Emergenza ai confini: in Bulgaria la polizia spara uccidendo un migrante afghano

16 / 10 / 2015

Non è la prima volta che un migrante perde la vita nel viaggio della speranza all’interno dei confini europei, abbiamo sentito di molti: sia in mare, sia nascosti nei tir e morti per asfissia, sia chi si è arreso agli stenti e alla fatica. Ma è la prima volta che un uomo viene ucciso da un’arma da fuoco mentre tenta di entrare in Europa, e a vincere il triste primato è la polizia bulgara. E’ successo giovedì sera, lungo la frontiera che divide la Bulgaria e la Turchia, nei pressi di Sredet città nella Bulgaria sudorientale: qui che le guardie di frontiera hanno aperto il fuoco su una cinquantina di persone che stavano cercando di forzare il confine.

Alcune prime ricostruzioni dell’incidente riferivano di alcuni uomini armati anche tra i migranti, ma il governo bulgaro ha smentito, dichiarando però che il gruppo di migranti, dopo essere stato individuato da una pattuglia di agenti di guardia sulla frontiera, si è rifiutato di rispettare gli ordini della polizia e dopo i primi avvertimenti verbali  ne sono susseguiti dei tafferugli, durante i quali gli agenti hanno sparato alcuni colpi di avvertimento, uno di questi ha causato la morte dell’uomo.

La vittima è un cittadino afghano, colpito e morto durante il trasporto in ospedale.

Il portavoce dell'Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr) in Bulgaria, Boris Cheshirkov, ha qualificato l'incidente come "estremamente deprecabile". Ha inoltre condannato la politica di respingimenti attraverso barriere poliziesche dei migranti.

Bisogna ricordare, infatti, che il confine tra la Bulgaria e la Turchia è diventato negli ultimi anni uno dei più trafficati e attraversati dai migranti che cercano di raggiungere l’Europa centrale, inoltre la pressione sul confine bulgaro è aumentata a causa dei sempre più efficaci controlli della polizia greca lungo il confine tra Grecia e Turchia. Nell’ultimo periodo la Bulgaria ha iniziato a costruire una barriera lunga  centinaia di chilometri lungo il suo confine con la Turchia - come tristemente è già successo lungo il confine tra Serbia e Ungheria -, per impedire ai migranti di entrare illegalmente nel paese e rendere più facile la sorveglianza del confine. La recinzione sul confine e i maggiori controlli hanno determinato però il fattore opposto, ossia che sempre più persone hanno cominciato a scegliere vie più difficili e pericolose per raggiungere i posti non sorvegliati e limitati dalla recinzione.

Tutto ciò succede durante il secondo giorno dell’Eurosummit a Bruxelles, incontro tra i capi di Stato, durante il quale uno dei principali punti dell’incontro verteva appunto sulla questione dell’immigrazione a cui da troppo tempo non si da ancora una soluzione valida.