Empoli - Iniziativa contro l'ecomostro a Ponte Elsa

Gli attivisti del Csa Intifada denunciano la cementificazione selvaggia e la mancanza di servizi nel quartiere di Ponte a Elsa

9 / 3 / 2013

Questa mattina un gruppo di attivisti del Csa Intifada-Comunità in Resistenza hanno realizzato un iniziativa nel quartiere di Ponte a Elsa per chiedere l'abbattimento dell'ecomostro in via Giobetti.

Questo edificio, che dagli anni '90 è stato lasciato a metà, oltre a rappresentare un immagine di degrado del quartiere è pure un rischio a causa delle impalcature rugginose e pericolanti.

Anche la scorsa settimana un gruppo di cittadini del quartiere aveva denunciato pubblicamente questa vicenda, consegnando in comune una raccolta di firme per abbattere l'ecomostro.

L'iniziativa di oggi, dicono gli attivisti, si inserisce all'interno della campagna "Non ci provate!" in difesa del Csa Intifada; è stato scelto l'edificio di via Gobetti come luogo simbolo della frazione di Ponte a Elsa che negli ultimi 30 anni ha visto una spaventosa cementificazione, non accompagnata da una adeguata offerta di servizi per chi ci abita.

L'inziativa è poi proseguita con un volantinaggio per le vie del quartiere.

Di seguito pubblichiamo il volantino distribuito:

PONTE A ELSA 2013 CEMENTO SU CEMENTO E ZERO SERVIZI

Per la salvaguardia e l’ampliamento dei diritti e contro la cementificazione delle città e delle menti, pensiamo sia necessario ripercorrere la storia del nostro quartiere: oggi Ponte a Elsa è purtroppo la periferia di Empoli che non volevamo, ma procediamo con ordine....

La trasformazione da frazione a periferia urbana avviene negli anni 80 all’insegna di scelte urbanistiche, fatte dalle allora amministrazioni del pci: scelte chiaramente volte alla costruzione di agglomerati urbani slegati dalla territorialità della frazione, corpi separati uniti solo dall’esigenza di una casa.

CEMENTO SU CEMENTO.

All’interno di una logica di ipersfruttamento del territorio che pone in secondo piano l’identità di Ponte a Elsa e di fatto la trasforma, consapevolmente, in periferia urbana nel senso più negativo del termine.

E' proprio dagli anni 80 che la ricerca continua del csa intifada - comunità in resistenza, è stata quella di innescare processi di partecipazione popolare al fine di migliorare la qualità della vita, costruendo battaglie per dare più servizi e vivibilità agli abitanti. Un'alternativa reale al vuoto e al disinteresse istituzionale che a tutt'oggi ci circonda.

Arriviamo agli anni 90 e quello che doveva essere un luogo popolato e dotato di servizi, è diventato invece un grande quartiere dormitorio condannato all’abbandono più totale delle amministrazioni locali.

Proprio con la nascita del nuovo quartiere il csa intifada, insieme ad altre realtà del territorio, dà vita a ” Ponte a Elsa Sogna”, vengono organizzate feste nei giardini pubblici e si avvia uno dei progetti più longevi di tutta la val d’elsa: “Elsacinema”, una rassegna cinematografica che si svolge da giugno a settembre ad ingresso gratuito (L’UNICA INIZIATIVA CULTURALE NEL QUARTIERE CHE VA AVANTI DA 15 ANNI).

Le responsabilità delle istituzioni locali che si sono susseguite fino ad oggi, sono principalmente di non aver messo al centro dello sviluppo urbano gli abitanti, e la conseguente crescita del degrado, ha alimentato sempre più la cultura della paura a scapito della cultura della partecipazione e della solidarietà.

In tutto questo tempo la speculazione edilizia ha lasciato, anche a Ponte a Elsa, i suoi scheletri di cemento. Ne è un esempio la costruzione in via Gobetti del lontano 1998, mai terminata. Fino all’estate del 2010 svettava ancora la sua vecchia gru completamente arrugginita, pericolante e pericolosa che, solo attraverso la denuncia pubblica e la minaccia legale da parte della comunità in resistenza, fu smontata.

Ponte a Elsa è un paese schiavo del traffico (non dei concerti del csa): è attraversata da una strada provinciale e dalla statale 429 in totale assenza di segnaletica stradale e PEDONALE visibile.

La presenza di un traffico continuo e pesante rende pericoloso e difficile il loro attraversamento, indispensabile per portare i bambini a scuola o alla palestra comunale.

Gli spazi verdi attrezzati( frutto delle battaglie degli anni 90) sono ormai un lontano ricordo. Le attrezzature per bambini sono vecchie e malandate, non ci sono panchine a sufficienza, in nessuno dei tre giardini c’è una fonte d’acqua potabile. Proprio in merito a questo, nel 2012 il csa intifada-comunità in resistenza ha raccolto oltre 500 firme e inviato 1000 cartoline al sindaco per la costruzione di una casa dell’acqua o fontanello a Ponte a Elsa. La risposta dell'amministrazione è evidente a tutta la cittadinanza

2013, La storia si ripete. Cambiano le giunte, cambiano le facce ma la logica amministrativa è sempre la STESSA.. Con il nuovo piano regolatore ancora una volta si da priorità al cemento e non allo sviluppo vivibile di questa periferia cercando di eliminare tramite il cambio di destinazione d’uso anche l’esperienza del Centro sociale autogestito «intifada» ma...

PONTE A ELSA SOGNA ANCORA!!!!!

+ SERVIZI -CEMENTO

Csa Intifada/Comunità in Resistenza

Ponte a elsa – 2013 cemento su cemento e zero servizi

EMPOLI 9.03.2012 Iniziativa contro l’ecomostro a Ponte Elsa