E meno male che c’è Global beach

11 / 9 / 2009

La punta estrema, a nord del Lido di Venezia. È lì che ha base la bellissima spiaggia abbandonata e  rimessa a nuovo dai ragazzi di Global Beach. È lì che lungo tutta la durata del festival, ha avuto luogo un altro festival. Una festa, più che un festival. Una festa di idee, di proposte, di pensieri. Un modo diverso di vedere la stessa cosa, il cinema.

 E le manganellate del primo giorno sono state sì il più grande delitto di questa Mostra, la più oscena manifestazione di potere da parte di un potere che mostra di giorno in giorno la sua ridicolaggine (massimo rispetto per Mike Bongiorno, sono anch’io cresciuto con Rischiatutto,mi sono innamorato anch’io della sua «valletta parlante», Sabina Ciuffini, ma i funerali di stato per un uomo della TV sanciscono definitivamente la videocrazia che domina il paese, bisogna dirlo forte e chiaro), quelle manganellate ai precari dello spettacolo, dicevo, non hanno minimamente scalfito l’energia creativa e propositiva che ogni volta esce da Global Beach.

Esperienza condivisa da chiunque passi di lì anche per una sola serata. Un’oasi vera e propria dove possono accendersi discussioni dai contenuti - e non dai toni - accesi. Su Hugo Chavez, per esempio. Ed è un trasporto di passione, anche lì, che attraversa l’argomentare di ciascuno di questi ragazzi che per due settimane hanno lavorato per regalare a chiunque una Mostra diversa, defilatama nient’affatto alternativa.

Qualcosa in più, piuttosto, approfondimenti (Videocracy, per esempio, riproposto qui alla presenza del suo regista). Global Beach era mancato, negli ultimi due anni. In tanti fra gli accreditati alla mostra, provenienti da ogni parte del mondo, chiedevano che fine avessero fatto quei ragazzi.

Ebbene quei ragazzi sono tornati, e al Lido c’è stata di nuovo - finalmente - Global Beach.

Fonte: Il Manifesto 11.09.09