E' stato il CoCoRiCò, in sala da ballo, con l'MDMA

11 / 8 / 2015

Ecco, bravi, ora è stata fatta giustizia: il colpevole è lui il CoCoRiCò. 

Luogo "di perdizione, in cui si può dar sfogo ai nostri vizi più estremi". 

Pare però che non abbia agito da solo, pare ci sia un complice, un complice che risponde al nome esotico di MDMA. 

Una novità insomma.

Dunque la colpa è di una discoteca oppure di una sostanza stupefacente. Poco importa se ci troviamo in Riviera Romagnola, nel Salento o in qualsiasi altro luogo della Penisola.

Ma se quel ragazzo metti caso:

  • # avesse saputo che il contenuto della sostanza di prossima assunzione conteneva X unità di principio attivo e Y eccipienti di cui fosse nota l'effettiva composizione, con sostanze e percentuali di dosaggio;
  • # avesse trovato un bugiardino recante dosi massime tollerabili (magari in relazione al peso), pericoli in caso di sovradosaggio (con la parola MORTE ben visibile al termine dell'elenco), corrette modalità d'assunzione,elenco di categorie a rischio, effetti collaterali legati ad interazioni con altri farmaci e una sfilza di avvisi stile terrorismo-anti-tabagismo-da-pacchetto-di-cicche;
  • # che magari quella sostanza l'avesse regolarmente ritirata presso un centro autorizzato, in grado di garantirne l'effettivo contenuto e lo stato di conservazione (e che magari quel centro autorizzato gli avesse detto di ripassare da maggiorenne, dove la maggiore età" varia da sostanza a sostanza);
  • # che magari qualcuno gli avesse spiegato che ogni anfetamina, e in particolar modo l'MDMA, ha tra i diversi effetti collaterali quello di innalzare la temperatura corporea anche fino a 40 gradi. Come quando mamma ci diceva di bere molta acqua nelle situazioni in cui, a casa nostra, da piccoli, ci ritrovavamo febbricitanti e inchiodati a letto per una brutta influenza, allo stesso modo qualcuno avrebbe dovuto dirgli di rimanere vicino ad un idrante qualora avesse ceduto alla tentazione di assumere 3 grammi di MDMA. Tanto più che si è in piena estate, in un luogo chiuso e affollato, ballando ben oltre il limite (le anfetamine sono state inventate apposta) e senza mangiare nulla. Questa sequenza di combinazioni ha un nome: collasso cardiocircolatorio.

Già, qualcuno, ma qualcuno chi? Chi può fornire le giuste informazioni sui rischi potenziali di queste sostanze ad un sedicenne, se non i genitori, la scuola o i canali mediatici? Ci sono anche gli amici, ma qui il discorso è delicato e decidiamo di escluderli dalla lista. Questo perché, viste le condizioni culturali - decisamente non progressiste - in cui matura un sedicenne oggi, il dialogo con i coetanei su questi argomenti spesso risulta viziato da imbarazzi e mitizzazioni e comunque dalla tendenza a scegliere l'esperienza diretta senza troppe cautele.

Ma scuola, genitori e politica - perché è la politica che pilota l'informazione progresso -, sanno affrontare la questione? Per quali ragioni il genitore - ad esempio la mamma di cui sopra - è prodigo di insegnamenti se si parla di raffreddore, ma invece sembra brancolare nel buio quando si devono affrontare tematiche più scottanti?

Posti tutti questi se, ecco allora che forse gli assassini non avrebbero mai colpito. Addirittura scopriamo che forse il CoCoRiCò e l'MDMA tanto assassini non lo erano. Forse qualcuno di più colpevole c'è. Un colpevole che preferisce la miopia rispetto ad uno sguardo nitido e corretto della realtà. Un colpevole che ama l'oscurantismo, convinto com'è che affinché un fenomeno sgradito sparisca sia sufficiente ignorarlo. Un colpevole che, nel demonizzare alcuni stili di vita, riesce paradossalmente a renderli anche più attraenti agli occhi di quegli individui che per definizione sono i più vulnerabili della società: gli adolescenti.

O forse no, diamo la colpa alla droga, è più comodo. Perseveriamo con il reprimere fenomeni che, nonostante tutto, continuano e continueranno ad esistere. Mettiamo al bando e censuriamo luoghi, che tanto alla vita sociale ci pensa SkyOnDemand. Mettiamo alla gogna chi osa ricorrere anche alla sola cannabis e benediciamo chi legalmente si abbandona a infiniti giri, di varie sfumature, di Spritz.

Cedendo alla retorica non resta che dispiacersi per chi di droga muore. Ma in questa storia non c'è un colpevole da copione, sicuramente non una discoteca e neppure chi abitualmente le sostanze le smercia. 

Entrambi questi attori infatti non sono che due degli infiniti tentacoli del vero assassino: il proibizionismo.