuale nemmeno 1 MW è prodotto da pale eoliche, in Italia la nostra è l’unica regione senza un minimo di eolico in esercizio!

 Non pensiamo che tutti i 600 MW di eolico richiesti siano compatibili con il paesaggio, ma riteniamo che qualche pala eolica possa essere presa in considerazione e che, nel rispetto delle normative paesaggistiche vigenti, possano essere meglio di una ciminiera fumante (combustione = Co2) e di un mare clorato. Dunque è compito della Regione Marche confermare l’autorevolezza del PEAR voluto dalla maggioranza dei marchigiani, attivando un serrato confronto con la Sovrintendenza ai Beni Culturali delle Marche e le comunità locali per attivare almeno 100MW di eolico nella nostra regione.

 Ecco perché non accettiamo che alcuni consiglieri della Regione Marche sostengano nei fatti la necessità di mandare in soffitta il PEAR perché incapace di produrre gli effetti sperati.

Ad essere mancato non è il PEAR, semmai coloro che dovevano garantirne l’attuazione. Sarebbe inaccettabile che la Regione Marche decida di autorizzare, in deroga al PEAR, centrali termoelettriche di grossa taglia, poiché ciò equivarrebbe ad archiviare l’impianto del piano energetico regionale e le connesse potenzialità imprenditoriali e occupazionali!

Noi firmatari, al contrario, crediamo che esso vada rilanciato, anche perché l’intera Europa sta investendo nella green economy anche in forza delle Direttive dell’Unione Europea. Occorre dare alle imprese marchigiane la possibilità di dispiegare tutto il loro potenziale sull’intero territorio marchigiano perché si chiama PEAR e non PEAF, Piano Energetico Ambientale Falconara!

Per fare questo si deve ripartire dal metodo indicato nel RAPPORTO FINALE 2007 del Gruppo di Esperti nominato dalla Regione Marche: non più trattative spot con singole aziende, bensì un negoziato allargato con una prospettiva regionale al cui centro deve essere posto il futuro energetico programmato dal PEAR e il ruolo produttivo/occupazionale che le aziende presenti possono e intendono svolgere rispetto ad uno scenario energetico/territoriale regionale.

 L’instabilità dei mercati internazionali e le forti oscillazioni nel prezzo del petrolio e del gas per il funzionamento del ciclo produttivo comportano che il possesso delle fonti di energia rappresenti oggi un enorme vantaggio competitivo. I paesi importatori di fonti fossili, come l’Italia, devono ricorrere a strategie mirate e con intelligenza per ridurre questa pericolosa dipendenza. Risparmio, fotovoltaico, idroelettrico ed eolico sono fonti del territorio e rappresentano una scelta strategica vincente per il presente, oltreché per il futuro ed i dati, anche in termini occupazionali, lo testimoniano.

Al Presidente Spacca chiediamo di mantenere l’impegno dichiarato in campagna elettorale circa il perseguimento dell’obiettivo tendenziale di autosufficienza energetica provinciale, ma anche di basare le stime dei fabbisogni energetici su cifre aggiornate, dato che nel biennio 2007-2008, nella sola provincia di Ancona, il calo del consumo di energia elettrica è stato del 6.7%, stesso trend per le provincie di Macerata e Ascoli (doc "Relazione Previsionale Programmatica 2011" Camera di Commercio Ancona, pag 15-16-17).

Partito Democratico - Falconara M.ma

Legambiente Marche

Ambasciata dei Diritti – Falconara M.ma

L’Ondaverde Onlus – Falconara M.ma

Centro Sociale Autogestito Kontatto – Falconara M.ma

Associazione Comitato quartiere Villanova – Falconara M.ma

Italia dei Valori - Falconara M.ma

Lista Civile Cittadini in Comune - Falconara M.ma

Sinistra Ecologia Libertà – Falconara M.ma

Circolo Legambiente “Il Martin Pescatore” – Falconara M.ma

Falconara M.ma li, 08/03/2011.

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