Da Parma - Il dissenso non si arresta! Il futuro non si processa!

Comunicato di solidarietà di Anomalia Parma agli studenti arrestati durante lo sciopero europeo

15 / 11 / 2012

La giornata di ieri ci consegna innegabilmente, in primo luogo, un quadro politico,e non ultimo para-militare, diciamocelo subito, che non può non lasciarci basiti, rabbiosi ed ancora schiumanti.

E’ chiaro e sappiamo bene, come non sia un fattore di novità, la macabra gestione dell’ordine pubblico da parte dei reparti, conosciamo il diktat più importante dei mandanti italici ed europei, più forte delle riforme, più forte del regime d’austerità: annientare il dissenso.

Ecco forse il fattore di novità consta nell’applicazione diretta e d’azione, di questo “annientare il dissenso”. Nella giornata di ieri abbiamo assistito, dobbiamo dirlo senza mezzi termini, ad un escalation di violenza gratuita più che contenitiva, inarrestabile e cieca. Abbiamo visto, in Italia come in Europa la violenza abbattersi su ragazzi e ragazze, lavoratori e lavoratrici, precari e precarie, abbiamo visto torturare, arrestare, ferire.

Gli organi di stampa, perentoriamente accompagnati dalle dichiarazioni dei politici, hanno operato il resto. Grazie Giannini, vice-direttore di Repubblica, per averci ricordato il G8 di Genova, i black bloc, gli infiltrati, grazie per il desolante quadro descritto, grazie per contraddire con le parole, le immagini, che, mirabolanti caschi rotti a parte, ci sembrano incommentabili ed inequivocabili.

Una generazione che, nella giornata del 14 novembre, ha rimesso in gioco i propri corpi, le proprie facce, una generazione a cui è stato negato completamente la possibilità d’immaginare un futuro.

Generazione che vive un presente disperato, dove la mobilitazione sociale appare l’unica arma per difendersi, per stare assieme, per poter anche solo pensare che il dissenso, una volta tanto, non sia considerato come negazione o dualismo, ma come la forma in naturale e perenne costituzione, con cui i popoli rimettono a loro stessi la decisionalità, il diritto di scelta , su come si pratica la democrazia, su come si smascherino i regimi dittatoriali ed autoritari.

A ragion di ciò, ribadiamo che Il 14 novembre la società civile ha operato la facoltà che la classe dirigente abiura, ci impedisce e si impedisce di fare: scegliere.

Scegliere il futuro, la capacità di desiderare, di muoversi liberamente,. Scegliere un presente non consolidato e nascosto dietro blocchi e zone rosse, di smantellare pezzo per pezzo l’esistenza preconfezionata. Riaffermare che il diritto di scegliere per la nostra vita, era, nella giornata di ieri, direttamente riversato negli occhi di quelle facce così tristemente sanguinanti e sfigurate, era nella capacità di riprendersi le piazze e le strade.

Ammettiamo, non avevamo considerato, non credevamo, si riferissero a questo, quando i nostri governanti ci parlavano di lacrime e sangue, non pensavamo come la metafora sarebbe stata talmente vicina alla realtà.

Ci siamo accorti che è vero, piangiamo. Piangiamo per i lacrimogeni, per i fermi e gli arresti, , per i denti rotti e i nasi spaccati, piangiamo per la paura.

Sanguiniamo per le ferite inferte, per le manganellate ed i calci presi, per le torture nelle caserme ( grazie nuovamente a Giannini per averci ricordato mirabilmente cos’è stato realmente il G8 di genova).

Ma non può finire qui. La nostra generazione, la giornata di ieri lo dimostra, appare capace di convertire, sempre, le imposizioni, è capace di resistere, di creare continuamente alternativa, di cambiare, mutare, di trovare il sole nella coltre.di nubi (meno poeticamente detti gas lacrimogeni).

Le lacrime rapidamente si trasformano in sollievo. Sollievo nel riabbracciare i nostri fratelli e le nostre sorelle quando ci dividono, diviene la gioia di stare assieme ed in tanti, diviene desiderio di rifiutare, di continuare a muoversi, diventa consapevolezza che la repressione, gli ordini ed i diktat non sono ammessi, che pochi, e vado di citazione “non possono imbrigliare sei miliardi di persone”.

Diventa sangue la capacità di ripartire da subito, il giorno dopo, di rimettere davanti i nostri corpi, di essere nuovamente pronti a difendersi.

Diviene la rabbia che ribolle, in grado di donare sempre nuova linfa alla nostra voglia, alla nostra quotidiana lotta per costruire il futuro delle nostre vite, diviene la dignità di non abbassare la testa, di non tornare indietro, neanche di un passo.

Liberi tutti!

Liberi subito!

Il dissenso non si arresta!
Il futuro non si processa!