Benghazi è sotto un attacco del Governo libico senza precedenti ed in
queste ore seguiamo con attenzione le notizie che ci vengono da Gabriele
Del Grande e Stefano Liberti che si trovano proprio nella città
assediata. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato una
risoluzione che prevede l’istituzione di una no fly zone.
Le contraddizioni dei governi europei e mondiali esplodono di fronte al
massacro libico. Sopra le scrivanie dei Palazzi del Governo italiano
sono ancora uno sopra l’altro accatastati i protocolli di accordo con il
dittatore libico che in queste settimane ha messo in atto una delle
operazioni più violente contro i civili in sommossa degli ultimi anni. ..."Stiamo
con Gheddafi che ci garantisce gli approvvigionamenti e la possibilità
di fare i respingimenti congiunti. No, Gheddaifi è cattivo e lo
scarichiamo perché abbiamo la coda di paglia. No ancora, Gheddafi
potrebbe riprendere il controllo e garantirci stabilità e denari. Anzi,
meglio fermarlo altrimenti ci mette in imbarazzo"...
E migliaia di civili sono morti il Governo italiano ha preparato anche
la sua di operazione: un vero e proprio stravolgimento del sistema
detentivo e di accoglienza, un duro colpo (se ancora ce ne fosse stato
il bisogno) alle garanzie del diritto d’asilo.
Lampedusa scoppia, oltre al CIE sull’isola il prefetto
straordinario Caruso ha annunciato per oggi l’apertura di una tendopoli
nella zona (probabilmente) dell’ex base Loredan.
Intanto si stanno per aprire le porte del residence degli Aranci di
Mineo che dovrebbe "ospitare" in un regime di detenzione/accoglienza
ancora parzialmente oscuro, circa duemila richiedenti asilo: una
cittadella del confinamento.
Ma ciò che sta avvenendo in queste ore conferma i timori che in queste settimane sono andati via via diffondendosi da più parti rispetto alle modalità ed alle geometrie di questa operazione.
Lampedusa esplode e l’operazione Mineo sarebbe potuta
servire (nella sua oscenità) a decongestionare una situazione che
sull’isola sta diventando incandescente.
Di contro, in ogni angolo d’Italia, C.a.r.a. e Cie sono sovraffollati e
non riescono più ad assorbire eventuali trasferimenti, ma soprattutto
stanno diventando essi stessi ingovernabili (come nel caso Bologna, di
Roma, o di Gradisca dove il Cie è ormai stato distrutto dalle rivolte).
Ma chi è destinato allora al confinamento di Mineo? Saranno i cittadini tunisini approdati in questo mese a Lampeusa?
Assolutamente no.
Le prime informazioni che arrivano dall’interno del Cara di Bari da
parte di migranti in attesa del riconoscimento della protezione
internazionale confermano che da ieri è partita una vasta operazione all’interno della struttura.
A seguito di questa molte
persone non provenienti dalla Tunisia stanno per essere spostate
fisicamente ed anche contro la loro esplicita volontà, verso la Sicilia.
Il tutto sta avvenendo senza alcuna comunicazione scritta, sembra, senza
neppure tener conto di casi eventualmente vulnerabili, della
distinzione tra chi ha presentato ricorso contro il diniego della
Commissione o è ancora in attesa di audizione, o di altre situazioni (ad
es. "casi Dublino").
L’ operazione sta riguardando certamente cittadini afghani, pakistani, iracheni, iraniani.
Il Governo insomma sembra aver deciso di utilizzare Mineo per confinarvi i richiedenti asilo attualmente distribuiti nei Cara italiani cancellando con un volo ogni rete socio-assistenziali che i migranti stessi sono stati capaci di costruire nei mesi di permanenza nel Cara, e soprattutto il loro diritto di difesa (dovendo presenziare, almeno i ricorrenti, alle udienze di prima comparizione disposte dal Tribunale ed essendo molti in attesa di ricevere documenti proprio presso il Cara di Bari). L’operazione semrebrebbe però il preludio di una seconda trasformazione progettata dal Ministero dell’Interno: trasformare le strutture dei Cara in Cie per deportarvi i tunisini.
Intanto la condizione dei tunisini sull’ìsola di Lampedusa diventa sempre più drammatica e la determinazione del loro "status di soggiorno" procede in maniera assolutamente arbitraria: ad alcuni viene proposta la presentazione della domanda d’asilo, ad altri viene prospettato il regime detentivo, ad altri ancora viene notificato il respingimento differito con conseguente intimazione a lasciare il territorio. In molti stanno tentando di proseguire il viaggio verso l’Europa che desiderano (Parigi, Londra, Oslo, Berlino).
Da Bari, secondo quanto riferito, un primo volo sarebbe partito questa mattina alle 09.00 ed un altro introno alle 11.00. Altri 57 migranti sarebbero arrivati a Mineo dal Cara di Pian del Lago, di Caltanissetta e Serraino-Vulpitta, di Trapani.
Lanciamo un appello per monitorare questa situazione in continua evoluzione in ogni angolo d’Italia, a partire da Bari, passando per tutti i Cara della penisola, fino a Gradisca d’Isonzo.
Nicola Grigion
Inviate le notizie a [email protected] o attraverso la pagina facebook del Progetto Melting Pot Europa
Su Mineo e la situazione delle deportazioni:
Mineo, residence o campo di confinamento?
Varato il piano per deportare duemila rifugiati a Mineo
Bologna - Dentro al Cie di Via Mattei. Condannati all’orrore?
Gradisca - Tunisini in rivolta nei centri di espulsione. Le foto esclusive del cie
Sicilia - Ancora accoglienza dietro gli sbarramenti della Polizia
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Passpartù 20 - Accoglienza a microonde
Grand Hotel di Mineo “Deportati & C.”
Aspettando Parigi. Viaggio a Lampedusa con i tunisini di Djerba
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Le notizie dalla Libia:
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