Droghe: tolleranza zero della Fini-Giovanardi ingolfa le carceri

Antigone e Forum Droghe presentano il "libro bianco" sull’applicazione della legge Fini-Giovanardi. Le richieste di invio a un programma terapeutico calano dell’88,4% (da 12.096 del 2005 a 1.078 del 2008); cresce del 6% la percentuale dei dipendenti detenuti

1 / 12 / 2009

Diminuisce il numero di persone tossicodipendenti che annualmente transitano nelle comunità terapeutiche, aumenta la percentuale di quelli che fra loro entrano in carcere anche se i numeri della recidiva continuano a crescere soprattutto per questa categoria di detenuti. La filosofia della "tolleranza zero" ingolfa le carceri italiane e criminalizza i soggetti dal profilo criminale più basso, mantenendo sostanzialmente inalterato il numero di interventi contro coloro che sono imputati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (ex art. 74 dpr 309/1990). È questo il quadro che emerge dal libro bianco sull’applicazione della legge Fini Giovanardi, a cura dell’associazione Antigone e Forum Droghe, presentato questa mattina a Torino durante in convegno "La legge sulle droghe e le carceri che scoppiano. Le cause, i numeri, i paradossi di una crisi annunciata. Le ragionevoli proposte per uscirne".

Secondo il rapporto curato da Alessio Scandurra, ricercatore di Antigone, a tre anni dall’applicazione della legge che porta la firma di Fini e Giovanardi diverse sono le conseguenze allarmanti: nel periodo tra il 2004 e il 2008 si è verificato l’aumento del 76,9% delle sanzioni amministrative, contro un abbattimento delle richieste di invio a programma terapeutico che sono calate dell’88,4%, ovvero dalle 12.096 del 2005 alle 1.078 del 2008. Aumenta invece il numero delle segnalazioni all’autorità giudiziaria ex art 73 della medesima legge del 1990: cresce il numero di chi singolarmente produce o spaccia droga (il pesce piccolo), da 28.250 persone nel 2004 a 32.217 nel 2008, mentre diminuiscono le segnalazioni per gli ex art. 74 (dai 3.209 nel 2004 ai 2.801 nel 2008), ovvero per la grande produzione e il grande spaccio, il pesce grosso, che non è sostanzialmente intaccato nella sua attività criminale dalla legge Fini-Giovanardi.

Invivibile e intollerabile infine la situazione delle carceri: "il numero di tossicodipendenti che annualmente transitano dalle carceri italiane - si legge nel rapporto - è decisamente superiore a quello di coloro che transitano dalle comunità terapeutiche". Un dato simile "la dice lunga sulla scelta tra approccio repressivo ed approccio trattamentale fatta dal nostro legislatore". Scelta che porta come conseguenza l’aumento della percentuale dei tossicodipendenti in carcere (+6% rispetto al 2007).

"Al sistema penitenziario viene dunque affidata - spiega il rapporto Antigone Forum Droghe - la maggiore responsabilità nel contrasto al fenomeno delle tossicodipendenze, e tutto questo quando è ormai noto che i tassi di recidiva per chi esce dal carcere sono estremamente elevati, assai più di quelli di chi sconta la propria pena in misura alternativa, e che il gruppo con il maggior tasso di recidiva è proprio quello dei tossicodipendenti". Questo per Antigone e Forum Droghe è il segno chiaro che "se il reinserimento tramite il carcere delle persone che hanno commesso un reato funziona poco, nel caso dei tossicodipendenti il carcere non serve praticamente a nulla".