Falconara (AN) - SOS. Salute, occupazione, sicurezza

Duemila persone in piazza sabato 28 aprile a Falconara per dire no alle politiche energetiche basate sulle fonti fossili, chiedendo salute e la riconversione energetica della raffineria API

29 / 4 / 2018

Scendere in piazza il 28 aprile a Falconara Marittima è stata un'emergenza, un SOS lanciato dai comitati ambientali cittadini e immediatamente accolto dalla rete Trivelle Zero Marche. 

Per una settimana dopo l'incidente, avvenuto il 12 aprile quando il greggio trafilato dal tetto di una delle cisterne API ha rilasciato nell'aria una quantità imprecisata di benzene, è stato difficile respirare a Falconara, Senigallia e Ancona.

L'incidente annunciato come lieve, con il passare dei giorni è diventato sempre più grave rendendo insopportabile vivere in quelle zone. La situazione è peggiorata ulteriormente a causa dell'iniziale silenzio dell'amministrazione comunale che solo grazie alle informazioni diffuse dai comitati e dalle pressioni dei falconaresi, è stata costretta a prendere posizione contro la raffineria.

Mille persone in cinque giorni hanno presentato denuncia contro le esalazioni cancerogene di idrocarburi provenienti dalla raffineria Api. Un'inchiesta è stata aperta dalla Procura di Ancona per lesioni colpose. Per la prima volta anche le RSU hanno indetto uno sciopero unitario per il 27 aprile, contro l'arroganza dell'azienda, responsabile di non aver fatto manutenzione in una cisterna che doveva essere dismessa già alcuni mesi fa.

Dopo una settimana di paura per le esalazioni inquinanti, ieri è stato il giorno della mobilitazione: per le strade di Falconara 2 mila persone sono scese in corteo per dire no alle politiche energetiche basate sulle fonti fossili, chiedendo salute e la riconversione energetica della raffineria API.

Falconara

In piazza c'erano tutti: donne, uomini, genitori, figli, nonni, commercianti che hanno chiuso i negozi in solidarietà, lavoratori, medici e pediatri, centri sociali, associazioni sportive e culturali. Tutti insieme presenti, per pretendere salute e sicurezza per chi ha scelto di vivere qui. Quella salute che è bene comune e si declina in SICUREZZA: la sicurezza di chi lavora dentro l'Api, la sicurezza di chi abita questi territori, vive e lavora fuori dal petrolchimico. Ben lontana dall'interpretazione che ne dà il ministro Minniti.

Chi ieri era a Falconara pensa al presente e vuole costruire il proprio futuro in questi territori, sapendo bene come sia necessario iniziare un percorso nuovo, allargato e determinato per la difesa dell'ambiente, dei diritti di ognuno e più in generale dei beni comuni. 

Falconara

Questo percorso è già iniziato. La prima tappa è stata il rinvio dell'incontro per il rinnovo della concessione, perchè le istituzioni regionali vogliono prima conoscere realmente le condizioni in cui versano gli impianti della raffineria. La riconversione dell'API non è solo una questione locale, cittadina, coinvolge la comunità marchigiana tutta, trova riflessi in tante situazioni critiche nazionali, da quelle abruzzesi a quelle salentine.

«La vostra sicurezza è guerra ai poveri; per noi la sicurezza è aria pulita e difesa dei beni comuni»