Emergenza abitativa e sociale a Verona: occupato uno stabile comunale abbandonato

4 / 6 / 2022

Questa mattina a Verona è stato occupato temporaneamente uno spazio comunale, abbandonato al degrado da anni. Si tratta dell’ex Caserma Santa Marta e l’iniziativa ha lo scopo di segnalare l'urgenza di intervenire per contrastare l’emergenza abitativa e sociale nella città scaligera. Da due anni sempre più persone si trovano senza tutele dal punto di vista abitativo e sociale, con una giunta comunale che ha scelto scientemente di non volersi far carico di queste problematiche. In questo vuoto istituzionale, l’unica garanzia tutela della dignità delle persone è rappresentata dalle esperienze autogestite: ad esempio, il Laboratorio Paratod@s da un anno gestisce un'occupazione abitativa che da un tetto ad una ventina di persone e da due distribuisce a un centinaio di famiglie e singoli una spesa solidale tutte le settimane. Di seguito il comunicato stampa dell’occupazione di oggi.

Sono anni ormai che come denunciamo l'esistenza di una vera e propria emergenza abitativa a Verona.

Un problema che tocca soprattutto le fasce sociali più fragili e marginali, già colpite dalla crisi, dall'inflazione, dal caro bollette e dalle carenze dei servizi sociali. Oggi in provincia di Verona ci sono più di mille procedimenti di sfratto in attesa di esecuzione. A fronte di ciò la risposta delle pubbliche istituzioni, del Comune di Verona in primis, è del tutto insufficiente. Pochi i posti letto nei dormitori, scarsa l'offerta di case popolari, limitata la capacità dei servizi sociali di trovare soluzioni concrete, lasciando sole le persone a dormire per strada.

Con la chiusura di tanti posti letto per "l'emergenza freddo" a fine inverno questa situazione è peggiorata ulteriormente. Per mesi, abbiamo fatto pressione sul Comune affinché trovasse soluzioni abitative idonee; informando il settore dei servizi sociali della gravità della situazione; organizzando assemblee pubbliche e presidi in piazza. Nel frattempo abbiamo affiancato all'azione politica, il mutualismo e la solidarietà e la cura della comunità.      

Abbiamo recuperato dal degrado in cui versava un edificio, vuoto e inutilizzato, diventato la casetta del Ghibellin fuggiasco, che accoglie 16 ragazzi, che lavorano, ma che sarebbero per strada, perché nei dormitori non c'è più posto e nessuno affitta loro una casa. Da maggio 2020 abbiamo attivato il progetto SOSpesa, basato sul recupero di alimenti di prima necessità che vengono distribuiti gratuitamente ad una cinquantina di famiglie. Le risposte da parte delle istituzioni sono del tutto insoddisfacenti. Nulla di concreto per risolvere in modo strutturale il problema.

Anzi, l'amministrazione comunale ha proseguito nell'odiosa pratica degli sgomberi. Anziché affrontare il problema, il comune, in nome del decoro, della sicurezza, della lotta al degrado, se la prende con chi ne è vittima, con chi è costretto a sistemazioni disumane, pur lavorando duramente. Ciò accade in un contesto in cui il disagio sociale sta diventando sempre più grave e profondo. Erosione dei diritti, inflazione, sottrazione di risorse al welfare per destinarle all'aumento delle spese militari stanno determinando l'impoverimento e un netto peggioramento delle condizioni di vita di milioni di cittadine e cittadini. Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di occupare un edificio pubblico di proprietà comunale inutilizzato da anni. Con questa azione intendiamo risvegliare l'opinione pubblica veronese e le istituzioni locali.

Alle istituzioni chiediamo soluzioni concrete per l'emergenza abitativa e per il riconoscimento del diritto alla casa e alla residenza per tutt3: Più posti letto nei dormitori; più case popolari; affidamento di alloggi AGEC non utilizzabili perché da ristrutturare ad associazioni sociali disponibili a risistemarli e a gestirli; blocco degli sfratti; istituzione di un fondo di garanzia pubblico che favorisca l'accesso al mercato immobiliare privato. individuazione e concessione di edifici pubblici vuoti e abbandonati alle associazioni e realtà sociali che svolgono ogni giorno attività di mutualismo e solidarietà. In particolare chiediamo uno spazio adeguato dove poter proseguire ed espandere il progetto SOSpesa. La verdura e la frutta recuperate potrebbero essere trasformate e conservate, creando così concrete opportunità di lavoro e di reddito.

Mai più case senza persone!

Mai più persone senza casa!

Verona occupazione