Fabriano (An) - Csa Fabbri al fianco dei lavoratori Indesit

Nella notte blocchi stradali e azione di picchettaggio al call center aziendale

10 / 6 / 2013

Nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 giugno gli attivisti del CSA Fabbri si sono uniti all'azione di picchettaggio del call center Indesit portato avanti dai lavoratori colpiti dagli esuberi annunciati dall'azienda. Il piano nazionale della Indesit infatti prevede più di 1400 licenziamenti in tutta Italia, di cui oltre 500 nel territorio fabrianese.

La situazione dell'Indesit si aggiunge ad una già grave crisi economico-sociale del territorio. Fabriano è stata per anni un feudo della famiglia Merloni che ha gestito in maniera clientelare sia il mondo dell'impresa che la politica locale. La Via Adriatica allo sviluppo, composta da un monoprodotto industriale totalmente privo di innovazione, ha miseramente fallito di fronte alla crescente globalizzazione dei mercati. 

Dopo aver gestito per decenni in maniera oligarchica la nostra comunità, alle prime avvisaglie della crisi la famiglia Merloni decide di delocalizzare intere linee industriali alla ricerca di maggiori profitti e grazie a soldi pubblici elargiti dalla Regione. Di questa situazione sono quindi evidenti le responsabilità.

La nostra collettività, dopo aver fornito per anni manodopera a questi grandi imprenditori, oggi si trova sottoposta ad un saccheggio continuativo. In questo quadro, ciò che si rivela più grottesco, è che l'annuncio degli esuberi avviene appena dopo l'elezione in Senato di Maria Paola Merloni, candidata con la lista Monti. Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio piano di dismissione attuato sulla stessa linea di altre aziende nazionali come la Fiat.

Oggi i lavoratori si sono mobilitati con una iniziativa concreta di contrasto a queste misure. Dalla tarda nottata di domenica oltre 500 lavoratori dell'azienda e persone giunte in solidarietà si sono ritrovate di fronte ai cancelli del call center di Melano-Marischio con l'intenzione di bloccarne l'attività. Azione di fatto riuscita e proseguita con dei blocchi del traffico della strada provinciale antistante lo stabilimento per tutta la mattinata. Nonostante la precarietà contrattuale applicata dall'azienda nei confronti  dei lavoratori del call center, molti di quest'ultimi hanno solidarizzato con i dimostranti e si sono uniti al picchettaggio.

Il miserabile fallimento della concertazione sindacale in campo nazionale ci induce a credere che l'unica strada percorribile sia quella dell'autogestione dell'azienda e dell'esproprio di fatto dei mezzi di produzione alla proprietà. Una rivendicazione che intende andare oltre le semplici richieste di ammortizzatori sociali ed in grado di poter garantire una continuità lavorativa a chi oggi rischia di perdere il proprio posto di lavoro.

Per la riappropiazione!

Sempre al fianco di chi lotta

CSA Fabbri

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